Goldman Sachs: nuovi target price UniCredit e Intesa. Mentre gestore Artemis scommette su questo titolo
Banche italiane osservate speciali nella sessione odierna dopo la nota di Goldman Sachs, che ha apportato alcuni cambiamenti nei giudizi di alcuni titoli.
Goldman ha in particolare rivisto al rialzo i target price di UniCredit, da 21,70 a 22,50; di Ubi Banca, da 3,24 a 3,40; Intesa SanPaolo, da 3,10 a 3,20 euro; Banco BPM (da 3,2 a 3,7 euro). Tagliato invece il target price di Bper, da 5,10 a 4,80 euro.
La banca d’affari americana ha notare che Unicredit si e’ distinta in modo particolarmente positivo, mentre Intesa, Ubi e Bper Romagna hanno visto salire la propria quota di mercato del 3%, riportando guadagni di capitale per 4 miliardi.
Secondo Goldman Sachs, il comparto ha beneficiato della fase di consolidamento in Italia, con il secondo trimestre dell’anno che si è confermato pietra miliare del processo. Nelle attività strategiche i ricavi, si legge nella nota, sono aumentati dell’1% in media. L’aumento delle commissioni ha inoltre più che compensato la flessione dei ricavi netti da interessi.
Detto questo, il colosso Usa ha fatto anche notare che la stessa fase di consolidamento ha prodotto anche conseguenze negative e, a tal proposito, ha citato il caso di Intesa SanPaolo, per cui si prevede una crescita degli accantonamenti per i crediti a rischio, entro la fine di quest’anno. Sulla banca guidata da Carlo Messina, Goldman Sachs ha comunque ribadito il rating “neutral”. Invariati anche i rating degli altri titoli, con la valutazione buy per Unicredit (che rimane nella Conviction List di Goldman) e Banco Bpm.
Focus anche sulla nota di Paul Casson, gestore dell’Artemis Pan-European Absolute Return Fund.
Nella nota “E’ il momento di un rally ciclico?”, Casson scrive che: “secondo le previsioni, fra i titoli ciclici saranno quelli finanziari a dare il maggiore contributo alla crescita degli utili quest’anno, aggiungendo che “le prospettive di un rialzo dei tassi di interesse avranno un impatto positivo sui margini di intermediazione delle banche. Inoltre è importante rilevare che sono in aumento i finanziamenti delle banche a privati e imprese. Il flusso netto di crediti bancari erogati al settore non finanziario è positivo dalla metà del 2015, una chiara indicazione della crescente fiducia in Europa. Eppure tutto questo ancora non si vede nelle valutazioni: i prezzi dei finanziari sono stati inferiori a quelli di mercato solo il 6% delle volte negli ultimi 40 anni”.
Così continua Casson:
“Forse gli investitori non sono ancora del tutto convinti che le banche europee sono uscite dalla crisi. A nostro avviso, il fatto che la recente ristrutturazione delle banche in Spagna e in Italia non abbia causato scompensi diffusi nel sistema bancario deve essere interpretato come un segnale di fiducia nei confronti delle banche europee. Un buon esempio dell’evoluzione del settore è la recente quotazione in borsa di Allied Irish Banks. Sono passati quasi 10 anni da quando si è afflosciato il boom dell’Irlanda, la “Tigre Celtica”, e nel frattempo sono stati necessari interventi energici su questa banca per ripulirne i bilanci e ricapitalizzarla. Il processo è ora giunto al termine e quello che è rimasto è una banca con un’eccellente esposizione ad un’economia in rapida crescita, margini di intermediazione in miglioramento e una domanda robusta. Abbiamo aggiunto questa azione nel portafoglio.
Chiaramente un’attenta selezione fra le banche è ancora fondamentale. A parte i casi singoli, come quello di Allied Irish Banks, le banche sono particolarmente sensibili ai rialzi dei tassi di interesse. Data la stretta correlazione fra le azioni delle banche e i rendimenti delle obbligazioni del Tesoro USA a dieci anni, i prezzi di alcune di queste azioni hanno già cominciato a muoversi”.