Goldman Sachs su Fed e tassi: mercati troppo compiacenti, rischiano brutte sorprese
L’alert di Goldman Sachs è chiaro: i mercati starebbero scommettendo troppo e troppo presto su un dietrofront della Fed sui tassi, dunque su un loro taglio, volto a scongiurare il pericolo recessione negli Stati Uniti. “Guardando al re-pricing degli asset ciclici negli Stati Uniti e in Unione europea, crediamo che il mercato possa essere diventato troppo compiacente, e troppo presto, nel prezzare lo smorzarsi dei rischi di recessione, con le aspettative di una politica monetaria più accomodante”, hanno scritto gli strategist di Goldman Sachs, tra cui Cecilia Mariotti, in una nota che porta la data del 1° agosto (ieri per chi legge).
La view di Goldman, spiega un articolo di Bloomberg, arriva sulla scia del rally segnato da diversi asset, dai titoli tecnologici alle valute dei mercati emergenti, dopo che la Federal Reserve ha annunciato la scorsa settimana l’intenzione, a un certo punto, di rallentare il ritmo dei rialzi dei tassi di interesse che, per ora, sta portando avanti in modo molto aggressivo, nel suo tentativo di frenare l’impennata dell’inflazione.
In particolare, gli investitori bullish fanno riferimento ai dati più deboli relativi alla fiducia dei consumatori e alla seconda contrazione consecutiva, nel secondo trimestre, del Pil Usa, come a quei fattori che potrebbero indurre la Fd di Jerome Powell a propendere per una politica monetaria caratterizzata da tassi più bassi. Una speranza eccessiva? “Riteniamo che i mercati saranno vulnerabili a sorprese hawkish, nel caso in cui l’inflazione dovesse continuare a far fatica a riassestarsi e in presenza di sorprese dal fronte della crescita – sottolineano da Goldman Sachs.
Lo scorso 27 luglio la Fed ha alzato i tassi sui fed funds di 75 punti base, per la seconda volta consecutiva, a conferma della sua lotta contro l’inflazione galoppante – negli Stati Uniti.
Powell ha indorato tuttavia la pillola in modo inatteso, mostrando un volto un po’ più dovish, o forse meglio dire meno hawkish, rispetto alle volte precedenti, in cui a spiccare era stata la sua determinazione a sfiammare l’inflazione No Matter What, anche a costo di far scivolare l’economia americana in recessione. Stavolta, invece, ha detto: “Con la politica monetaria che diventa più restrittiva, diventerà probabilmente appropriato rallentare il ritmo dei rialzi dei tassi, mentre valutiamo in che modo i nostri aggiustamenti cumulativi stanno condizionando l’economia e l’inflazione”.
Con il suo secondo rialzo consecutivo di 75 punti base, Powell & Co hanno portato i tassi sui fed funds Usa nel nuovo range compreso tra il 2,25% e il 2,5%, al record dalla fine del 2018.