I titoli del giorno a Piazza Affari: focus su big oil e STM
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La settimana parte in rosso per le principali Borse europee che vedono il comparto tech sotto il fuoco delle vendite in tutto il Vecchio continente. Anche Piazza Affari perde terreno, con l’indice Ftse Mib che scivola dell’1,22% a 34.662,84 punti a metà seduta in un contesto che resta incerto in vista di alcuni dati macro (come l’inflazione Usa) e l’avvio ufficiale della stagione degli utili a Wall Street (in primo piano le principali banche, mentre le big del Tech sono in programma per il 29-30 gennaio).
Tra i singoli titoli del Ftse Mib, sotto i fari alcune big del comparto oil come Eni. Debolezza per STMicroelectronics che indietreggia di quasi il 3,7%.
STM in panne
Seduta in rosso per il settore dei semiconduttori in Europa, tra cui STM. Il titolo del big italo-francese dei chip è sul fondo del Ftse Mib dopo avere incassato la bocciatura di Td Cowen che ha ridotto la raccomandazione a hold da buy. Anche gli analisti di Banca Akros si sono soffermati oggi su STM in vista dei conti di fine gennaio (30 gennaio la trimestrale, con la conference call a partire dalle 9:30). Gli esperti hanno confermato la raccomandazione neutral su STM, con target price limato a 27 da 28 euro data la visibilità ancora limitata sulla ripresa del secondo semestre 2025.
Da Akros segnalano che il prossimo 23 gennaio Texas Instruments, un competitor chiave di STM, comunicherà i risultati e, data la sua portata, “probabilmente darà il tono alla stagione dei report” dell’intero settore. Guardando più nel dettaglio ai numeri di STM, Akros indica: “per il quarto trimestre 2024 ci aspettiamo che STM riporti risultati coerenti con le indicazioni e il consensus, con vendite di 3,3 miliardi di dollari e un margine lordo del 38%”.
“Stimiamo che le vendite del primo trimestre 2025 potrebbero essere in calo del 20% su base trimestrale – suggeriscono gli esperti -, con un risultato quasi in pareggio a livello di EBIT (75 milioni 130 milioni). Tuttavia, va notato che STM potrebbe recuperare parte della sua debolezza se il dollaro USA continuasse a rafforzarsi”.
Big oil in evidenza con petrolio
Tra le migliori del Ftse Mib spiccano alcuni titoli del comparto oil, come Eni che sale dello 0,8% circa. A favorire i rialzi l’intonazione positiva del petrolio che ha toccato i massimi da quattro mesi a seguito di una nuova ondata di sanzioni statunitensi contro l’industria energetica russa che minacciano di ridurre le forniture, seminando confusione tra i principali importatori asiatici.
Il Brent viaggia sopra gli 81 dollari al barile, dopo aver registrato un aumento di quasi il 4% nella sessione precedente. Venerdì, gli Stati Uniti hanno imposto le loro sanzioni più aggressive e ambiziose contro l’industria petrolifera russa, prendendo di mira grandi esportatori, compagnie di assicurazione e oltre 150 petroliere. A seguito di queste mosse, a meno di due settimane dall’insediamento di Donald Trump, le raffinerie in India e Cina potrebbero essere costrette a cercare forniture alternative. L’India è emersa come un acquirente vitale del greggio russo dopo l’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca nel 2022, e la Cina è il più grande importatore di petrolio al mondo.