I titoli del giorno a Piazza Affari: Pirelli sale, giù STM. Focus anche sui bancari con Dbrs
La seduta prende il via all’insegna delle vendite, con ribassi moderati in attesa del dato sull’inflazione americana. Anche Piazza Affari scivola, con il Ftse Mib che cede in questo momento lo 0,4% a quota 31.316,80 punti.
Tra i titoli sotto la lente spicca oggi Pirelli che sale in scia ai conti della francese Michelin e STMicroelectronics che indietreggia di oltre il 2%.
Pirelli, acquisti con effetto conti Michelin
Partenza in rialzo per Pirelli che conquista la vetta del Ftse Mib. Il titolo degli pneumatici italiani sale di circa l’1,5% sull’onda della pubblicazione dei risultati finanziari 2023 e del nuovo buyback annunciati dalla francese Michelin. Il gruppo transalpino, tra i migliori titoli del Cac40 con un rialzo di quasi il 5%, ha chiuso il 2023 con risultato operativo record a quota 3,57 miliardi di euro, mentre le vendite complessive sono salite del 2% a 28,3 miliardi. Michelin ha inoltre annunciato un nuovo piano di riacquisto di azioni proprie fino a 1 miliardo di euro nel periodo 2024-2026. In un contesto di mercato stabile a livello globale, Michelin si attende di raggiungere nel 2024 un utile operativo di oltre 3,5 miliardi di euro e oltre 1,5 miliardi di free cash flow.
Pirelli sarà chiamata alla prova dei conti il prossimo 6 marzo, giorno in cui si terrà anche il Capital Market Capital (CMD). In attesa dei conti gli analisti di Intesa Sanpaolo mantengono la raccomandazione buy su Pirelli ma alzano il target price da 5,8 a 6,2 euro.
All’inizio dell’anno il titolo Pirelli si era messo in luce in scia alla mossa di Marco Tronchetti Provera che, attraverso la sua holding Camfin, e con due operazioni distinte, ha annunciato di avere aumentato la quota detenuta nella società della Bicocca a circa il 20,58% del capitale.
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STM, segnali di debolezza con il settore
Seduta in calo, invece, per STMicroelectronics che sembra risentire della generale debolezza del settore. Oggi, in particolare, l’indice Stoxx 600 Technology mostra solo un leggero rialzo, e sembra sulla buona strada per registrare il suo primo calo in 9 sessioni dopo avere toccato ieri in chiusura i massimi dal dicembre 2000.
Intanto a Wall Street è sempre più serrata e agguerrita la battaglia per la posizione nella classifica delle società a maggiore capitalizzazione. In particolare, sono due i nomi sotto la lente in questi giorni: Nvidia e Amazon. “Nvidia, con un notevole aumento del 77% nel suo valore azionario negli ultimi 6 mesi (45,8% da inizio anno), insieme a una crescita del fatturato del 57% nell’ultimo anno, margini lordi del 69% e netti del 42% (i più alti tra i sei principali titoli), si propone di superare Amazon – segnala Gabriel Debach di eToro -. Tuttavia, nonostante il robusto rally, il fatturato di Nvidia si attesta a circa 44,87 miliardi di dollari, l’unico tra i primi 7 titoli a maggiore capitalizzazione che registra un fatturato inferiore ai 50 miliardi di dollari. Questo dettaglio, unitamente al rapporto P/S NTM (Price to Sales Next Twelve Months) di Nvidia, attualmente di 39,8 volte (il valore più alto tra le prime sei società, con un valore mediano di 7,5x), potrebbe sollevare preoccupazioni significative in termini di valutazione, specialmente in caso di inciampi durante il percorso.”
Bancari in cerca di una direzione: cosa dice il report di Dbrs
Bancari a più velocità a Piazza Affari, con una prevalenza di segni negativi nell’indice Ftse Italia all-share Banks. Tra le peggiori c’è Banco Bpm, mentre Intesa Sanpaolo prova a strappare un segno positivo. Oggi per il comparto si guarda a un report sul settore italiano firmato da Dbrs Morningstar dal titolo “Italian Banks: Strong 2023 Results Help Banks Navigate the Likely Less Benign Environment in 2024”.
L’analisi parte proprio dai recenti risultati per il 2023 delle maggiori banche italiane (Intesa Sanpaolo, UniCredit, Banco Bpm, Bper Banca e Banca Mps) che hanno registrato un utile netto aggregato di 6,3 miliardi di euro nel quarto trimestre del 2023, in crescita del 62% su base annua.
Guardando ai conti per l‘intero 2023, l’utile netto aggregato è stato di 22,1 miliardi di euro, in aumento del 73% su base annua o del 57% su base annua escluse le voci una tantum. I risultati del 2023 spiegano gli esperti dell’agenzia di rating, sono stati supportati da maggiori ricavi, un buon controllo dei costi e minori accantonamenti per perdite su crediti (LLP) e hanno portato a un return on equity (ROE) pari al 14,5% rispetto al 7,7% nel 2022.
Gli utili operativi hanno beneficiato di un margine di interesse netto (NII) più elevato, di commissioni nette resilienti e di un controllo dei costi. Secondo Dbrs Morningstar, il NII ha probabilmente raggiunto il picco e in generale è atteso un trend meno favorevole nei prossimi trimestri. “Tuttavia, ciò non si tradurrà necessariamente in una diminuzione del NII nel 2024 poiché i margini medi dovrebbero rimanere al di sopra dei livelli storici e le banche si stanno proteggendo in un contesto di tassi più bassi attesi“, si legge nel report.
“Gli ottimi risultati del 2023 hanno portato a una sostenuta generazione organica di capitale nonostante le distribuzioni più generose agli azionisti tramite dividendi e buyback presso alcune banche – sottolinea ancora l’agenzia di rating. – Questo, unito a profili di rischio più forti, pone le banche italiane in una posizione migliore per affrontare un contesto probabilmente meno favorevole nel 2024. Con la liquidità del settore che si è leggermente ridotta ma rimane solida”.