Golden Power: Tim incassa (con prescrizioni) via libera su cessione Rete. I dossier aperti? Da rinnovo cda a Sparkle
L’operazione NetCo va avanti con il via libera ai fini della normativa Golden Power. E’ arrivato stamattina, prima dell’avvio delle contrattazioni, l’OK del Governo sulla cessione di NetCo al consorzio guidato dal fondo Usa KKR in relazione proprio al tema dei “poteri speciali”. Da Palazzo Chigi precisano: “si delinea un quadro certo di supervisione strategica affidata allo Stato”. Una notizia attesa, come rimarcano gli analisti, ma in ogni caso positiva che spinge al rialzo il titolo Tim in Borsa.
Ma quali sono i principali dossier in cui è coinvolta la società guidata da Pietro Labriola?
Arriva l’OK (con prescrizioni) sulla cessione della Rete
Una breve nota arrivata prima della partenza di Piazza Affari aggiorna i mercati sul via libera da parte dell’esecutivo Meloni a Tim sull’operazione di cessione della Rete.
“Tim, nell’ambito delle attività volte al closing dell’operazione di cessione di NetCo e in seguito alla firma del transaction agreement con Optics BidCo (società controllata da Kohlberg Kravis Roberts & Co. L.P. “KKR”), comunica di aver ricevuto l’assenso all’esecuzione dell’operazione medesima ai fini della normativa Golden Power”.
Con una precisazione nel comunicato: “il provvedimento autorizzativo, con il quale il Consiglio dei ministri ha esercitato i poteri speciali nella sola forma delle prescrizioni, ha fatto propri gli impegni presentati nel corso del procedimento. Si tratta di impegni ritenuti dal Governo pienamente idonei a garantire la tutela degli interessi strategici connessi agli asset oggetto dell’operazione”.
“Si tratta di una notizia attesa, ma in ogni caso positiva in quanto era una delle condizioni per il closing e segnaletica dell’impegno del governo sull’operazione“, scrivono da Equita. Sulla stessa lunghezza d’onda il commento di Intesa Sanpaolo che scrive: “Implicazioni da neutre a positive, essendo un risultato ampiamente atteso, dal momento che l’operazione è stata sostenuta dal governo che partecipa al deal”.
Palazzo Chigi: “si delinea quadro certo e supervisione strategica dello Stato”
Arrivano anche le indicazioni di Palazzo Chigi, con qualche precisazione. Secondo il Governo, “il via libera con prescrizioni alla vendita della rete Tim al fondo infrastrutturale statunitense KKR rappresenta un ulteriore e fondamentale step nell’operazione di acquisizione di NetCo (società che detiene sostanzialmente tutte le infrastrutture di rete fissa di Tim), a tutela dell’interesse nazionale e a garanzia del controllo statale sugli asset strategici della rete primaria di telecomunicazione”.
E ancora: “si prevede un ruolo del Governo nella definizione delle scelte strategiche, vengono assicurati tutti i presidi essenziali e garantita la supervisione allo Stato di tutti gli aspetti inerenti la sicurezza, la difesa e la strategicità della rete e dei relativi asset. La delibera del Consiglio dei ministri recepisce nelle prescrizioni gli impegni che le parti hanno assunto a cominciare dalla creazione dell’organizzazione di sicurezza, dalla nomina del preposto di cittadinanza italiana, dalla competenza esclusiva su tutte le questioni incidenti sugli asset strategici, dal mantenimento in Italia delle attività di ricerca e manutenzione, e dal monitoraggio”.
Quello che di fatto si delinea, come sottolineano da Palazzo Chigi, è “un quadro certo di supervisione strategica affidata allo Stato. Un passo avanti importante nella definizione complessiva dell’operazione, che procede secondo le tempistiche annunciate“.
I dossier aperti sul fronte Tim
Mentre l’affaire Rete procede, rispettando la tabella di marcia con l’atteso via libera del Golden Power, ci sono diversi dossier sul tavolo per l’ex monopolista. All’inizio dell’anno, “Il Sole 24 Ore” aveva citato i principali “appuntamenti” che vedono coinvolta la società nei prossimi mesi.
NetCo, gli ultimi passi
Partendo dalla questione NetCo, il fondo Usa KKR avrebbe avviato contatti con l’Antitrust europeo a dicembre per la pre-notifica e starebbe lavorando per la notifica vera e propria per fine mese.
Su questo fronte bisogna ricordare che ci sono anche altre mosse in corso legate al fondo F2i-Rete Digitale che prenderà parte all’operazione di acquisto della Rete fissa di Tim. Tra queste, quelle di Fondazione CR Firenze guidata dal presidente Bernabò Bocca che ha deliberato ieri l’investimento di 15 milioni di euro nel Fondo F2i-Rete Digitale. Un impegno economico in questo asset strategico a livello nazionale che va così ad aggiungersi a quello di altri investitori istituzionali italiani, incluse altre fondazioni di origine bancaria.
“Questo investimento incide su un asset che è leva di sviluppo e crescita per il nostro Paese e conferma l’importante ruolo di investitore istituzionale della Fondazione CR Firenze”, ha dichiarato Bocca.
Sparkle, decisivo il mese di gennaio
Su Sparkle il mese decisivo è gennaio. Scade, infatti, a fine mese la richiesta per un’offerta vincolante migliorativa. Come sottolinea Equita, che si sofferma su quanto riportato dal quotidiano finanziario italiano, si starebbe cercando di colmare il gap valutativo con le aspettative di Tim indicato in 200 milioni (l’offerta di novembre stando a quanto riportato dal Sole prevedeva un valore di Sparkle di 600 milioni +150 milioni di earn-out). “Se arrivasse l’offerta vincolante per fine gennaio, questa potrebbe essere esaminata nel cda del 14 febbraio previsto per l’esame del preconsuntivo 2023”, segnalano gli esperti della sim milanese a inizio gennaio.
Rinnovo cda. Asati vuole una poltrona nel board
Trai temi in primo piano per Tim per questo 2024 c’è il rinnovo del board con i lavori per la presentazione di una lista che sarebbero stati avviati. La questione è delicata, secondo gli analisti, e l’esito non è per nulla scontato.
Intanto ieri si è fatta avanti anche Asati, l’associazione dei piccoli azionisti di Tim, che vuole una poltrona nel cda della società. Per questa ragione il presidente Franco Lombardi ha scritto direttamente alla presidente del Comitato Nomine, Paola Bonomo.
“In vista del prossimo consiglio di amministrazione di Tim che lavorerà anche sul rinnovo del cda, mi permetto di ricordare la richiesta, fatta più volte da Asati, di un rappresentante dei piccoli azionisti nel cda di Tim, come è prassi consolidata per altre grandi Aziende quotate – si legge nella nota firmata da Lombardi -. Fino ad oggi questo non è successo, ma mi auguro che accada presto per consentire ai piccoli Azionisti di dare il loro contributo al cda”.