I titoli del giorno a Piazza Affari: occhi puntati su Eni e Poste, ma anche Tim e Stellantis
Fino a qui seduta positiva a Piazza Affari, con l’indice Ftse Mib che dopo un avvio tonico ha ridimensionato leggermente la sua intonazione, rimanendo comunque sopra la parità (+0,2% a 30.400 punti).
Gli operatori di mercato mantengono il focus sui vari discorsi dei banchieri centrali in cerca di captare qualche segnale sui prossimi ed eventuali tagli dei tassi, mentre continuano a monitorare anche la fitta agenda macro.
Intanto, per la seduta odierna, tra i titoli da monitorare troviamo Tim, Eni e Poste Italiane. Ma non solo, occhi puntati anche su Saipem e Stellantis, ecco i motivi:
Tim, procede la riorganizzazione del Gruppo
A Milano, occhi puntati su Telecom Italia che è alle prese con la sua complessa riorganizzazione di Gruppo. Nella giornata di ieri, il gruppo guidato da Labriola ha annunciato che il CdA ha deciso all’unanimità di avviare il processo per la presentazione di una propria lista che punta a essere di maggioranza nell’assemblea che rinnoverà il CdA. In tal senso, il Cda ha dato mandato al presidente Rossi per coordinare le attività che dovranno portare a sondare gli stakeholder per individuare i profili qualitativi e quantitativi dei candidati.
Ma non solo, riguardo la dimensione del nuovo Cda, il board si è espresso anche sull’opportunità di ridurre le dimensioni del CdA da 15 a 9 membri.
Ricordiamo che nella prima mattinata di mercoledì, Tim ha comunicato che il Governo italiano ha dato il via libera alla vendita della rete NetCo al fondo di investimenti statunitense Kkr, anche se con alcune direttive per garantire la tutela degli interessi strategici connessi agli asset coinvolti nell’operazione.
Intanto, dal punto di vista grafico, Tim si trova da cinque sedute in prossimità del supporto statico a 0,281 euro, con la media mobile a 50 giorni che sta tagliando al rialzo quella di più lungo respiro a 200 giorni, mettendo così a segno il cosiddetto Golden Cross, un segnale rialzista per i prezzi.
Al rialzo, invece, le aree di resistenza più importanti per i prezzi si trovano prima a 0,30 euro e poi verso i 0,32 euro, massimi di periodo che, come vediamo dal grafico giornaliero qui sotto, nel corso del 2023 ha per ben due volte respinto i prezzi al ribasso.
Al momento, gli analisti di Equita mantengono un rating Buy su Tim, con target price posizionato a quota 0,4 euro ad azione.
Eni, Governo valuta vendita del 4%
Da seguire anche la seduta di Eni, che dopo circa due ore dall’avvio degli scambi, si muove poco mosso sotto la parità (-0,10% a 14,6 euro). Secondo l’indiscrezione riportata nel tardo pomeriggio di ieri da Bloomberg, il governo italiano starebbe valutando di vendere (tramite il Mef) una quota fino al 4% di Eni. Teniamo infatti presente che la partecipazione dello stato in Eni è pari al 32.4% di cui il 27.7% tramite CDP e il 4.7% tramite il Mef.
Come ricordano gli analisti di Equita, che mantengono su Eni un rating “buy” con prezzo obiettivo a 19,5 euro, “la possibilità della vendita di una quota di Eni da parte del governo era già circolata a fine 2023 e inizio 2024″. “La privatizzazione di Eni era iniziata nel 1995, quando in poco più di due anni e mezzo, il Ministero del Tesoro aveva collocato sul mercato (con 4 offerte) circa il 63% del capitale di Eni, con un incasso complessivo di oltre €21 miliardi a prezzi (post raggruppamento)”, commenta questa mattina Equita.
La dismissione della partecipazione del 4% di Eni, secondo Equita è “uno scenario possibile” e permetterebbe al governo italiano di ricavare circa 2 miliardi di euro, una somma che consentirebbe una parziale riduzione dell’enorme debito pubblico italiano, oltre 2.850 miliardi di euro.
Intanto, con le vendite delle ultime sedute è peggiorato il quadro grafico di Eni che ha rotto al ribasso diversi ed importanti livelli di supporto. In particolare, il cane a sei zampe ha avviato l’anno all’insegno della debolezza (-5,5% Ytd), con i prezzi che sono tornati anche al di sotto della media mobile a 50 giorni (linea blu sul grafico) che transita nei pressi dell’area psicologica dei 15 euro ad azione.
Ma non solo, con le vendite delle ultime due sedute il titolo ha compiuto il breakout ribassista del supporto statico a 14,7 euro e ciò potrebbe favorire un’ulteriore sgonfiamento dei prezzi che potrebbero presto raggiungere nuovamente l‘area supportiva più importante individuata a 14,2 euro, livello da cui peraltro transita anche la media mobile a 200 giorni (linea arancione). Al contrario, un ritorno dei prezzi al di sopra della resistenza statica già citata a 14,7 euro potrebbe innescare una fase di consolidamento nell’area compresa tra 14,7 e 15 euro.
In ogni caso, la tendenza di Eni è rialzista nel medio periodo, e dai minimi del 2020 ha messo a segno un progresso di oltre il 150%.
Poste Italiane alle prese con valorizzazione asset immobiliari
Seduta all’insegna della volatilità per Poste Italiane che, dopo un’avvio tonico con un gap up rialzista, ha ritracciato brevemente e al momento si trova poco sopra la parità a 10,17 euro (+0,15%). Secondo alcune indiscrezioni di stampa, l’intenzione di Poste sarebbe quella di procedere con la valorizzazione degli asset immobiliari legati alla sua logistica e a riguardo avrebbe ricevuto offerte vincolanti da Kryalos, Generali Real Estate, Coima e Dea Capital per la valorizzazione di una parte degli immobili.
Come ricordano gli analisti di Equita, che mantengono sul titolo rating “buy” con target price a 12 euro, “Poste ha infatti conferito asset legati alla logistica con un valore di mercato di circa 700 milioni di euro, in un fondo gestito da una Sgr e ha indetto lo scorso anno una gara per trovare un investitore immobiliare con una doppia funzione con una possibile cessione di una quota del 50% del veicolo“.
Ecco che se l’operazione dovesse concretizzarsi sarebbe, secondo Equita, una notizia positiva in quanto permetterebbe di: coinvolgere un player con competenze adatte a sviluppare il patrimonio immobiliare nei nuovi format della logistica legati all’attività di distribuzione di Poste e contemporaneamente ridurre l’esborso iniziale per finanziare la trasformazione del portafoglio.
Teniamo presente che il prossimo 20 marzo Poste presenterà il nuovo piano industriale.
Dal punto di vista grafico, con gli acquisti della seduta di ieri, Poste ha concretizzato il rimbalzo dall’area supportiva dinamica offerta dalla media mobile a 50 giorni. Ecco che in caso di proseguimento del rimbalzo tecnico la prossima area di resistenza che potrebbe respingere al ribasso le quotazioni è a 10,45 euro (linea rossa sul grafico).
In ogni caso, con le ultime tre sedute abbiamo avuto un miglioramento anche dal punto di vista dell’analisi algoritmica con l’indicatore di direzione Parabolic Sar che ha virato in direzione long dopo 13 sedute in cui è rimasto impostato al ribasso.
Focus anche su Stellantis e Saipem
Nonostante l’andamento flebile del petrolio Brent, buon andamento oggi per Saipem che si trova dall’avvio degli scambi tra i best performer del listino principale con un progresso al momento di oltre l’1,4%.
Occhi puntati anche sul colosso automobilistico Stellantis che ad ora si trova sulla parità. Ieri hanno deluso le immatricolazioni europee, che a dicembre 2023 si sono attestate in calo del 4% su base annua.