Fondo Elliott mette nel mirino Mediobanca ma vero obiettivo è Generali. Rumor su incontro con ministro Tria
Si apre in Italia un nuovo dossier che già scotta. Di mezzo c’è l’architrave della finanza italiana: Mediobanca, anche se il vero bersaglio è Generali Assicurazioni. L’attacco parte dal fondo attivista Elliott, reduce dalla battaglia lanciata e vinta contro i francesi di Vivendi capitanati da Vincent Bolloré per la conquista della maggioranza del cda di TIM, e da poco diventato proprietario del Milan.
E’ il fondo americano di Paul Singer, già in azione secondo le indiscrezioni di Dagospia che, scrive oggi il quotidiano La Repubblica, sono state confermate da “due fonti finanziarie autorevoli, mentre nessun commento è arrivato dai diretti interessati”. Così Dagospia aveva scritto nelle ultime ore:
“Dopo Tim, continua la riscossa degli americani nei confronti dei francesi. Paolo Scaroni, consigliere del fondo Elliott, ha incontrato la settimana scorsa il ministro Tria per annunciargli il forte interesse del fondo “avvoltoio” verso Mediobanca (Bolloré azionista chiave con l’8%). Obiettivo primo: Generali Assicurazioni”.
Repubblica fa il punto della situazione, rivelando le indiscrezioni secondo cu il fondo attivista Elliott avrebbe rastrellato una quota dell’1% circa del capitale di Mediobanca. L’acquisizione avrebbe un valore strumentale, nel senso che il fondo vorrebbe arrotondare la quota per riformare la governance dell’istituto di Piazzetta Cuccia, provocando la scissione del 13,2% detenuto da decenni nel capitale di Generali.
La quota verrebbe distribuita direttamente ai soci della banca.
Il fondo Elliott baserebbe la sua nuova battaglia sul presupposto secondo cui il modello di governance di Mediobanca sarebbe inadeguato: di conseguenza, una sua riforma potrebbe creare nuovo valore. Nelle critiche ai vertici, si fa riferimento “all’eccessiva autorefenzialità del management, e alla sua rappresentanza garantita in cda (retaggio del fatto che la lista Mediobanca ancor oggi è presentata dal patto parasociale in cui primeggia la rivale UniCredit)”.
Il fondo non gradisce inoltre – continua La Repubblica – “la partecipazione di Mediobanca nelle polizze triestine: perchè il suo rendimento, 17% l’anno circa, ha poco a che fare con le capacità dei banchieri guidati da Alberto Nagel, oltre al fatto che consuma capitale. Per questo Elliott vedrebbe di buon occhio lo scorporo della quota Generali, da distribuire direttamente ai soci di Piazzetta Cuccia. Su questo secondo livello, più rilevante a fini sistemici poiché Generali è un forziere finanziario del paese, la partita s’intreccia con quella che, a Trieste, stanno giocando i soci forti del Leone. Caltagirone, Del Vecchio, De Agostini, Benetton che, insieme all’ad Philippe Donnet cercano di rilanciare redditività e capitalizzazione del gruppo per difenderlo da appetiti ostili”.
In questo contesto, “la volontà di Elliott di far breccia in Mediobanca, per esempio, potrebbe cementarsi con quella di Jean Pierre Mustier – leader assoluto di UniCredit – di cedere il suo 8,68% nella banca d’affari. L’altra partita intrecciata è quella con il francese Vincent Bollorè, antagonista di Elliott in Tim e colonna pure in Mediobanca con un 8% sempre connesso a Generali”.
Il fondo di Singer non sarebbe solo nel nuovo piano di attacco elaborato. La mossa sarebbe stata infatti studiata negli ultimi mesi con “Bluebell, società di Giuseppe Bivona già attiva nella scalata Telecom”.
“In attesa di chiarimenti, ci sono due date importanti: una a fine settembre per sciogliere il patto che blinda il 29% di Mediobanca e l’altra è l’assemblea del 28 ottobre, dove Elliott potrebbe portare proposte che convincano i soci del mercato. Anche se qui, diversamente che in Tim, da anni votano al 99% con il board”.
Nel frattempo, a Piazza Affari, Mediobanca sale del 2,6%, confermandosi tra i titoli migliori; UniCredit è sotto pressione con -0,30%, Generali Assicurazioni +0,27%.