Ftse Mib precipita ai minimi da febbraio 2017, spread di nuovo oltre 300 pb
La caduta di Wall Street non manca di farsi sentire sui mercati europei con Piazza Affari che conferma il momento no aggiornando i minimi di periodo. L’indice Ftse Mib cede oltre l’1% e in avvio di giornata si è spinto fino a un minimo a 19.387,03, livello più basso da febbraio 2017. Da inizio mese l’indice guida italiano ha ceduto oltre il 6% (-9,5% da quando è stato presentata la NADef il 27 settembre).
Ieri Piazza Affari aveva ceduto l’1,7% con il tracollo dei titoli del lusso e quelli automotive condizionati entrambi dai timori sulla crescita globale e in particolare di una debole domanda cinese. Sul parterre milanese spicca anche oggi la debolezza di Ferrari, arrivata a cedere il 6% e che è scivolata sotto la soglia psicologica di 100 euro. Giù di oltre il 2% Fca.
Fitch vede nero, spread sale
Sul fronte spread, il differenziale di rendimento è di nuovo tornato sopra i 300 punti base. Ieri sera Fitch Rating ha detto di intravedere “rischi considerevoli” per i target (della legge di bilancio), specie dopo il 2019. Il rating che Fitch ha sull’Italia è pari a “BBB” due gradini sopra il livello junk, con outlook negativo.
La prossima revisione messa in programma da Fitch è nel primo trimestre 2019. Prima si esprimeranno S&P (26 ottobre) e Moody’s, con soprattutto quest’ultima che con molta probabilità provvederà al taglio del merito di credito sull’Italia.
Nuovo test con l’asta BTP
Ieri l’asta Bot ha visto i rendimenti raddoppiare a quota a 0,949%, pari al rendimento massimo da 5 anni. Indicazioni non confortanti dalla domanda, scesa ai minimi a sei mesi. Oggi test più ancora più impegnativo con l’asta BTP. Il ministero dell’Economia offrirà tra 5 e 6,5 miliardi di euro nell’asta di titoli a medio lungo termine che sarà caratterizzata dal lancio del nuovo Btp triennale con scadenza ottobre 2021 e cedola del 2,3%. Del titolo triennale sarà offerto per un importo compreso tra 3 e 3,5 miliardi.
La debacle di Wall Street e l’affondo di Trump contro la Fed
Quella di ieri è stata una seduta da dimenticare per la Borsa americana (la seduta peggiore dallo scorso febbraio). A soffrire di più è stato il settore tech, che ha evidenziato la perdita più forte in sette anni. I motivi di incertezza, come ricordano alcuni operatori in queste ore, sono numerosi e vanno dalla risalita dei rendimenti (tassi dei Treasury ai massimi a 7 anni e mezzo) alla guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, senza tralasciare la questione italiana.
Il Dow Jones ha chiuso in calo di 831,83 punti a 25.598,74 punti, con Intel e Microsoft che hanno perso ciascuno più del 3,5%. Il Nasdaq Composite è scivolato del 4%, a 7.422,05 punti. Per l’indice Tecnologico è la peggior seduta dal referendum Brexit (giugno 2016).
Nel commentare la possibilità che l’escalation della guerra commerciale sia stata responsabile del forte tonfo che ha colpito Wall Street, Trump ha detto che il problema che ha è “con la Fed”. Intervistato da Fox News, Trump ha ribadito di non essere contento della banca centrale guidata da Jerome Powell (selezionato dallo stesso Trump), affermando che l’istituto “is going loco”. (Loco significa pazzo in spagnolo).