FOMO: La paura di non guadagnare sostiene il rally dei mercati
Nonostante le incognite che hanno caratterizzato questa prima parte dell’anno, i mercati azionari si avviano a concludere il primo semestre con significativi rialzi, trainati soprattutto dal rally dei titoli tecnologici e in particolare da alcune mega-cap che cavalcano il trend dell’intelligenza artificiale. Il rally si sta estendendo ora anche ad altri settori, ma non è del tutto chiaro se si tratti di una consapevole propensione al rischio o “fear of missing out”, la cosiddetta paura di rimanere fuori dal mercato in una fase rialzista. Vediamo alcune considerazioni in merito.
Cos’è la “Fear of missing out” (FOMO)
Con il termine “fear of missing out” (da cui l’acronimo “FOMO”), in ambito finanziario, si indica l’ansia che attanaglia gli operatori di mercato nel momento in cui si rendono conto che stanno perdendo un investimento profittevole o un’opportunità di trading vantaggiosa.
Si tratta di un fenomeno molto presente soprattutto nell’ambito delle criptovalute, o comunque per asset class caratterizzate da un’estrema volatilità che può consentire di generare ingenti guadagni (ma anche ingenti perdite) in uno spazio temporale estremamente ridotto.
La paura del trader diventa tanto più grande quanto più il mercato continua ad agire in modo irrazionale e sale in modo significativo in un tempo relativamente breve.
Buona parte della generazione Z investe per FOMO
Si tratta di un fenomeno particolarmente rilevante all’interno della cosiddetta generazione Z, ovvero quella fascia di popolazione nata indicativamente tra la seconda metà degli anni ’90 e i primi anni 2010.
Secondo un sondaggio del CFA Institute e della Financial Industry Regulatory Authority Investor Education Foundation (FINRA), oltre il 40% della generazione Z negli Stati Uniti, in Canada e nel Regno Unito ha citato la paura di perdere qualcosa (FOMO) come uno dei principali fattori che influenzano la loro decisione di iniziare a investire. Una percentuale che sale addirittura al 60% per la Gen Z cinese.
Altri risultati rilevanti mostrano che oltre l’80% della Gen Z americana ha iniziato a investire prima dei 21 anni nel tentativo di raggiungere i propri obiettivi finanziari e che le generazioni più giovani stanno imparando a conoscere la finanza e gli investimenti principalmente attraverso i social media.
Il rally dei mercati dai minimi dello scorso anno
Dai minimi toccati nell’ultimo trimestre del 2022, i mercati hanno avviato una inesorabile rimonta, certificata dai numeri: l’S&P500 ha realizzato un guadagno del 22%, il Nasdaq è salito del 40% e l’Eurostoxx 50 del 32% dai rispettivi minimi.
In questi mesi abbiamo attraversato diverse fasi incerte, legate alla possibilità di recessione, alla discesa troppo lenta dell’inflazione nonostante i rialzi dei tassi da parte delle banche centrali, le turbolenze nel sistema bancario negli Usa e in Europa, i segnali di lenta ripresa della Cina, fino alla possibilità di default degli Usa.
In questo scenario, il vero motore dei mercati finanziari è stato il settore tecnologico. Eppure, come spiega Alessandro Fugnoli, Strategist di Kairos, nell’ultimo periodo “il rialzo si è fatto corale, allargandosi a tutti i settori”, poiché “è rispuntata la fear of missing out. È la seconda fase di un rialzo azionario, quella in cui chi era rimasto alla finestra a guardare con il portafoglio scarico si fa prendere dalla paura di rimanere troppo indietro ed entra in gioco, rincorrendo il rialzo e alimentandolo.”
Acquisti sul tech e sull’Intelligenza artificiale
Osservando le performance dei principali titoli tecnologici da inizio anno, si nota come Nvidia abbia guadagnato oltre il 186%, seguita da Meta Platforms con il 138% e da Tesla (+103%).
Rialzi ragguardevoli anche per altri colossi tech come Apple (+45%), Microsoft (+39%) e Intel (+29%), ma anche per altre società come AMD (+70%), Palo Alto Networks (+80%) e Salesforce (+57%).
A spingere il comparto ha contribuito soprattutto il boom dell’intelligenza artificiale, considerata una tecnologia dal grande potenziale disruptive, con tempi relativamente contenuti per osservare risultati tangibili in termini di ritorno degli investimenti, rispetto ad altri filoni come il metaverso o IoT.
Il rally dei tecnologici è stato sostenuto anche da una resilienza delle vendite e da una maggiore attenzione alla redditività rispetto al passato, come emerso dall’ultima stagione di trimestrali, per la gioia degli analisti che in precedenza avevano parzialmente rivisto al ribasso le aspettative sul settore.
Barclays: più acquisti su azionario da fondi comuni a giugno
Nel corso dell’ultimo mese, “i fondi comuni hanno acquistato azioni per la prima volta da febbraio”, sottolineano gli analisti di Barclays. Il superamento delle incertezze economiche, secondo gli strategist, è stato determinato proprio dalla “paura di perdersi opportunità, la FOMO, che ha trasformato orsi frustrati in tori riluttanti”, spingendo gli acquisti di azioni “nonostante le prospettive economiche e di mercato negative della maggior parte degli investitori”.
Gli strategist sottolineano come “i flussi settimanali nei fondi azionari sono aumentati significativamente a giugno, dopo essere stati prevalentemente negativi da febbraio, superando gli influssi in strumenti di cassa e obbligazioni”. Il focus si è concentrato prevalentemente sull’azionario Usa, oltre al Giappone, mentre sono diminuiti gli investimenti in Europa e nel Regno Unito. In ogni caso, questo “non ha cambiato il quadro più ampio da inizio anno, con gli investitori che si rivolgono principalmente verso i beni rifugio”. Gli analisti concludono affermando che la prossima stagione di trimestrali potrebbe essere decisiva per l’azionario.
Kairos: “Attenzione ad acquistare per FOMO”
Ora che gli acquisti si stanno estendendo ad altri settori, viene da chiedersi se siano frutto di una rinnovata fiducia nei mercati o della paura di non guadagnare degli investitori. Come sottolineato qualche giorno fa da Fugnoli di Kairos, i motivi per essere “ragionevolmente costruttivi sull’azionario” non mancano: “la crescita economica ha segno positivo, la temuta discesa degli utili rispetto all’anno scorso è quasi impercettibile, le banche centrali principali sono vicine alla conclusione del ciclo di rialzo dei tassi, il mercato del lavoro è solido e la crisi delle banche è rimasta circoscritta.”
Acquistare consapevolmente sulla base di questi elementi può dunque essere ragionevole. Dall’altro lato, “se si corre invece a comprare solo perché lo stanno facendo tutti e non si soppesano, oltre alle opportunità, anche i rischi, allora bisogna essere consapevoli del fatto che i momenti di Fomo sono interessanti e spesso proficui per un trader, ma non sempre lo sono per un investitore che guardi al medio termine.”
Questo perché le scelte che non nascono da analisi dello scenario, ma dal panico, possono essere avventate e la situazione attuale presenta ancora “alcune ombre, che per il momento restano sullo sfondo, ma che è giusto tenere in considerazione.” Per questi motivi, conclude Fugnoli, “la situazione rimane fluida e un atteggiamento equilibrato è altamente raccomandabile.”