Fed, tassi fermi: cosa dicono i dot plot sui tagli 2024. Powell non sottovaluta inflazione
Tassi fermi nell’ultimo atto 2023 della Federal Reserve (Fed). Tutto come da copione ieri a Washington, con la banca centrale guidata da Jerome Powell che, rispettando le ampie attese della vigilia, ha mantenuto i tassi sui Fed Funds fermi al range compreso tra il 5,25% e il 5,5% (per la terza volta consecutiva). Grande attesa anche per i dot plot (il grafico a punti)dai quali è emerso che gli esponenti del Fomc, il braccio di politica monetaria della Fed, si attendono per il 2024 tre tagli dei tassi, ciascuno di 25 punti base.
Fomc: ultimi dati suggeriscono crescita attività economica rallentata
Poco dopo le 20 ora italiana, è arrivato il comunicato ufficiale della Fed dopo la due giorni di riunioni. Ecco cosa dice:
“I dati recenti suggeriscono che la crescita dell’attività economica è rallentata rispetto al forte ritmo riportato nel corso del terzo trimestre. La crescita dei posti di lavoro ha moderato il passo rispetto all’inizio dell’anno, pur restando solida, e il tasso di disoccupazione è rimasto basso. L’inflazione si è smorzata nel corso dell’ultimo anno, ma rimane elevata”.
E aggiunge: “Il sistema bancario statunitense è solido e resiliente. Condizioni finanziarie e creditizie più restrittive per le famiglie e le imprese probabilmente peseranno sull’attività economica, sulle assunzioni e sull’inflazione. La portata di questi effetti resta incerta. Il Comitato rimane molto attento ai rischi legati all’inflazione.
“La Commissione – prosegue la nota – continuerà a valutare le informazioni aggiuntive e le loro implicazioni per la politica monetaria. Nel determinare fino a che punto potrebbe essere appropriata una ulteriore restrizione monetaria, al fine di riportare l’inflazione al tasso di crescita del 2% nel corso del tempo, la Commissione prenderà in considerazione l’effetto complessivo delle restrizioni di politica monetaria, il ritardo con cui la politica monetaria condiziona l’attività economica e l’inflazione, e gli sviluppi economici e finanziari”.
L’inflazione si è attenuta ma Powell mantiene la guardia alta
I recenti sviluppi mostrano un quadro in miglioramento per l’inflazione che a metà 2022 aveva raggiunto il massimo degli ultimi 40 anni. Ma nel corso della conferenza stampa che segue l’annuncio sui tassi, Jerome Powell ha fatto capire di non essere disposto ad abbassare la guardia sul fronte dei prezzi al consumo.
“I dati che certificano il rallentamento dell’inflazione sono confortanti, ma abbiamo bisogno di assistere a ulteriori prove” che dimostrino l’indebolimento dell’inflazione”, ha detto Powell aggiungendo “siamo al picco o vicini al picco di questo ciclo” di strette monetarie. E a chi si attende imminenti tagli ha mandato un messaggio chiaro: “Siamo pronti a ulteriori restrizioni, nel caso in cui fossero appropriate” e “manterremo la politica restrittiva fino a quando non saremo fiduciosi nel ritorno dell’inflazione al 2%”.
Dot plot, ecco cosa dicono
Dai dot plot emergono per il 2024 tre tagli dei tassi, ciascuno di 25 punti base. Nel dettaglio, daal dot plot aggiornato del Fomc emerge ora che, per alla fine del 2024, la stima mediana indica un calo dei tassi al 4,6%, in calo di 50 punti base rispetto al 5,1% atteso nel mese di giugno.
Ecco il grafico
ING si attende tagli dei tassi di 150 punti base nel 2024, a partire da maggio, con ulteriori 100 punti base all’inizio del 2025 rispetto alle aspettative di consenso raccolte da Bloomberg di 100 punti base nel 2024 e ulteriori 100-125 punti base nel 2025.
Le nuove stime di crescita
Intanto ieri sono state diffuse anche le nuove proiezioni di crescita dell’economia Usa. nel dettaglio, il Pil dovrebbe crescere al ritmo del 2,6% nel 2023 (dal 2,1% previsto a settembre), mentre nel 2024 e 2025 dovrebbe crescere rispettivamente dell’1,4% (dal +1,5%) e dell’1,8%. In tema d’inflazione l’indice Pce dovrebbe calare al 2,8% quest’anno rispetto al 3,3% indicato a settembre, al 2,4% nel 2024 (dal 2,5%) e al 2,1% del 2025 dal 2,2% delle proiezioni di settembre.
Taglio complessivo di circa 150 punti base? Il commento
“La Fed è fiduciosa di aver raggiunto un atterraggio morbido”, cioè una transizione economica senza scosse brusche. Si aspettano che l’inflazione scenda senza un grave picco di disoccupazione, con una crescita del Pil al +1,4% nel 2024. Questa è la definizione di atterraggio morbido. È evidente che i mercati ora condividono questa convinzione”, segnala Gabriel Debach, market analyst di eToro, rimarcando che “le nuove stime prospettano una diminuzione del tasso dei fed funds al 4,6% entro la fine del 2024, un ribasso rispetto alla precedente proiezione del 5,1% di settembre. Questo rappresenta una svolta significativa, segnando la prima proiezione al ribasso e suggerendo un possibile taglio dei tassi del 0,75% rispetto ai livelli attuali”. Inoltre, le stime sull’inflazione di fondo della spesa per consumi personali (PCE) nel 2024 si sono abbassate. Rispetto alla stima del 2,6% di settembre, l’attuale previsione mediana è del 2,4%, indicando un’inattesa moderazione.
Superata l’iniziale euforia dei mercati, Debach avverte che il focus si sposterà ora sull’orologio degli imminenti tagli dei tassi. Al momento, gli investitori indicano con una probabilità del 72,9% un primo taglio già nella prossima riunione di marzo. Questo rappresenta un notevole incremento rispetto al 39,7% registrato appena il 12 dicembre scorso. Ma la vera rivoluzione si delinea nel quadro prospettato per il 2024: si prevede un taglio complessivo di circa 150 punti base, piazzando il tasso nella fascia del 3,75-4,00%. Un taglio che si rivela doppio rispetto alle più caute aspettative della Federal Reserve.