Ftse Mib, i migliori e i peggiori di gennaio: bene le banche, male STM e Saipem
Dopo aver archiviato il 2023 con ottimi profitti, Piazza Affari ha avviato con ottimismo anche il 2024 trovandosi al momento su livelli di prezzo che non rivedeva dal crollo del 2008.
In questo articolo facciamo il punto sul primo mese del 2024, analizzando brevemente il contesto macroeconomico e i titoli migliori e peggiori di gennaio tra le blue chips del Ftse Mib.
Banche centrali senza sorprese
Come ampiamente previsto, nelle prime riunioni di politica monetaria del 2024 sia la Banca Centrale Europea che la Fed hanno mantenuto invariati i tassi di interesse: la prima al 4,5%, mentre la seconda nella forchetta compresa tra il 5,25% e il 5,5%. Dopo gli ultimi dati macroeconomici (mercato del lavoro Usa oltre le attese e debolezza economica in Europa) sono cambiate nuovamente e velocemente le aspettative degli operatori sulla successiva traiettoria dei tassi di interesse.
Per quanto riguarda la Bce, le attese del mercato vedono un primo taglio dei tassi nella riunione di aprile con una probabilità di oltre il 77%, mentre sul fronte Fed le attese sono per tassi di interesse invariati anche nella prossima riunione di marzo.
Anche se ancora presto per cantare vittoria, nelle ultime rilevazioni si conferma il rallentamento della crescita dei prezzi al consumo, con l’inflazione core Pce degli Stati Uniti che si è attestata al 2,9%, un dato inferiore alle attese degli analisti che si aspettavano un aumento del 3%. Stesso andamento anche sul fronte europeo, con le stime preliminari dell’Eurostat che, per il mese di gennaio, stimano un‘inflazione al 2,8%, un livello di crescita dei prezzi sempre più vicino all’obiettivo del 2%.
In ogni caso, gli ultimi dati macroeconomici mostrano ancora una volta una situazione ben diversa sulle due sponde dell’Atlantico: se da una parte l’economia e il mercato del lavoro Usa si mantiene tonico, al contrario l’economia europea nel 2023 è rimasta praticamente ferma con la Germania che rimane ancora in recessione tecnica.
Titoli migliori del Ftse Mib: bene Iveco e le banche
All’interno del paniere principale di Piazza Affari, hanno sovraperformato in particolare i titoli del settore bancario e alcuni titoli del comparto industriale come Iveco Group che ha chiuso il mese di gennaio in cima al paniere principale con un vigoroso rialzo del 21,7%. Ottime performance anche come dicevamo per il comparto bancario con Banca Mediolanum in rialzo di oltre l’11%, performance simile realizzata anche da Bper Banca e Unicredit che hanno chiuso il primo mese dell’anno rispettivamente con un progresso del +10,9% e del 10,6%.
Partenza di 2024 con il piede giusto anche per Unipol che archivia il mese di gennaio con un ottimo rialzo di dell’11,6%.
Titoli peggiori del Ftse Mib: male STM e Saipem
Al contrario, gennaio è stato un mese difficile per STMicroelectronics (-9,5%) che è stato penalizzato dai conti del quarto trimestre del 2023 che si sono attestati leggermente al di sotto delle attese degli analisti.
E’ stato un mese difficile anche per Saipem che archivia il primo mese del 2024 con un rosso di oltre il 9%, seguito da Diasorin (-8,3%), Campari (-7,9%) e Tenaris (-6,5%).
STM in rosso dopo i conti
Non parte con il piede giusto l’anno per STMicroelectronics che permane sostanzialmente da oltre un anno imprigionato in un ampio canale laterale. In particolare, come vediamo dal grafico su time frame giornaliero (qui sotto), STM dopo aver avviato l’anno verso i 45 euro ad azione, già dalle prime battute dell’anno ha iniziato a mostrare una certa debolezza, alimentata ulteriormente poi dal breakout ribassista del supporto a 44,8 euro e ancor più dopo il cedimento anche della media a 200 giorni.
Ora il titolo quota vicino alla quota psicologica dei 40 euro ad azione e in caso di proseguimento della debolezza il successivo e più importante livello di supporto il cui test potrebbe innescare un rimbalzo dei prezzi si trova prima a quota 37 euro e poi verso i 35,2 euro.
Come dicevamo, nelle ultime sedute il titolo è stato penalizzato anche dai conti trimestrali che non hanno soddisfatto le attese degli analisti. In tal senso, STM ha chiuso il quarto trimestre del 2023 con ricavi pari a 4,28 miliardi di dollari, in calo del 3,2% rispetto il medesimo periodo dello scorso anno. Scendono rispetto allo scorso anno (-13,8%) anche l’utile netto che nell’ultimo trimestre dello scorso anno si è attestato a 1,08 miliardi di dollari.
Saipem affossata dall’incidente in Australia
Mese chiuso in rosso anche per Saipem, che grazie principalmente al profondo roso messo a segno nel penultimo giorno di contrattazione del mese (-12%) ha chiuso il primo mese dell’anno con un calo superiore al 9%. Il titolo è stato penalizzato dalla notizia di un’incidente che si è verificato il 29 gennaio in un gasdotto su cui stava lavorando proprio una nave posatubi di Saipem.
Inoltre, il titolo non ha beneficiato dell’annuncio a sorpresa del maggior produttore mondiale di petrolio Saudi Aramco che ha annullato l’atteso incremento da 12 a 13 milioni di barili al giorno di petrolio.
Come vediamo dall’andamento su time frame giornaliero di Saipem, con le vendite della parte finale di gennaio è peggiorato sensibilmente il quadro grafico del titolo, che ha compiuto il breakout ribassista di diversi ed importanti aree di supporto per i prezzi. In tal senso, prima è stato bucato al ribasso i supporti dinamici dati dalle media mobili a 50 (linea blu) e 200 giorni (linea arancione) e successivamente nelle ultime sedute è stato rotto al ribasso anche l’area supportiva a 1,35 euro, un livello che nella seconda metà dello scorso anno ha permesso diverse volte a Saipem di rimbalzare.
In caso di proseguimento delle vendite, sarà da monitorare la tenuta della successiva area di supporto a 1,25 euro.