Ferrari: gli analisti dicono ancora ‘buy’ dopo il primo piano firmato da Camilleri
Ferrari e il piano industriale 2019/2022 illustrato dal nuovo a.d. Louis Camilleri sotto la lente di ingradimento degli analisti. Un piano che si basa su “una previsione prudenziale”, ha precisato il manager nel corso del Capital Markets Day, che si è tenuto ieri a Maranello. Presentando il business plan, il primo dell’era post Marchionne, la società ha annunciato che saranno lanciati 15 nuovi modelli (comprese le serie speciali) con il modello di punta Purosangue e ha snocciolato anche gli attesi target finanziari. Nel dettaglio la società al 2022 si attende un ebitda adjusted tra 1,8 e 2 miliardi di euro, limando leggermente la precedente stima ferma a 2 miliardi di euro, mentre i ricavi netti saranno inferiori a 5 miliardi.
“I nuovi target al 2022 sono leggermente inferiori a quelli indicati da Sergio Marchionne, ma pur sempre in crescita a doppia cifra con visibilità elevata“. Questo il commento degli analisti di Equita che hanno confermato la raccomandazione di acquisto su Ferrari (rating buy), con un target price che sale a 132 euro. “La nuova guidance al 2022, definita ambiziosa ma raggiungibile, è leggermente inferiore a quella indicata da Sergio Marchionne – proseguono gli esperti della sim milanese – ma l’utile per azione nel quinquennio cresce a doppi cifra”. “Nonostante la delusione di qualche messaggio quantitativo riteniamo che la nuova famiglia Icona rappresenti un’ulteriore conferma della forza/unicità del brand che merita i multipli del best in class del settore lusso“, aggiungono da Equita che citano tra gli spunti positivi la nuova famiglia ‘Icona Ferrari’ che rappresenterà un traino per il prezzo-mix; l’inclusione dei costi per lo sviluppo del nuovo Suv Purosangue senza però beneficiare della commercializzazione, essendo lanciato nel 2022; il potenziale upside da attività non-auto, il 60% della produzione ibrida nel 2022 che riduce il rischio di multe per emissioni CO2 e migliora il mix; buy-back da 1,5 miliardi di euro (non incluso nel debito).
Equita elenca, tuttavia, anche una serie di criticità: “F1 a break-even nel 2022, sapendo che da anni è in perdita e che non c`è visibilità sul nuovo accordo di revenues sharing dal 2020 (con Liberty Media che vorrebbe ridurre i privilegi di Ferrari); capex molto più alti (non è la prima volta che vengono alzati) per i numerosi nuovi lanci; forex non coperto (pensavamo che tornasse la copertura rolling); e infine la capitalizzazione R&D da chiarire”. Il peso di Ferrari nel portafoglio principale di Equita è stato, tuttavia, ridotto di 50 punti base dopo la corsa registrata dal titolo nel 2018 (rialzi di oltre il 30%).
All’indomani della presentazione del business plan anche gli analisti di Banca Imi e Jefferies hanno confermato la valutazione buy su Ferrari. Dicono ancora “buy” anche da Fidentiis: secondo gli esperti della banca spagnola “i target al 2022 forniti da Race sono realistici”.
Intanto giornata a più velocità per Ferrari a Piazza Affari. Dopo il rally della vigilia e il promettente avvio di seduta, ora il titolo del gruppo di Maranello cede ora terreno, scambiando a quota 117,30 (-0,09%). Nel corso della mattinata l’azione sin è spinta a quota 119,7 euro.
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