Fine QE? Draghi continua ad aiutare Italia. A gennaio Bce ha aumentato quote in bond italiani e francesi
Da dietro le quinte la Bce di Mario Draghi continua a dare un assist ai bond italiani, anche se il Quantitative easing – nel caso dell’Italia ribattezzato scudo BTP, proprio per il sostegno che ha dato al valore dei titoli di stato – si è concluso ufficialmente alla fine del 2018. Non che si tratti di una sorpresa, visto che Draghi aveva confermato che gli acquisti dei bond dell’Eurozona sarebbero continuati anche con la fine del programma, attraverso il canale dei reinvestimenti. Ovvero, per la precisione, reinvestendo il ricavato dei bond giunti a scadenza in nuovi bond, al fine di sostenere l’economia dell’area euro.
Ieri, i dati diramati dalla Banca centrale europea, da cui è emerso che, nel mese di gennaio, l’istituto ha acquistato titoli di stato emessi dall’Italia e dalla Francia rispettivamente per un valore di 3,3 miliardi e 2,5 miliardi di euro. Gli acquisti sono stati compensati dai riscatti sui titoli spagnoli, olandesi e tedeschi. Reuters segnala che, in base alla regola del capital key, Italia e Francia erano già i due paesi più “overbought”, ovvero in condizione di ipercomprato.
Stando ai calcoli di Reuters che escludono la Grecia, la Bce dovrebbe in realtà ridurre la quota di bond italiani che detiene per un ammontare complessivo di 368,7 miliardi di euro di oltre 30 miliardi, per riflettere la regola del capital key.
Se invece la Grecia venisse inclusa nel programma – di cui non ha fatto mai parte a causa del basso rating sul suo debito pubblico – il taglio alla partecipazione dei bond italiani dovrebbe essere di quasi 40 miliardi di euro.
Da segnalare che il criterio del capital key stabilisce che la Bce può acquistare debiti sovrani in proporzione alla quota che ogni paese detiene nell’azionariato della Bce stessa.
LEGGI Capital key, cos’è e perchè la Bce sta acquistando BTP e bond francesi oltre il limite.
Nessuna fiammata oggi per lo spread e per i tassi, anche se i BTP rimangono attentamente monitorati dal mercato, per il timore – dopo la notizia della recessione in cui l’Italia è scivolata nel quarto trimestre del 2018 – che il paese non riuscirà a rispettare i target sul deficit-Pil, a causa della crescita peggiore delle attese.
I rendimenti dei BTP decennali, dopo la pubblicazione del Pmi servizi, sono risaliti al 2,76%, riavvicinandosi al record del 2,80% delle ultime tre settimane testato ieri, e ben al di sopra del minimo di gennaio, quando erano scesi al 2,56%.
Il dato, stilato da IHS Markit, è scivolato in fase di contrazione a gennaio, scendendo dai 50,5 punti di dicembre a quota 49,7.
Da segnalare che la soglia dei 50 punti è la linea di demarcazione tra fase di contrazione dell’economia (valori al di sotto) ed espansione (valori al di sotto). Il dato è stato peggiore delle attese, visto che gli analisti avevano previsto un valore di 50 punti.