I titoli del giorno a Piazza Affari: focus su Generali, Anima e Mps
L’ultima seduta della settimana vede Piazza Affari in rialzo in vista dell’appuntamento a mercati chiusi con il giudizio di Moody’s, ultima tra le principali agenzie di rating ad esprimersi sul debito italiano. In una giornata in cui gli operatori stanno seguendo come sempre la sfera macro, con la diffusione ad esempio del dato finale sull’inflazione della zona euro, ma anche le parole della presidente della Bce, Christine Lagarde. In questo contesto l‘indice Ftse Mib continua a mantenersi sopra la soglia dei 29mila punti, registrando una crescita di quasi l’1 per cento.
Sotto i riflettori anche lo spread Btp-Bund che si muove in area 174 punti base, con il rendimento del decennale al +4,26%. Il verdetto di Moody’s è uno dei più attesi visto che è l’unica agenzia ad avere un outlook negativo sull’Italia e in primavera aveva già minacciato un declassamento del rating italiano.
Tra i titoli del giorno a Piazza Affari sotto la lente Generali (-1,3%) dopo i conti, Anima post annuncio dell’acquisizione di Kairos. In luce anche Mps (+2,5%).
Generali debolezza post conti: cosa dicono gli analisti?
Debolezza per Generali in Borsa in questo finale d’ottava. Il titolo del big assicurativo di Trieste, maglia nera del Ftse Mib, cede circa l’1% nel giorno della diffusione dei conti e la conferma dei target del piano. Numeri “leggermente inferiori alle attese a livello di utile operativo e di net income adjusted“, indicano gli analisti di Equita che mantengono la raccomandazione hold su Generali, con target price di 21,6 euro.
Nel dettaglio, nei 9 mesi del 2023 Generali ha registrato premi lordi in aumento a 60,5 miliardi di euro (+4,7%), grazie al forte sviluppo del ramo Danni (+11,4%). La raccolta netta Vita è interamente concentrata nelle linee unit-linked e puro rischio e malattia, coerentemente con la strategia del Gruppo.
Il risultato operativo, in continua crescita, si attesta a 5,1 miliardi (+16,7%), grazie al contributo del segmento Danni, nonostante il maggiore impatto da catastrofi naturali. L’utile netto normalizzato aumenta ulteriormente a 2.979 milioni (+29,6%). Solida, infine, la posizione di capitale, con un Solvency Ratio pari a 224% (221% esercizio 2022).
Anima e le nozze con Kairos
Viaggia in rialzo di circa il 2% e sopra la soglia dei 4 euro in Borsa il titolo Anima all’indomani dell’annuncio dell’acquisizione di Kairos. Un’operazione che gli permette di rafforzare, come sottolineano gli analisti, la presenza nei segmenti di clientela private e istituzionale.
Per quanto riguarda i dettagli dell’operazione, Anima ha sottoscritto un accordo vincolante per l’acquisizione del 100% di Kairos Partners SGR dalla controllante Kairos Investment Management. Il corrispettivo massimo concordato per la cessione è pari all’eccedenza patrimoniale (attualmente stimata tra 20 e 25 milioni di euro) rispetto ai requisiti minimi di vigilanza della società, soggetto ad eventuale aggiustamento in funzione dell’andamento delle masse gestite successivamente alla firma dell’accordo.
Inoltre, l’accordo prevede “un meccanismo di co-investimento per alcuni manager con partecipazione al valore aggiunto derivante dai risultati del business al termine del quinto anno successivo alla firma dell’accordo”. Il closing è previsto nel secondo trimestre del 2024.
Da un punto di vista strategico, secondo la view di Equita, l’acquisizione di Kairos consente di avere un presidio nel private banking con un marchio riconosciuto in un segmento in cui Anima è poco presente, contribuendo al contempo a rafforzare la sua presenza anche nel segmento di clientela istituzionale. Sebbene l’impatto quantitativo sia contenuto, questa operazione mantiene inalterata la capacità finanziaria per ulteriori operazioni di M&A e apre due nuove opzioni di crescita, ossia lo sviluppo del private banking e l’espansione all’estero, sfruttando le competenze di 15 private bankers e i clienti di Kairos anche esteri.
Bancari sotto la lente con le previsioni di S&P
Una qualità degli attivi più solida per fronteggiare i rischi economici per le banche italiane. A sottolinearlo gli analisti di S&P Global Ratings che hanno passato in rassegna l’Outlook per il 2024 dedicato alle banche globali, approfondendo lo scenario dei singoli Paesi. La maggiore resilienza sarà messa alla prova nel 2024 più di quanto sia avvenuto nel 2023. Stando all’agenzia di rating Usa, le perdite di credito delle banche tricolore aumenteranno, ma probabilmente meno di quanto previsto in precedenza. Con le differenze tra le banche che però diventeranno sempre più evidenti.
“L’economia decelererà ma senza una recessione, nel nostro scenario base”, affermano gli esperti di S&P sottolineando che “condizioni di finanziamento più restrittive e le prospettive di crescita più pessimiste in Europa porteranno a un ulteriore rallentamento dell’economia italiana nel 2024, con il Pil in crescita dello 0,7% prima di un rimbalzo a circa l’1,3% nel 2025, sostenuto dai fondi Next Generation Eu”. In un contesto in cui “è improbabile un deterioramento significativo della qualità degli attivi”.
Tra le big del settore bancario del Ftse Mib, in evidenza Mps che sale di oltre il 2%, bene anche Mediobanca, Banco Bpm e Bper che salgono tutte di oltre l’1,3 per cento.