Gestori fondi: al record di un decennio la percentuale di chi prevede recessione nel 2020. La classifica dei rischi
La percentuale di gestori di fondi che temono l’arrivo di una recessione tocca il record in un decennio. E’ quanto emerge dal sondaggio Bank of America Merrill Lynch Fund Manager Survey, stilato per il mese di settembre, e diffuso nella sessione odierna.
Il 38% dei gestori interpellati crede nell’arrivo di una recessione nel corso del prossimo anno. Si tratta di una percentuale record dal 2009, in rialzo rispetto alla percentuale di agosto, pari al 34%.
Il rischio è stato spiegato con un insieme di fattori negativi, tra cui spiccano le incertezze politiche, le tensioni commerciali e il rallentamento della crescita.
Intervistati nei giorni compresi tra il 6 e il 12 settembre, i gestori non hanno confermato ancora alcuna rotazione verso gli asset “value”, rimanendo “overweight” su quegli strumenti finanziari che tengono a sovraperformare in un contesto di bassa crescita e bassi tassi di interesse. Solo il 7% degli intervistati ha detto di credere che, nel corso dei prossimi 12 mesi, i titoli value faranno meglio di quelli “growth”.
I gestori, 235 in tutto con asset gestiti per un valore di $683 miliardi, hanno reso noto che gli investitori intravedono nella possibilità che la Germania lanci uno stimolo fiscale l’elemento più bullish per l’azionario, nel corso dei prossimi sei mesi; altri fattori bullish sono un taglio ai tassi di interesse da parte della Federal Reserve di 50 punti base e l’aumento delle spese cinesi per le infrastrutture.
La guerra commerciale tra l’America First di Donald Trump e la Cina di Xi Jinping rimane la preoccupazione principale per i gestori: il 40% la cita come elemento di preoccupazione chiave. Tra l’altro, solo il 30% crede che le controparti possano arrivare a un accordo prima dell’Election Day del 2020.
Altri fattori che spaventano sono l’impotenza della politica monetaria e il pericolo di una bolla sul mercato dei bond: entrambi gli eventi sono stati citati dal 13% degli interpellati; il rischio di una frenata dell’economia cinese è stato identificato come il quarto principale elemento di preoccupazione dal 12% dei partecipanti al sondaggio.
Dalla ricerca emerge inoltre che l’allocazione in bond è scesa di 14 punti percentuali al 36%, dopo aver toccato ad agosto il record dal settembre del 2011. Per il quarto mese consecutivo, le posizioni long sui Treasuries Usa si sono confermate comunque le operazioni di trading più comuni.
L’allocazione verso l’azionario Usa è balzata di 15 punti percentuali a una posizione netta overweight del 17%: si tratta del balzo mensile più forte dal giugno del 2018, che rende gli Stati Uniti l’area di investimento preferita tra i gestori dei fondi.