Fed, Powell spiazza i mercati: dietrofront su rialzi tassi? L’Italia spaventa anche lui
Una notizia improvvisa scuote i mercati, stavolta in modo positivo. A darla è il numero uno della Federal Reserve Jerome Powell che, parlando dall’Economic Club of New York, stupisce tutti, affermando che i tassi di interesse Usa si trovano “appena al di sotto” del valore considerato neutrale per l’economia.
Un dietrofront, così lo prendono i mercati, rispetto a quanto detto un mese fa, quando aveva lasciato supporre che il raggiungimento di tassi di interessi neutrali per l’economia fosse ancora lontano.
Le dichiarazioni hanno avuto un effetto immediato in borsa, con Wall Street che ha assistito a un rally del Dow Jones superiore a +600 punti, il più forte in ben otto mesi. Acquisti scatenati anche sul Nasdaq +2,95% e sullo S&P 500 +2,30% (su base percentuale, il Dow Jones è balzato del 2,50%).
Immediato il calo del dollaro, mentre l’oro è salito e i rendimenti dei Treasuries sono scesi.
Certo, Powell ha detto che, anche dopo ben otto strette monetarie varate dalla Fed dal dicembre del 2015, i tassi sono bassi, rispetto agli standard storici.
Ma il timoniere della Fed ha sottolineato anche che “muoversi troppo velocemente (nel percorso del rialzo dei tassi) rischierebbe di ridurre l’espansione degli Stati Uniti”, così come “muoversi troppo lentamente potrebbe rischiare di scatenare un’inflazione più alta e squilibri finanziari”.
A Wall Street, gli operatori si sono concentrati comunque soprattutto sulla frase relativa ai tassi neutrali. La speranza che la Fed metta il freno nella politica di strette monetarie viene manifestata anche dai listini azionari europei e da Piazza Affari, anch’essi in rialzo dopo una sessione invece contrastata per le Borse asiatiche che, invece, non sono riuscite a beneficiare in pieno dell’effetto di Wall Street.
Sul dollaro, intanto, occhio alla nota di Hans Redeker, responsabole globale della strategia di forex presso Morgan Stanley, che ritiene che il dollaro si deprezzerà nel corso del prossimo anno.
La traiettoria discendente della valuta americana proseguirà fino alla fine del 2020, stando a quanto emerge dallo stesso Global FX Outlook di Morgan Stanley, relativo al mese di novembre.
La divisione forex della banca americana stima che il Dollar Index scenderà dai valori attuali attorno a 97, a quota 85 entro il quarto trimestre del 2019, per poi calare ulteriormente a 81 entro la fine del 2020.
Secondo Redeker, il dollaro è salito quest’anno grazie ai forti flussi nei fondi stranieri. Tuttavia, quando gli investitori troveranno ritorni migliori in altri asset, è possibile che decideranno di smobilizzare le posizioni accumulate in dollari. E questo è vero soprattutto ora che alcuni mercati emergenti stanno iniziando a offrire ritorni migliori rispetto agli asset americani.
Powell ha parlato anche del rischio Italia, definendo le trattative tra il governo M5S-Lega e Bruxelles sulla legge di bilancio come una delle fonti di rischio che potrebbero innescare situazioni di stress in qualsiasi momento” sui mercati e sull’economia globale.