I falchi mettono il turbo ai rendimenti. Ma l’incremento dei tassi di riferimento dovrebbe essere modesto
“I temi centrali su cui ci focalizziamo attualmente sono la crescita sostenuta dell’economia europea, la debolezza nel Regno Unito e l’assenza di pressioni inflazionistiche”. Così, una crescita economica globale in espansione e la svolta positiva degli utili societari – uniti a tassi di inflazione e al costo dei finanziamenti modesti – continuano a supportare i mercati azionari. E’ questa l’opinione (peraltro largamente condivisa) del team multi asset di BMO Global Asset Management.
Il forum di Sintra
Come spiegano i gestori di BMO, per la maggior parte del mese di giugno, i mercati sono stati poco direzionali e con bassa volatilità. La vera azione ha avuto luogo negli ultimi giorni del mese, precisamente durante il Forum delle Banche centrali tenutosi a Sintra dal 26 al 29 giugno, durante il quale si sono susseguite dichiarazioni nel segno di un inasprimento delle politiche monetarie. I rendimenti obbligazionari, che fino a quel momento erano in continuo calo, hanno messo a segno un rimbalzo: dal 26 giugno fino alla fine di luglio, i rendimenti di titoli di Stato decennali sono aumentati di 17 punti base negli Stati Uniti, di 22 punti in Germania, di 24 nel Regno Unito e di 30 in Canada. “Questa dinamica riflette l’accettazione da parte delle Banche centrali che la crescita è migliorata significativamente – spiegano gli strategist – Non riflette invece la crescente pressione inflazionistica”. “Per questa ragione – aggiungono i gestori di BMO – non la vediamo come una minaccia all’attuale contesto favorevole al rischio. La crescita globale è solida o in miglioramento in quasi tutti i Paesi e anche gli utili societari sono in netto miglioramento. La nostra preoccupazione è che questa scenario sia di puro consenso, che mitiga, ma non elimina, la nostra propensione per gli asset rischiosi”.
Il calo dell’inflazione in America
Quello che ha destato preoccupazione tra i gestori è stato il calo dell’inflazione core negli Stati Uniti registrato negli ultimi mesi. Ciò infatti è avvenuto nonostante la disoccupazione sia al minimo del ciclo e allo stesso livello toccato nel ciclo precedente. Il mistero si è infittito con i dati che mostrano anche un rallentamento nell’inflazione salariale. “Ci aspettiamo che questa singolarità si risolva con il ritorno al precedente trend rialzista delle dinamiche salariali e dei prezzi al consumo”, spiega il team di BMO. Con i bassi livelli di inflazione e il percorso di normalizzazione della politica monetaria, gli aumenti dei tassi di riferimento dovrebbero essere tuttavia modesti. “Infatti, l’assenza di pressioni inflazionistiche sta favorendo l’estensione del ciclo economico e il contesto resta quello in cui gli utili societari dovrebbero continuare a sostenere le valutazioni azionarie”, conclude il team di BMO.