Governo si prepara a passare al setaccio le attuali concessioni: le possibili implicazioni per le società di Piazza Affari
Dopo la tragedia del Pone Morandi a Genova e le potenziali implicazioni per la concessione di Atlantia, il governo entrerà in azione con una revisione a tutto campo delle concessioni. Secondo quanto scrive “Il Sole 24 Ore“, il governo partirà da una ricognizione delle concessioni in scadenza o scadute in vari settori, fra cui le ricerche di idrocarburi, le frequenze tv, la telefonia oltre alle concessioni idroelettriche e autostradali con l’obiettivo di massimizzare i ritorni per lo stato.
Per quanto riguarda il settore della ‘Water distribution‘, il quotidiano sottolinea che a settembre potrebbe accelerare la proposta di legge sul tema dell’acqua pubblica, che prevede come ipotesi il passaggio alla gestione in-house alla scadenza delle concessioni. L’associazione delle imprese del settore, sottolinea che la gran parte delle società che gestiscono il servizio idrico in Italia è a partecipazione pubblica e quindi sarebbe preferibile concentrarsi sul tema delle verifiche e controlli della gestione rispetto a smontare l’attuale assetto di gestione del servizio. In questo settore gli analisti di Equita indicano tra le società più esposte Acea (43% dell’Ebitda), Hera (23% dell’Ebitda) ed Iren (19% dell’Ebitda).
Quanto al rinnovo dei servizi in concessione gli esperti della sim milanese ritengono che “i rischi maggiori siano per le società che gestiscono assets idroelettrici ed in particolare per A2a che ha il 40% delle concessioni (sistema della Valtellina) che scadranno nel 2020 (le altre concessioni scadono al 2029)”. “Nel nostro modello – spiegano da Equita – assumiamo un incremento dei canoni idroelettrici di 15-20 milioni dal 2020, ma il rischio potrebbe essere il mancato rinnovo della concessione in Valtellina, con riconoscimento di valore di rimborso a valori industriali (da definirsi con criteri che deve stabilire il ministero dello sviluppo)”. In particolare, Equita stima per A2a che la produzione idroelettrica valga circa il 18-20% dell’Ebitda, mentre per Iren vale il 10% dell’Ebitda (scadenza concessioni al 2029), per Erg il 20% dell’Ebitda (scadenza concessioni 2029) e per Enel il 5% dell’Ebitda (scadenza concessioni il 2029).
Discorso a parte per Telecom Italia e il settore delle telecomunicazioni. “Vediamo rischi limitati dalla revisione delle attuali concessioni”, commenta da Equita che conferma la raccomandazione buy e il target price di 0,85 euro sul gruppo guidato da Amos Genish. Equita precisa che sul fronte tlc, come riportato dalla stampa nazionale, non vede particolari elementi di rischio in quanto il settore opera sulla base di licenze e non concessioni e le frequenze vengono attribuite attraverso aste in generale molto competitive.