Fed-Day: cosa farà e dirà Powell su tassi e crisi banche
Fed verso un nuovo rialzo dei tassi Usa a dispetto crisi banche
La Federal Reserve guidata da Jerome Powell alzerà oggi i tassi fino al livello massimo del 5%, dopo e nonostante la crisi bancaria esplosa sia negli Stati Uniti che in Europa?
Il consensus degli analisti prevede una nuova stretta monetaria di 25 punti base, dopo l’ultima, annunciata dalla banca centrale americana al termine della precedente riunione del 31 gennaio-1° febbraio.
Quel meeting si è concluso con un rialzo dei tassi di 25 punti base, al range compreso tra il 4,5% e il 4,75%, record dall’ottobre del 2007.
La domanda è se, a dispetto di chi chiede a Powell di fermarsi almeno per un po’ nella sua lotta all’inflazione, la Fed deciderà comunque di alzare i tassi.
La risposta della maggior parte degli analisti è affermativa. Scommettono su una nuova stretta anche i mercati.
Dal FedWatch di CME Group è emerso che nella serata di ieri, a Wall Street, i trader stavano puntando su un rialzo dei tassi di 25 punti base con una probabilità dell’89%, rispetto a una probabilità di appena l’11% di una pausa.
Tra l’altro, c’è anche chi avverte del fatto che un eventuale stop al rialzo dei tassi da parte della Fed insinuerebbe sui mercati il dubbio che nel sistema bancario Usa ci sia davvero il rischio di un terremoto. E in quel caso la corsa agli sportelli potrebbe ulteriormente intensificarsi.
Crac SVB e crisi Credit Suisse non dovrebbero far deragliare Fed
Dunque, il crac di Silicon Valley Bank (SVB) e successivamente la crisi che ha portato quasi al fallimento Credit Suisse, banca poi acquistata dalla rivale UBS attraverso una fusione orchestrata dal governo svizzero e dalla banca centrale Swiss National Bank, non dovrebbero secondo gli economisti e gli stessi mercati far deragliare il percorso rialzista dei tassi intrapreso da Jerome Powell.
Così Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia, nel commento dedicato alla Fed e a cosa succederà oggi.
Facendo riferimento allo strumento CME Fed Watch, Diodovich conferma che le aspettative dei mercati sono per un nuovo aumento che porti i tassi Usa dal 4,50%-4,75% al nuovo range 4,75%-5%.
Detto questo, c’è anche la possibilità che dalla riunione del Fomc, il braccio di politica monetaria della Fed, iniziata ieri, emergano toni dovish.
“Il mercato – fa notare infatti il Senior Market Strategist di IG Italia – è abbastanza ottimista che la Federal Reserve possa avere toni ‘dovish’ sia nelle proiezioni economiche che nel grafico dot-plot dove vengono raccolte tutte le aspettative dei membri del Fomc in merito al livello dei tassi di interesse a fine anno (negli ultimi documenti la mediana prevedeva un tasso di interesse medio del 5,125%)”.
Diodovich ricorda che “la Federal Reserve per assicurare un buon stato di salute dell’economia statunitense e per promuovere la stabilità del sistema finanziario ha il cosiddetto dual mandate (massimizzare occupazione e mantenere l’inflazione media al livello del 2%)”.
E che “il processo di rialzo dei tassi di interesse portato avanti dalla Federal Reserve da marzo 2022 ha cominciato a rompere qualcosa nel delicato equilibrio del sistema finanziario“.
“La Fed deve inevitabilmente modificare le proprie strategie”
In questo contesto, prosegue nella nota Filippo Diodovich, “il fallimento di Silicon Valley Bank e di Signature Bank e l’intervento della FDIC e del Dipartimento del Tesoro, il salvataggio di First Republic Bank tramite un consorzio di grandi banche, sono tutti allarmi che la Federal Reserve non possa continuare con l’acceleratore premuto. Deve inevitabilmente modificare le proprie strategie cercando di risolvere il dilemma tra stabilità dei prezzi e stabilità del sistema finanziario”.
Dunque? Le previsioni di IG Italia sono le seguenti:
“A nostro avviso la Fed non farà mosse avventate (tagliare i tassi di interesse o rialzarli di 50 pb) ma mostrerà una preferenza sulla stabilità dei prezzi”.
E’ vero che, “rispetto alle previsioni di mercato, le nostre attese sulla Fed sono leggermente più ‘hawkish'”, dal momento che “ci aspettiamo un Fomc che possa rialzare i tassi di 25 punti base al 4,75%-5% mantenendo comunque un atteggiamento abbastanza hawkish soprattutto nel grafico dot-plot, dove la mediana dei membri Fed dovrebbe mostrare un livello dei tassi a fine anno del 5,125%”.
Allo stesso tempo, “la Fed sottolineerà che esistono altri mezzi per sostenere la liquidità e la stabilità del settore bancario (il cosiddetto BTFP, Bank Term Funding Program) e che, al momento, la priorità è l’impegno nel fronteggiare le pressioni inflazionistiche che, a livello core, rimangono su livelli persistentemente troppo elevati”.
La conclusione è la seguente:
“Crediamo che un eventuale atteggiamento dovish della Fed (pausa nel rialzo dei tassi di interesse) potrebbe avere effetti positivi sui mercati azionari nel brevissimo ma negativi nel medio periodo. L’errore della Fed è stato fatto a fine 2021 quando considerava l’inflazione transitoria costringendola a ritardare le mosse di politica monetaria”.
eToro: acquisti mercati non significano fine preoccupazioni
Commenta quanto sta accadendo sui mercati in vista dell’annuncio della Fed anche Gabriel Debach, market analyst di eToro, che ricorda le parole che sono state proferite ieri dall’ex numero uno della banca centrale americana, ora segretario al Tesoro, Janet Yellen.
“Nonostante il perdurare dell’incertezza sul settore bancario regionale e globale gli investitori trovano nelle parole del Segretario del Tesoro americano Yellen, la quale ha dichiarato che il governo è pronto a fornire ulteriori garanzie qualora la crisi bancaria dovesse peggiorare, e in quelle delle Bce, quelle speranze di garanzie necessarie per tornare ad acquistare”.
Il riferimento di Debach è alla buona performance dei titoli delle banche regionali Usa, e di riflesso di Wall Street, della vigilia.
Debach avverte tuttavia che “gli acquisti non equivalgono alla fine delle preoccupazioni” e che dunque “la fiducia potrebbe essere ancora altamente traballante. Gli investitori sperano che il peggio delle turbolenze bancarie sia passato e si aspettano un messaggio dovish da parte della Fed in giornata, tornando nuovamente a scommettere con forza su un rialzo di 25 punti base nella giornata, con una probabilità stimata intorno all’86%, e persino per un successivo rialzo di altri 25 punti base a maggio”.
“L’attenzione – continua il market analyst di eToro – sarà oggi principalmente rivolta alle indicazioni della Fed sulle mosse future, operando in bilico tra la garanzia della stabilità finanziaria e la lotta alle pressioni inflazionistiche ancora troppo elevate”.
Viene messo in evidenza a tal proposito che “gli analisti hanno pareri discordanti sulla misura in cui le recenti turbolenze forniranno una parte dell’inasprimento necessario per ridurre l’inflazione e sarà interessante valutare la posizione della Fed su questo tema”.
Tra l’altro, “con il rialzo dei tassi da una parte e il supporto alla liquidità dall’altra alcuni investitori potrebbero trovarsi spaesati in relazione a tali opposte manovre”.
In ogni caso, sottolinea Debach, “l’attuale sostegno della Fed alle banche, pari a 300 miliardi di dollari, non è considerato un QE. Sono infatti prestiti a breve termine che si autocorreggono naturalmente quando le pressioni delle banche si attenuano”.
L’analista di eToro mette in evidenza anche la rimonta del Bitcoin.
La criptovaluta numero uno al mondo “continua a restare al centro dell’attenzione, gravitando intorno alla resistenza dei $28.000 e discostandosi dai movimenti del Nasdaq (correlazione a 30 giorni a 0,42)”.
Il motivo?
“Da una parte la crisi finanziaria ha accentuato le ragioni dietro la nascita di Bitcoin, dall’altra la maggiore liquidità in circolazione sostengono il ritorno del miglior asset di inizio anno”.
Mps Capital Services: Fed verso taglio di fine anno?
Prevede un aumento dei tassi Usa da parte della Fed di Jerome Powell, pari a 25 punti base, anche Mps Capital Services, che mette in evidenza non solo come i mercati prezzino una stretta per questa riunione ma anche “un altro ritocco da 25 pb per maggio. Il tutto accompagnato da un ridimensionamento del taglio per fine anno (60 pb)”.
Di conseguenza, “il rialzo da 25pb, di questa sera sarebbe supportato dall’idea che la lotta all’inflazione e la stabilità finanziaria possono essere obiettivi perseguiti contemporaneamente utilizzando strumenti diversi (rialzo dei tassi per il primo, linee di credito e assicurazione dei depositi per la seconda). Il tutto potrebbe trovare giustificazione in una revisione al rialzo delle stime di crescita ed inflazione. Sarà poi importante vedere dove si posizionerà la mediana delle nuove proiezioni dei Dots sul fine anno”.
Per gli analisti, “una conferma del 5,10% indicherà che un altro rialzo è sul tavolo, un livello significativamente inferiore a quello che il mercato prezzava solo due settimane fa, ma è anche vero che la crisi delle banche regionali Usa ha portato e comporterà inevitabilmente un inasprimento delle condizioni finanziarie”.
Di conseguenza, il team di Mps Capital Services ritiene che, “dato l’aumento dei rischi sistemici” la Fed “preferirà accompagnare il rialzo con un atteggiamento data dependent per il futuro. D’altro canto, un pausa (lasciare i tassi invariati) avrebbe probabilmente l’effetto perverso di scatenare i sospetti del mercato sul fatto che la crisi sia più grave di quanto dichiarato”.