Fmi sforbicia Pil Italia e del mondo intero. Salvini su spread: ‘speculatori alla Soros per comprare aziende a prezzi saldo’
Italia ancora più sotto i riflettori della finanza globale dopo che, con la nuova edizione del World Economic Outlook, il Fondo Monetario Internazionale ha rivisto al ribasso le stime sul Pil. C’è da fare comunque una precisazione: rispetto all’aggiornamento del World Economic Outlook di luglio, le stime sono state lasciate invariate. Il downgrade si riferisce dunque alla precedente analisi di aprile (il WEO viene pubblicato due volte all’anno, ad aprile e ottobre per l’appunto).
L’Fmi prevede ora un rialzo del Pil dell’1,2% nel 2018 e dell’1% nel 2019, meno del +1,5% del 2017. Le stime sono state riviste al ribasso di 0,3 punti percentuali per quest’anno e di 0,1 punti per il prossimo rispetto allo scorso aprile.
La scure dell’Fmi ha colpito inoltre l’intera economia globale, a causa dei timori legati alla guerra commerciale: Washington prevede ora un rialzo del prodotto interno lordo mondiale al tasso del 3,7% sia per il 2018 che per il 2019, in ribasso di 0,2 punti percentuali rispetto alle attese di aprile. I dazi doganali, scrive l’Fmi nel suo World Economic Outlook, freneranno in particolare la crescita americana e cinese nel 2019.
L’Fmi stima ora un rallentamento del Pil Usa dal 2,9% del 2018 al 2,5% nel prossimo anno. In quest’ultimo caso, le stime sono state tagliate di 0,2 punti percentuali. Taglio delle stime di 0,2 punti percentuali anche per il Pil cinese del 2019, ora previsto al 6,2% dal 6,6% del 2018.
Downgrade a carico anche dell’Eurozona, sia per i timori legati alla guerra commerciale che alla Brexit.
Per il Pil dell’Eurozona, la crescita è attesa per il 2018 al tasso del 2%, -0,2 punti rispetto al +2,2% dell’outlook di luglio. Un ulteriore indebolimento è atteso per il 2019, all’1,9%.
Il Pil della Germania, in particolare, è stato rivisto al ribasso all’1,9% sia per il 2018 che per il 2019, a causa del rallentamento delle esportazioni e della produzione industriale. Tagliate anche le previsioni sulla Francia.
Per il Regno Unito – che, si ricorda, non fa parte dell’Eurozona e che lascerà l’Unione europea il prossimo 29 marzo – si prevede una crescita dell’1,4% per il 2018 e dell’1,5% per il 2019, come nell’outlook di luglio.
L’Italia si conferma così l’economia con la crescita più bassa in Europa. La ‘colpa’ viene data all’aumento dello spread e all’incertezza sull’agenda del governo M5S-Lega:
“Abbiamo visto lo spread aumentare e questo ha contribuito al downgrade”, ha spiegato il responsabile economista del Fondo Monetario Internazionale Maurice Obstfeld, aggiungendo che per l’Italia “è imperativo che le politiche fiscali preservino la fiducia dei mercati”.
Ancora, il taglio delle stime rispetto ad aprile è legato al “deterioramento della domanda esterna e interna e all’incertezza sull’agenda del nuovo governo”.
Intanto il vicepremier Matteo Salvini ha continuato ad attaccare il mondo della finanza e Bruxelles riguardo allo spread:
“Se volessi pensare male direi che dietro lo spread di questi giorni c’è una manovra di speculatori alla Soros che puntano al fallimento di un Paese per comprare le aziende sane rimaste, a prezzi di saldo. A nome del governo dico che non toneremo indietro. Chi vuole speculare sull’economia italiana sappia che perde tempo”. Così il ministro dell’Interno in occasione del convegno Ugl “Crescita economica e prospettive sociali in un’Europa delle Nazioni”, nell’incontro con Marine Le Pen.
“Riguardo allo spread a 300 vorrei dire che siamo di fronte allo scontro tra economia reale e quella virtuale, tra vita vera e realtà finanziaria. Se volessi pensare male crederei che c’è chi agita lo spread perché torna l’Italia che cresce e non è quella che svende le sue aziende”.
E oggi, parlando da Lione in occasione del G6 dei Ministri degli Interni, ha detto ancora:
“Preoccupati mai! Responsabili si, ma indietro non si torna. Noi andiamo avanti tranquilli e responsabili. Non esistono piani B o marce indietro, siamo convinti che le misure che abbiamo previsto creeranno lavoro e ricchezza”.