Ftse Mib al test Bce, discesa sotto 22mila aprirebbe nuovo scenario ribassista
Piazza Affari alle prese con livelli tecnici critici. L’azionario Italia, reduce da tre sedute consecutive in rialzo, oggi soffre l’effetto Fed che mostrandosi più aggressiva del previsto sulle prospettive di rialzo tassi ha alimentato il risk-off sui mercati.
L’indice Ftse Mib a metà mattinata viaggia sui minimi intraday (-0,77% a quota 22.043 punti). Segno meno per il settore bancario. Tra le big spiccano i cali di Intesa Sanpaolo (-1,38%) e Unicredit (-1,33%).
Poste Italiane si muove bene anche oggi (+0,55%) dando seguito all’ascesa di ieri in scia all’accordo con Amazon per la consegna di prodotti e-commerce sul territorio nazionale. Tra i pochi segni più anche Prysmian (+0,95%) e Finecobank (+1,60%).
Analisi tecnica sul Ftse Mib
A livello tecnico l’indice preme sui 22mila. L’Ufficio studi di FinanzaOnline rimarca come sia da monitorare nella seduta di oggi soprattutto la possibile rottura dell’ex trendline rialzista sulla RSI; come si evince dal grafico sottostante il Ftse Mib sull’oscillatore ha rotto il supporto dinamico e sta andando a fare pullback; l’incapacità di rompere tale livello di resistenza darebbe un segnale negativo poichè segnalerebbe un prevalere delle pressioni ribassiste. Importante quindi la tenuta di quota 22mila oggi, in caso di rottura al ribasso l’indice principale di Piazza Affari si avvierebbe verso 21.122 (minimi del 29 maggio), con rottura di tale livello che avvierebbe nuovi minimi.
Fed e Bce impensieriscono i mercati
Ieri sera la banca centrale statunitense ha alzato come da attese i tassi di un quarto di punto percentuale, risultando però più aggressiva del previsto nel suo outlook sui tassi. I dot plots indicano infatti la possibilità di altre due ulteriori strette monetarie entro la fine dell’anno e tre nel 2019. Riviste al rialzo le previsioni su crescita e inflazione.
Oggi riflettori sulla Bce. Nell’ultima settimana sono aumentate le attese per un possibile annuncio circa la fine del quantitative easing. Il consensus degli analisti vede l’Eurotower estendere il quantitative easing fino alla fine dell’anno con una graduale riduzione nei prossimi mesi rispetto ai 30 mld di euro di acquisti attuali. Le aspettative per il primo aumento dei tassi d’interesse sono invece ben ancorate verso metà del prossimo anno.