I titoli del giorno a Piazza Affari: Banco Bpm e i bancari soffrono, focus su Saipem
Sui mercati finanziari prevalgono anche oggi le vendite. Dopo la debole seduta della vigilia, senza il faro di Wall Street chiusa per festività, i listini del Vecchio continente non riescono a imboccare la strada dei rialzi. In un contesto in cui gli investitori sono concentrati sulle indicazioni che stanno arrivando dal fronte Banca centrale europea (Bce)/tassi. I recenti discorsi dei responsabili di politica monetaria dell’eurozona, tra cui quello di Holzmann, Nagel, Lane e Villeroy stanno raffreddando l’entusiasmo dei mercati sui tassi: le aspettative sui tagli nel 2024 da parte della Bce vengono giudicate troppo ottimistiche.
Domani si attende da Davos il discorso della numero uno della Bce, Christine Lagarde, che potrebbe fornire ulteriori indizi sulla questione tassi in vista della riunione della Bce di giovedì prossimo.
Anche Piazza Affari si mostra debole, con il Ftse Mib che a metà seduta riduce le perdite e scambia a 30.264,7 punti (-0,21%). Soffrono i bancari con Banco Bpm che indietreggia dopo il downgrade di JPMorgan, rimbalza invece Saipem.
Banco Bpm, la peggiore del Ftse Mib: arriva il downgrade di JPMorgan
Seduta tinta di rosso per i bancari, con Banco Bpm che è stata per gran parte della mattina tra le peggiori del listino. A pesare sul titolo della banca guidata da Giuseppe Castagna la bocciatura firmata oggi da JPMorgan.
In un ampio report sul settore bancario europeo gli analisti hanno abbassato la raccomandazione di Banco Bpm da neutral a underweight, con il nuovo target price fissato a 4,5 euro dal precedente da 5,7. Nel complesso, gli esperti della banca d’affari Usa mantengono una view prudente sul settore bancario europeo, citando l’outlook di tassi più bassi e mostrandosi “più cauti del consenso” sul costo del rischio. In questo contesto JPMorgan ha rivisto al ribasso all’interno del comparto le stime sull’utile per azione (Eps) del 4%/5% in media rispettivamente per il 2025/2026. JPMorgan, che ricorda come Piazza Meda sia una delle banche più sensibili ai tassi, ha abbassato le aspetttive sull’Eps della banca dell’11% e del 14% per gli esercizi 2025 e 2026.
Le operazioni di M&A appaiono improbabili nel breve/medio termine. “Banco Bpm ha ribadito la sua strategia standalone nel corso del Capital Market Day di dicembre, concentrandosi sulla crescita delle sue fabbriche di prodotto – ricordano gli analisti -. Anche il management ha più volte negato ogni interesse per Mps, e ancora più importante, riteniamo che un’acquisizione di Banco Bpm da parte di UniCredit sia improbabile nel breve/medio termine”.
UniCredit sotto i riflettori
Sotto i fari anche UniCredit che ieri sera ha annunciato al mercato il collocamento di un bond Tier 2 per un importo di 1 miliardo di euro, destinato agli investitori istituzionali. Il collocamento, si legge nel comunicato diffuso dalla banca italiana guidata dal ceo Andrea Orcel, ha riaffermato la “solida base di investitori e la sua capacità di accesso al mercato in diversi formati” dell’istituto di credito.
L’obbligazione, con scadenza a 10 anni e 3 mesi richiamabile dopo 5 anni e 3 mesi, paga una cedola fissa del 5,375% fino ad aprile 2029 e ha un prezzo di emissione del 99,847%, equivalente a uno spread di 280 punti base rispetto al tasso swap di riferimento.
“Dato il forte interesse del mercato e il considerevole volume degli ordini, la guidance sullo spread inizialmente fissata a 315 punti base rispetto al mid-swap è stata infine ridotta a 280 punti base”. Forte la domanda arrivata per il bond di UniCredit. Le richieste sono scattate da più di 200 investitori istituzionali, con ordini superiori ai 3 miliardi di euro.
Intanto UniCredit prosegue con la prima tranche del programma di buyback 2023. Fra l’8 e il 12 gennaio la banca guidata da Orcel ha fatto sapere di avere acquistato 2.295.186 azioni proprie, ad un prezzo medio ponderato di 25,7521 euro, per un controvalore complessivo di oltre 59 milioni di euro.
C’è un altro fronte che resta aperto per la banca di Piazza Gae Aulenti: quello di Signa. Secondo quanto riportato dal tabloid tedesco “Bild”, citato anche da Il Corriere della Sera, Unicredit avrebbe 600 milioni di euro di esposizione verso la società immobiliare di René Benko indebitata per un ammontare totale di circa 14 miliardi di euro. Secondo la stessa fonte, tra le società più esposte ci sarebbero Julius Baer (628 milioni di euro), Munich RE (700 milioni di euro), Raiffeisenbank International (755 milioni di euro), San Simeon Investment (884 milioni di euro) e Signal Iduna (912 milioni).
L’outlook di Scope sulle banche: ecco cosa dice
In questi giorni sono numerosi gli outlook, soprattutto quelli dedicati al settore bancario europeo. Un comparto su sui si è espressa in questi giorni anche l’agenzia Scope che ha un outlook stabile. “La migliore redditività, la solidità dei bilanci e l’eccesso di capitale costituiscono un importante argine al deterioramento delle condizioni operative e alla moderata ripresa economica”, sintetizza Scope nel report.
Marco Troiano, Head of Financial Institutions Ratings, entra più nel dettaglio e spiega: “Il settore reggerà anche quest’anno, grazie ai fondamentali del credito più solidi costruiti negli ultimi anni. I fattori di rischio al ribasso e al rialzo sono ampiamente bilanciati“. E aggiunge: “Riteniamo che la redditività del settore abbia raggiunto il suo picco nel 2023 e che inizierà a diminuire nel 2024 e nel 2025 a causa di una normalizzazione dei margini di interesse netti e di un moderato aumento del rischio di credito. Tuttavia, nessuna delle banche del nostro campione registrerà una perdita netta nel 2024 secondo il nostro scenario di base.”
Saipem rimbalza in Borsa
Dopo i cali registrati ieri, rimbalza Saipem a Piazza Affari. Il titolo del gruppo attivo nel settore dei servizi petroliferi sale in vetta del Ftse Mi grazie a un rialzo di quasi il 2%. Tra le comunicazioni di oggi al mercato della società c’è l’avvio del programma di acquisto di azioni ordinarie al servizio del Piano di Incentivazione Variabile di Lungo Termine 2023-2025. Il piano, che prevede l’acquisto di un numero massimo di 29.500.000 azioni, è in esecuzione di quanto deliberato dall’assemblea degli azionisti il 3 maggio 2023. “Il programma di buyback, essendo accessorio al piano di incentivazione, non ha risvolti per il titolo”, precisano gli analisti di Equita.
Analisti positivi, prevalgono i buy su Saipem
La view degli analisti è decisamente positiva su Saipem. Attualmente il consenso Bloomberg vede 17 buy (circa l’81%), 4 hold (circa il 19%) e nessun sell sul titolo del big oil di Piazza Affari. Il target price medio è pari a 2,18 euro, con un rendimento potenziale di oltre il 51%.