I titoli del giorno a Piazza Affari: Iveco, Diasorin e Eni
Avvio all’insegna della debolezza sulle principali Borse europee, con i mercati che guardano alle mosse future delle banche centrali. In settimana è atteso in particolare il dato sull’inflazione della zona euro che dovrebbe fornire nuovi spunti sulle azioni dellla Banca centrale europea (Bce) in vista della riunione di dicembre. Intanto ieri Christine Lagarde, presidente della Bce, ha ribadito di fronte al Parlamento europeo l’intenzione di riportare la crescita dell’inflazione dell’area euro al target di medio termine del 2%. Inoltre, Lagarde ha indicato la possibilità di aprire una discussione sulla tempistica dei reinvestimenti nel contesto del programma PEPP in un “futuro non troppo lontano”.
A Piazza Affari, come nel resto d’Europa, regna l’incertezza con il Ftse Mib che indietreggia dello 0,3% a 29.250,37 punti. Tra io singoli titoli sotto la lente d’ingrandimento DiaSorin che resta tra i peggiori titoli del Ftse Mib da inizio anno. Segno positivo invece per Iveco Group ed Eni.
Iveco, ecco cosa dice Fitch
Iveco viaggia controcorrente a Piazza Affari, con il titolo che si posiziona in vetta al Ftse Mib con un rialzo di circa l’1,5%. Ieri l‘agenzia Fitch Ratings ha confermato il rating a lungo termine a BBB-, citando la redditività e l’indebitamento della società. In particolare, gli analisti dell’agenzia di rating Usa ha affermato che i parametri di Iveco resteranno in linea con l’attuale rating. Questo nonostante un previsto rallentamento macroeconomico nel 2024 e tassi d’interesse a livelli elevati che continueranno a mettere alla prova le condizioni di finanziamento. Le prospettive per la società sono stabili. Fitch si attende per Iveco un Ebit margin di poco superiore al 4% nel 2024.
Gli analisti che seguono la società sono divisi: con 5 Buy, 7 Hold e nessun Sell e un target price medio di 10,21 euro che implica un rendimento potenziale di quasi il 40%.
Eni: sotto la lente l’accordo con Open Energy ma anche il petrolio con l’Opec+
Scambi positivi in Borsa per Eni. Il titolo guadagna circa lo 0,8% sopra i 15 euro in un contesto di incertezza per il petrolio dopo la decisione dell’Opec+ di rimandare a giovedì 30 novembre la riunione programmata in un primo momento per il 26 novembre. Oggi il petrolio Brent tratta sopra la soglia di 80 dollari al barile, mentre il petrolio Wti avanza e si muove sopra quota 75 dollari con l’attenzione che resta alta sul fronte Opec+. Secondo le indicazioni di Bloomberg l’Arabia Saudita starebbe facendo pressioni affinché tutti i Paesi rispettino le quote di produzione previste per il 2024, sebbene ci sia una certa resistenza da parte di alcuni Paesi, come la Nigeria e l’Angola.
Tornando ad Eni, oggi la società guidata da Claudio Descalzi ha annunciato di avere stretto con la società svizzera Open Energy Platform AG (Open EP) un accordo per garantire il flusso di gas alla Svizzera e all’Italia anche in caso di interruzioni o significative riduzioni dei flussi di gas dalla Germania. Un accordo che favorisce l’utilizzo efficiente dell’infrastruttura svizzera di trasporto Transitgas in relazione sia ai flussi di gas dalla Francia all’Italia attraverso la Svizzera sia alla sicurezza dell’approvvigionamento di gas in Svizzera.
L’intesa entra in vigore il 2 dicembre 2023 e sarà valida fino al 30 settembre 2024. Per tutto il periodo dell’accordo commerciale, le autorità svizzere non adotteranno alcun provvedimento restrittivo sui diritti detenuti da Eni sulle capacità di trasporto del gas attraverso la Svizzera.
Diasorin, ancora vendite
Ancora vendite sul titolo Diasorin a Piazza Affari. Il titolo è il secondo peggiore del listino da inizio anno, con una perdita di oltre il 35% (la maglia nera di peggior titolo YTD va Cnh Industrial, che segna un ribasso di oltre il 36%).
Il punto tecnico (a cura di Giulio Visigalli)
Andamento grafico di Diasorin da inizio 2022 su time frame giornaliero. Fonte TradingView
Dal punto di vista grafico è ben evidente la tendenza ribassista di Diasorin, che dai massimi storici sopra quota 200 euro ad azione (toccati a fine 2021) ha già perso quasi il 60%. A conferma della debolezza in corso, i prezzi la settimana scorsa si sono riportati al di sotto della media mobile a 50 periodi, mentre si trovano distanti il 12% dalla fondamentale media mobile a 200 giorni.
A Milano, il titolo si trova a quota 84 euro ad azione e in caso di proseguimento delle vendite i successivi livelli di supporto che potrebbero sorreggere le quotazioni si trovano a quota 81, minimi di ottobre. Ecco che proprio un cedimento (con volumi in aumento) di quest’ultimo livello potrebbe riportare i prezzi verso l’area supportiva a quota 75 euro, prezzi di aprile 2019.