Fca: si riaccende ipotesi matrimonio con Renault, in fermento tutto il comparto auto in Europa
Il mercato torna a scommettere sulla fusione tra Fca e Renault volta alla creazione di un maxi-polo dell’auto che potrebbe essere in grado di sfidare un colosso come Volkswagen in Europa e nel mondo. E non solo, secondo alcune indiscrezioni riportate da Il Sole 24 Ore, i colloqui tra i vertici dei due gruppi non si sarebbero mai interrotti.
La notizia ha fatto scattare i titoli delle case automobilistiche in Borsa: Fca è tra i migliori del Ftse Mib con un rialzo del 3,6% a 11,56 euro, mentre a Parigi Renault è salito fino al 4,2%, sui massimi dello scorso 4 giugno. La capitalizzazione di Fca si aggira attorno a 17,5 miliardi di euro, sostanzialmente in linea con i 18 circa che erano stati presi come riferimento nelle discussioni per l’aggregazione. Stessa cosa per Renault che ora vale 14,5 miliardi contro i 15 miliardi ipotizzati per la fusione. Oggi è in fermento anche tutto il settore dell’auto con l’indice Euro Stoxx 600 Automobiles & Parts che sale del 2%, con ampia parte delle azioni in buono spolvero non solo a Milano (Pirelli +3,3%, Brembo +1,8%), ma anche a Parigi (Peugeot +1,8%) e Francoforte (Bmw +1,4%, Daimler +1% e Volkswagen +0,9%).
Secondo il Sole 24 Ore, il piano per dar vita al terzo gruppo mondiale del settore auto, fortemente voluto dal presidente di Fca, John Elkann, e da quello di Renault, Dominique Senard, non è stato mai riposto in modo definitivo nel cassetto e i colloqui tra i due gruppi non sarebbero mai stati interrotti, nonostante il flop delle trattative. Lo scorso 27 maggio Fca aveva proposto a Renault una fusione paritetica al 50% e poi naufragata anche per le prese di posizione del Governo francese, socio al 15% di Renault.
Stando a quanto riporta il quotidiano finanziario, l’obiettivo sarebbe ora trovare un punto di equilibrio tra le varie parti in causa, compresi i giapponesi di Nissan, partner dell’alleanza a tre con Renault e Mitsubishi, in modo da arrivare a un accordo “blindato”, che non riservi sorprese dell’ultimo minuto. Secondo Il Sole 24 Ore, la priorità sarebbe quella di rivedere i termini e i pesi dell’alleanza tra Nissan e Renault, legate tra loro da partecipazioni incrociate: la casa francese detiene il 43% di Nissan e quella giapponese il 15% di Renault senza diritto di voto. Nissan vorrebbe che i francesi riducessero la quota al 20-25%, mentre Renault sarebbe intenzionata a mantenere il 30-35%.
In questo modo, il quotidiano di Confindustria riporta che la vendita da parte di Renault di una fetta della partecipazione detenuta in Nissan potrebbe tradursi in una distribuzione di dividendi sia ai soci francesi che agli stessi giapponesi. Il ridimensionamento della stessa Renault nel capitale di Nissan rappresenterebbe quindi la chiave per il via libera alla fusione tra Renault e Fca.
Prospettive nere su più fronti per il business di Fca
Parentesi alleanze a parte, Fca è tra le società automobilistiche più in difficoltà in questo scorcio d’anno. Se le big tedesche appaiono come le più esposte alla sempre più debole domanda cinese alla luce della loro marcata dipendenza dal principale mercato asiatico, Fca dal canto suo deve fare i conti con la forte dipendenza dal mercato nordamericano; anche su quel fronte l’andamento del settore auto mostra i primi segnali di debolezza e la prospettiva di un’economia Usa ancora più debole nei prossimi trimestri non promette bene per il gruppo guidato da Mike Manley.
Fca segna un saldo 2019 di circa -7,7%, con solo pochi titoli del Ftse Mib che stanno facendo peggio in questo 2019. Tra le altre big europee il saldo simile lo presenta Daimler (-7,6%), mentre Volkswagen strappa un +7,5% da inizio anno.
Il 31 luglio il gruppo italo-statunitense aveva diffuso i dati del secondo trimestre 2019, sostanzialmente in linea con le attese, con il mercato che aveva soprattutto premiato la conferma della guidance 2019, il cui raggiungimento alla luce degli ultimi sviluppi negativi del mercato potrebbe non essere affatto scontata.
Lo scorso mese Goldman Sachs, che ha espresso un giudizio Sell sul titolo, ha avvisato che il consenso su Fca non rifletta pienamente le sfide che deve affrontare il gruppo. Il Nord America presenta un peso “sproporzionato” nel business di Fca e per quest’anno i volumi di vendita in Nord America stanno rallentando e in più aumentano le pressioni sui prezzi; Goldman non vede quindi spazio per crescita degli utili in quest’area strategica per Fca. Volgendo all’Europa, le sfide vanno dalla questione normativa sulle emissioni di CO2 (nuove norme in vigore nel 2021) con FCA che presenta il più grande deficit di conformità alla CO2 (> 30 g / km).
In Italia il gruppo a luglio ha visto un tracollo del 19,37% delle immatricolazioni. Il gruppo guidato da Mike Manley perde oltre 5 punti di quota di mercato dal 27,59% al 22,26%. Si tratta dei livelli minimi storici.