Fed verso altra stretta monetaria nel 2017, tassi Treasuries a 2 anni al record da novembre 2008
La Federal Reserve ha annunciato un piano per iniziare a ridurre il carico di asset del valore di $4,5 trilioni che pesa sul suo bilancio, e ha indicato l’intenzione di alzare nuovamente i tassi alla fine di quest’anno.
Wall Street ha reagito negativamente, per poi recuperare terreno, con l’indice S&P 500 che ha terminato la sessione in lieve rialzo, attestandosi a un nuovo record di chiusura.
Così ha commentato a Reuters Soichiro Monji, responsabile strategist presso Daiwa SB Investments:
“Sebbene un rialzo dei tassi sia negativo, il fatto che la fiducia della Fed nell’economia sia tale da lasciarla prevedere una stretta monetaria (entro la fine del 2017) può essere interpretato come un elemento a sostegno del sentiment di mercato”.
I futures sui fed funds FFF8 scommettono ora con una probabilità del 65% su una stretta monetaria entro dicembre, in rialzo rispetto alla probabilità del 50% precedente il meeting della Fed.
Focus sulla reazione dei Treasuries, con i tassi a due anni che sono balzati all’1,451%, al record dal novembre del 2008. I tassi decennali sono saliti al 2,278%, testando il massimo in sei settimane al 2,289%.
Hiroko Iwaki, strategist senior presso Mizuho Securities, ha fatto notare che “i mercati hanno reagito alla Fed in modo piuttosto diretto, con i tassi dei bond a più breve termine saliti più di quelli a lungo termine. Ciò indica che i mercati obbligazionari sono fortemente convinti del fatto che il contesto di bassa inflazione e crescita rimarrà”.
Sul mercato del forex, gli acquisti sui Treasuries hanno aumentato l’appetibilità del dollaro. Di conseguenza, l’euro è sceso anche sotto la soglia di $1,19, dopo aver oscillato al di sopra della soglia $1,20 prima dell’annuncio della Fed. Il dollaro è balzato sullo yen fino a JPY 112,595 yen, al record in due mesi, rispetto ai precedenti JPY 111,30.
Cos’ commenta quanto è emerso dalla Fed Lee Ferridge, responsabile multi-asset strategy per il Nord America di State Street Global Markets:
“Come ampiamente atteso, il FOMC ha annunciato l’avvio del programma di riduzione del bilancio, facendo della Federal Reserve (Fed) la prima Banca Centrale a intraprendere il riassorbimento dopo l’implementazione del quantitative easing a seguito della crisi economica mondiale. Questo elemento è stato ampiamente evidenziato dai membri del FOMC e la Fed ritiene che si tratterà di un processo graduale e prevedibile che, di conseguenza, produrrà pochi sconvolgimenti sul mercato, se non addirittura nessuno. Per citare il presidente Yellen, sarà come “guardare la vernice che si asciuga”. Tutto questo può essere vero all’inizio, con la Banca Centrale che consentirà di riassorbire solo 10 miliardi di dollari al mese. Nei mesi successivi, invece, tale cifra è destinata a crescere (con un aumento di 10 miliardi al mese ogni trimestre) e sarà accompagnata probabilmente dal tapering della Banca Centrale Europea (BCE) che inizierà nei primi mesi del 2018, rendendo il contesto della liquidità meno favorevole ai mercati finanziari”.
Ferridge fa notare anche che, “oltre alla riduzione del bilancio, nonostante i recenti dati deludenti, la Fed ha mantenuto invariato il suo outlook sui tassi di interesse, con un ulteriore rialzo previsto per la fine di quest’anno. Ciò nonostante, molto probabilmente sarà necessario un miglioramento dei dati e/o nuovi segnali di pressione inflazionistica affinché la Fed alzi i tassi di interesse per la terza volta nel 2017. Il suo compito non sarà certo facilitato dalla distorsione che subiranno i dati nei prossimi mesi, a seguito della devastazione causata dagli uragani Harvey e Irma”.