Gas: prezzi ancora in calo, ecco i motivi. Da monitorare la domanda cinese
Prosegue la discesa del gas naturale europeo. Ieri, i prezzi del gas TTF ad Amsterdam hanno aperto la settimana con un calo del 14,4% a 55 €/Mwh, toccando un minimo intraday degli ultimi 16 mesi.
Dopo un breve rimbalzo stamani, la materia prima scambia ancora in ribasso dell’1,7% a 54,5 €/Mwh, malgrado l’abbassamento delle temperature previsto nei prossimi giorni nel Vecchio Continente.
Nonostante il netto calo dei prezzi rispetto al picco toccato nel 2022 (in area 350 €/Mwh), le quotazioni del gas TTF rimangono comunque al di sopra della media storica. Ecco alcuni fattori che stanno influenzando le quotazioni.
Le scorte di gas europeo rimangono su livelli elevati
Il principale motivo per cui i prezzi del gas continuano a scendere è legato al fatto che le scorte restano su livelli nettamente superiori alla media del periodo, grazie anche alle temperature sin qui miti nel Vecchio Continente. La quota di stoccaggio di gas naturale in Europa si attesta infatti all’82% contro una media pari al 63% negli ultimi cinque anni.
Secondo uno studio stagionale, in termini di percentuale di riempimento e tasso di consumo rispetto a tale livello, nel 4° trimestre del 2022 si è registrata la percentuale più bassa di consumi dal 2010 su base trimestrale. Nel dettaglio, finora, è stato utilizzato circa il 2% dello stoccaggio complessivo di gas europeo, contro una media del 26% nello stesso periodo degli ultimi cinque anni.
L’Europa sembra dunque disporre di riserve più che sufficienti per superare la carenza di forniture russe e superare indenne l’inverno.
“Ad agosto abbiamo distrutto il mercato del gas ma la nostra missione era di riempire gli stoccaggi. Così facendo abbiamo fatto salire i prezzi fino a 350 euro a megawattora ma credo che abbiamo fatto la cosa giusta. Se non la avessimo fatto e ora avessimo riserve insufficienti, ci chiederebbero tutti perché non ci abbiamo pensato prima”, ha affermato il vicecancelliere tedesco Robert Habeck, a margine dei lavori del World Economic Forum di Davos.
La domanda di gas dalla Cina è prevista in ripresa
Il prezzo del gas europeo resta però sensibile alle indicazioni provenienti dalla Cina. Questa mattina, infatti, le quotazioni del gas TTF hanno aperto in rialzo in scia ai dati sull’economia cinese, che hanno fornito segnali di ripresa.
Nel dettaglio, il Pil cinese è cresciuto del 3% nel 2022, sopra le attese degli analisti, seppur al di sotto del 5,5% previsto dal governo a inizio anno e dell’8,4% del 2021. Inoltre, la produzione industriale è aumentata del 3,6%, con un +1,3% nel solo mese di dicembre, nettamente superiore alle stime degli esperti.
Una rapida ripresa dell’economia cinese, agevolata dall’abbandono della politica zero-Covid, potrebbe far crescere la domanda di gas da parte della superpotenza asiatica. Questo farebbe aumentare la concorrenza con i Paesi europei, nel momento in cui questi dovranno ricostituire le riserve in vista del prossimo inverno, facendo salire i prezzi.
Anche altri Paesi asiatici, come l’India e la Tailandia, stanno tornando rapidamente sul mercato del gas naturale per approfittare dei prezzi attualmente più bassi.
L’outlook sulla domanda cinese rimane incerto
Le previsioni sul comportamento della Cina restano comunque complicate. Al momento, a causa delle scorte di gas naturale molto elevate nel Paese e dei prezzi domestici bassi, gli importatori cinesi starebbero tentando di deviare verso l’Europa le spedizioni già prenotate per febbraio e marzo.
“La domanda della Cina registrerà sicuramente una ripresa, ma sembra esserci qualche dubbio sul fatto che possa raggiungere il picco del 2021”, ha affermato Rob Butler, partner dello studio legale Baker Botts LLP. “Il consenso generale è che rimbalzerà, ma probabilmente non così in alto come in precedenza”.
BloombergNEF prevede che la domanda di gas naturale della Cina nella prossima estate (aprile-settembre) aumenterà del 7% rispetto all’anno precedente, grazie alla ripresa economica nel secondo trimestre dopo l’allentamento delle restrizioni per il Covid-19. L’output domestico è previsto in aumento del 40% su base annua.
Le importazioni di LNG in Cina raggiungeranno i 33,6 milioni di tonnellate quest’estate, il 17% in più rispetto all’estate del 2022 ma al di sotto dei massimi del 2021, poiché la crescita della produzione locale, sostenuta dall’impegno del governo, e l’aumento delle importazioni da gasdotti (principalmente dalla Russia) limiteranno lo spazio per le importazioni via mare di LNG nel mix di approvvigionamento di gas della Cina.