Guerra dazi: danno inflitto dai cinesi è superiore a quello subito dagli Usa
E’ un momento poco sereno per i mercati finanziari segnati dalla guerra commerciale tra le due superpotenze mondiali, Stati Uniti da una parte e Cina dall’altra. A quantificare i dazi statunitensi e quelli cinesi e il loro impatto sul cambio dollaro/yuan è Antonio Cesarano, Chief Global Strategist di Intermonte SIM.
L’impatto dei dazi Usa e Cina sui rispettivi paesi
Secondo l’esperto, al momento i dazi Usa ammontano a 250 miliardi di dollari con aliquota al 25%, e il cui impatto è pari a 63 miliardi (250*0,25). Dal canto loro i cinesi hanno imposto dazi su 110 miliardi di dollari di beni di cui 50 mld al 25% e 60 mld ad un’aliquota media di circa il 19% (impatto totale 23,9 miliardi di dollari). Il cambio dollaro/yuan si è svalutato da 6,3 a 6,9 sottolinea Cesarano secondo cui la svalutazione impatta su tutti i 539 miliardi di dollari di beni esportati dalla Cina vs gli Usa, pari a un recupero di competitività (alias abbassamento del costo per gli acquirenti USA delle merci importate dalla Cina) di 51Mld$
Pertanto a conti fatti, il “danno” totale inflitto dai cinesi agli Usa è la somma di quello tramite dazi (23,9 mld) + il recupero di competitività delle merci cinesi esportate attraverso il cambio (51 mld), pari a un totale di 75 miliardi di dollari. Il “danno” inflitto dai cinesi è pertanto al momento superiore a quello che i cinesi subiscono dagli Usa (75 mld $ vs 63 mld $).
L’impatto dei dazi su dollaro/yuan
Quantificato il danno, che impatto hanno i dazi sul cross dollaro/yuan? Secondo Cesarano, ad oggi il cambio dollaro yuan di equilibrio sarebbe pari a circa 6,70. Nell’ipotesi di un aggravamento della guerra commerciale in corso, qualora da fine giugno gli Usa procedessero a estendere i dazi al 25% su ulteriore 300 mld di dollari di beni importati e ipotizzando una ulteriore ritorsione cinese solo tramite cambio, il cambio dollo/yuan di equilibrio sarebbe pari a 7,70. Da qui l’esperto di Intermonte SIM precisa che al momento il cambio dollaro/yuan è già abbondantemente su un livello di equilibrio rispetto ai calcoli prima citati. “È probabile pertanto che la Cina cerchi di impedire un deprezzamento ulteriore per evitare di danneggiare le aziende domestiche, fortemente indebitate in dollari. Di conseguenza” precisa Cesarano “per avere a disposizione dollari da vendere per acquistare yuan, la Cina potrebbe procedere a vendere parte dei Treasury come già fatto in passato in periodi di forte svalutazione dello yuan, come evidenziato nel grafico seguente”.
Anche per questa ragione, conclude Cesarano, il presidente Donald Trump ieri ha chiamato in capo la Fed, a supporto del confronto con la Cina. In un tweet, il presidente ha chiesto alla banca centrale americana di ridurre in tassi in modo da battere sul tempo la Cina. “La Cina immetterà denaro nel mercato e probabilmente ridurrà i tassi di interesse, come sempre, per compensare gli affari che sta perdendo e che perderà. Se la Federal Reserve giocasse la “sua partita”, sarebbe fatta, vinceremmo noi. In ogni caso la Cina vuole un accordo”.