I conti di Spotify bocciati dal mercato. Sale la concorrenza di Apple & Co?
A meno di un mese dallo sbarco a Wall Street, Spotify Technology presenta i suoi primi risultati finanziari da società quotata. Il big svedese dei servizi di streaming musicale ha archiviato i primi tre mesi dell’anno con una perdita di 169 milioni di euro, in miglioramento rispetto al rosso di 173 milioni al 31 marzo 2017 e al rosso di 596 milioni dell’ultimo scorcio dell’anno passato. La perdita operativa si è invece attestata a 41 milioni contro il risultato negativo per di 139 milioni di un anno prima, mentre i ricavi totali sono cresciuti del 26% a 1,14 miliardi di euro ma hanno deluso il consensus FactSet che indicava un fatturato di 1,16 miliardi.
E a fine marzo sono in totale 170 milioni gli utenti mensili attivi di Spotify, un “esercito musicale” in crescita del 30% rispetto ai primi tre mesi del 2017. In particolate, gli abbonati al servizio a pagamento sono cresciuti del 45%, passando dai 52 milioni del primo trimestre 2017 agli attuali 75 milioni (il quarto trimestre era stato chiuso con 71 milioni di nuovi abbonati a pagamento).
Le note stonate sono arrivate per il titolo Spotify, che ha ceduto oltre il 9% scivolando sotto la soglia di 155 dollari nella sessione di aftermarket a Wall Street, con la lettura delle previsioni per il trimestre in corso. La società ha indicato un giro d’affari compreso tra 1,1-1,3 miliardi di euro, “includendo un impatto negativo per circa 95 milioni di euro dall’effetto cambi”, si legge in una nota. Il mercato indicava un fatturato di 1,29 miliardi di euro. Il gruppo scandinavo si attende, invece, per il trimestre che verrà chiuso a fine giugno utenti mensili attivi compresi tra i 175-180 milioni, con una crescita del 28-32%, mentre gli abbonati premium dovrebbero crescere del 34-41%, per un totale di 79-83 milioni di abbonati paganti.
Una guidance che il mercato ha giudicato debole soprattutto se si guarda al contesto e al settore, quello della musica in streaming, che vede una concorrenza sempre più agguerrita. “Non vediamo alcun tipo di impatto significativo della concorrenza”, ha dichiarato Daniel Ek, numero uno del gruppo di Stoccolma, durante la conference call con gli analisti. Ma a quanto pare la sua dichiarazione non è stata sufficiente a sopire i timori. Secondo alcuni operatori su Spotify pesa, in particolare, la pressione di Amazon ed Apple. Qualche giorno fa, pubblicando i risultati finanziari, Tim Cook, numero uno del big di Cupertino, ha annunciato “il miglior trimestre di marzo di sempre, con una forte crescita dei ricavi per quanto riguarda iPhone, servizi e dispositivi indossabili”. In particolare, le vendite sotto la voce servizi, che comprende anche Apple Music, sono salite del 31% superando per la prima volta quota 9 miliardi di dollari.
Conti che segnano una prima battuta d’arresto in Borsa per Spotify che nell’ultimo mese ha messo a segno un rialzo di quasi il 29 per cento. Nel suo primo giorno di contrattazioni in Borsa, il titolo Spotify ha chiuso in rialzo del 13% rispetto al prezzo di riferimento, al di sotto tuttavia rispetto ai massimi intraday testati durante la sessione. La società di servizi di streaming musicali, presente in 65 mercati, è sbarcata al New York Stock Exhange con il simbolo SPOT. Diversamente dall’IPO tradizionale, Spotify è approdata sulla Borsa di New York con la quotazione diretta: ciò significa che nessuna banca ha sottoscritto le azioni e nessun prezzo è stato stabilito in anticipo.