Guerra Commerciale: per una volta vincono le colombe, Trump sceglie l’approccio soft per bloccare Pechino
Parziale marcia indietro dell’amministrazione Trump. Al fine di contrastare gli investimenti cinesi nelle aziende statunitensi, la Casa Bianca ha annunciato di voler riformare e rafforzare l’esistente sistema di controlli che opera tramite il CFIUS (Committee on Foreign Investment in the US), l’ente che dal 1980 esamina le operazioni che presentano implicazioni con la sicurezza nazionale.
Il Congresso “ ha compiuto progressi significativi – riporta una nota a firma del Presidente – nell’elaborazione di un provvedimento di legge che modernizzerà i nostri strumenti a protezione delle tecnologie nazionali critiche da pericolose acquisizioni estere”. Questa legislazione, chiamata FIRMA (Foreign Investment Risk Review Modernization Act), “rafforzerà la nostra capacità di proteggere gli Stati Uniti da minacce nuove e in continua evoluzione poste dagli investimenti esteri stranieri”.
A seguito dell’entrata in vigore, “faro sì che la mia Amministrazione implementi la FIRMA in maniera rapida e che la faccia rispettare rigorosamente con la finalità di affrontare le preoccupazioni legate agli investimenti statali nelle tecnologie critiche”.
Quella di rafforzare il CFIUS rappresenta una decisione che scontenta i falchi capitanati da Peter Navarro e Robert Lighthizer che, in più occasioni, hanno chiesto la creazione di nuovi strumenti per contrastare l’avanzata di Pechino. Per il segretario al Tesoro Steven Mnuchin, il vero vincitore di questa battaglia, si tratta di una mossa che permetterà di affrontare il problema delle joint venture cinesi, che obbligano le aziende a stele e strisce a trasferire tecnologie ai partner locali.
“Prima, uno dei problemi del CFIUS era rappresentato dal fatto che eravamo in grado di bloccare un’acquisizione ma quando una società decideva di formare una joint venture non avevamo il potere di veto”, ha detto Mnuchin nel corso di un’intervista alla CNBC. “Se qualcuno crea una joint venture su una tecnologia passibile di essere bloccata, sarà impossibilitato a trasferire tecnologia. Questo rappresenta una novità ed è parte della nuova legislazione”.
Nonostante si tratti di una mossa che, per una volta, non fa salire la tensione sul fronte commerciale, va rilevato che le questioni relativi i dazi con l’Ex Regno di Mezzo restano sul tavolo: tra pochi giorni partiranno misure su 34 miliardi di dollari di importazioni cinesi e la minaccia di estenderli a 450 miliardi di merci, quasi tutto l’export in arrivo dalla Cina, resta sempre attuale.