Forex: sterlina buca anche soglia $1,24, scivola a minimo in due anni e mezzo pagando timori Hard Brexit
Sterlina in caduta libera, viaggia nei confronti del dollaro ai livelli più bassi degli ultimi due anni e mezzo (in 27 mesi), bucando stamattina anche la soglia di $1,24. Colpa dei timori su una Hard Brexit, ovvero di un divorzio del Regno Unito dall’Ue senza un accordo tra le controparti.
Vendite anche nei confronti dell’euro, contro cui scende al minimo in sei mesi, riportando la decima settimana consecutiva di ribassi nei confronti della moneta unica. Si tratta della fase ribassista più forte di sempre, che porta il rapporto GPB-EUR a oscillare attorno a quota 0,90.
Così Ricardo Evangelista, analista Senior di ActivTrades:
“La sterlina ha toccato il livello minimo in due anni e mezzo rispetto al dollaro USA ed attualmente è scambiata al di sotto di $1,2390. La debolezza della sterlina, in una certa misura, deriva da fattori stagionali, poiché tende a verificarsi durante l’estate britannica, ma è principalmente spiegata da ciò che sta accadendo nella sfera politica. La volontà di sopportare una Brexit senza accordo è cresciuta nel Regno Unito, poiché il dibattito politico su chi sarà il prossimo primo ministro britannico si è ridotto a quel minimo comune denominatore, con entrambi i candidati che parlano della loro prontezza ad allontanarsi dal UE senza un accordo. Non sorprende quindi che i mercati stiano intensificando i preparativi per quello che è considerato il peggior scenario possibile per l’economia del Regno Unito. Per il resto dell’estate, il rischio per sterlina è sicuramente al ribasso”.
Dal canto suo James Smith, economista dei mercati dei paesi avanzati per ING sottolinea come la Bank of England, a suo avviso, non dovrebbe né alzare né abbassare i tassi (fornendo rispettivamente uno spunto rialzista e uno ribassiasta per la sterlina).
Da un lato, il tasso di inflazione del Regno Unito ha centrato infatti il target fissato al 2% per il secondo mese consecutivo. Dall’altro, la BoE non oserà dare il via a una politica monetaria più restrittiva, viste le incertezze che assillano il quadro economico e politico del paese.
I mercati propendono invece per una mossa di stimoli monetari visto che, stando a quanto fa notare sempre Smith, scommettono su un taglio dei tassi entro il 2019 con una probabilità di quasi il 50%.
Occhio a tal proposito nella giornata di oggi alle dichiarazioni del direttore esecutivo per i mercati presso la Bank of England, Andrew Hauser, che ha detto che la banca centrale non farà alcun dietrofront sul programma di QE.
Il programma di Quantitative easing, insomma, rimarrà in essere, almeno fino a quando i tassi non avranno raggiunto l’1,5%. In quel caso, è probabile che, quando si inizierà a ritirare il QE, il bilancio della BOE si dimezzerà dal valore attuale, appena di poco superiore a 600 miliardi di sterline, a 275-375 miliardi di sterline circa.