Germania: non preoccupa la contrazione della produzione industriale (ma attenzione al comparto auto)
Segno meno per la produzione industriale tedesca. Annullando il +1,2% mensile di maggio, a giugno il dato ha messo a segno un rosso dell’1,1%. Gli analisti avevano stimato un +0,2%.
Nonostante questo, il dato trimestrale conferma la crescita del comparto, salito dell’1,8% rispetto a un anno prima. “Nonostante il risultato odierno fosse inatteso, l’economia tedesca è in corsa per mettere a segno un’altra solida performance trimestrale”, ha commentato Carsten Brzeski, economista di ING Bank.
La scorsa settimana il buono stato di salute della prima economia europea è stato certificato dall’andamento delle vendite al dettaglio (+1,1% mensile), dal PMI manifatturiero (58,1 punti) e dagli ordini alle industrie (+1%).“Un basso livello di scorte –continua l’esperto – e nuovi ordini solidi fanno presagire indicazioni positive per la produzione industriale dei prossimi mesi”.
“Alla luce di fondamentali solidi, un mese con una produzione industriale più debole è da interpretare come un acquazzone in una calda e umida giornata estiva”.
Non c’è da preoccuparsi neanche per Marc Ostwald di ADM Investor Service: “dire che quello odierno rappresenta un cambiamento del trend è decisamente prematuro, tanto più se visto alla luce del nuovo massimo storico toccato dall’indice IFO (116 punti a luglio, ndr)”.
Attenzione però, rileva Brzeski, agli scandali che stanno investendo il comparto auto, al dieselgate si è recentemente aggiunta l’ipotesi di un cartello, che potrebbero far sentire i loro effetti sull’intera economia (le auto rappresentano circa un quinto dell’export tedesco). “L’industria automobilistica è nel bel mezzo di cambiamenti strutturali, in parte auto-inflitti e in parte derivanti da fattori esterni”.
“In un certo senso, l’industria si trova a dover affrontare una situazione simile a quella del settore bancario. La parte auto-inflitta è legata allo scandalo delle emissioni diesel e alle accuse dell’antitrust, mentre, contemporaneamente, sono emerse possibili messe al bando dei motori diesel in alcune città, è aumentata la concorrenza internazionale nel campo dei veicoli elettrici e fenomeni come il car sharing potrebbero mettere pressione sulla produzione di auto”.