Fitch: governi instabili, Italia rimane rischio per Eurozona. Tetto debito Usa: sempre più in bilico il rating
L’Italia è tuttora un rischio per l’Eurozona, nonostante i passi compiuti nel sentiero della ripresa, che proprio oggi sono stati certificati dall’ottimismo del Centro Studi di Confindustria. Gli analisti hanno infatti rivisto al rialzo l’outlook della crescita del Pil del 2017 e 2018 rispettivamente a +1,5% e +1,3%. Quasi contestualmente, è arrivato però il commento di Ed Parker, analista di Fitch che, nel corso di una conferenza organizzata dalla stessa agenzia di rating, ha affermato che la stabilità del governo italiano rimane fonte di rischio per l’intera Eurozona.
“Riguardo all’Italia, la nostra principale preoccupazione è che il paese non riesca a formare un governo stabile”.
E’ chiaro che l’agenzia di rating guarda alle elezioni politiche italiane, ormai imminenti, che si dovrebbero tenere entro la prima parte dell’anno prossimo.
“Non possiamo inoltre ignorare il rischio maggiore, rappresentato da un partito euroscettico che entri a far parte di una coalizione (di governo)…mentre in Europa è diminuito, in Italia il populismo è una battaglia che deve essere combattuta”.
Ma Parker ha lanciato anche un alert sugli Stati Uniti. Il trascinarsi del dibattito e dei conflitti che sta procrastinando la decisione di aumentare il tetto sul debito Usa potrebbe costringere infatti Fitch a rivedere il rating a tripla AAA che assegna al paese con “implicazioni potenzialmente negative”. Al momento Fitch assegna un outlook stabile.
L’America di Trump è riuscita a sventare la minaccia dello shutdown del governo qualche settimana fa, quando il Congresso, a seguito di un accordo siglato tra il presidente e i leader democratici del Congresso, ha prorogato il limite del tetto al debito di altri tre mesi.
La scadenza è stata rinviata al prossimo 8 dicembre. Già a fine agosto Fitch aveva minacciato di togliere la tripla A agli Usa, per lo stesso motivo.
Ora Parker, managing director di Fitch, ritiene che la questione del tetto al debito tornerà comunque in agenda piuttosto presto, probabilmente a febbraio o marzo, che tipicamente si confermano tuttavia mesi in cui il Tesoro Usa deve gestire forti flussi in uscita.
“E se la situazione continuerà a rimanere incerta fino alla fine, con il tetto sul debito che continuerà a non essere alzato o sospeso proprio quando il Tesoro si troverà a corto di fondi, allora potremmo rivedere il rating Usa con implicazioni potenzialmente negative”.
Rimane intanto la tensione sul mercato dei titoli di Stato italia, con lo spread BTP-Bund a 10 anni che sale alle 15 ora italiana dello 0,43% a 171,60 punti base, a fronte di tassi sui Bund tedeschi che cedono oltre -1% allo 0,4050% e i tassi sui BTP decennali che avanzato dello 0,43% al 2,12%.