FCA sconta calo Piazza Affari. Ma sul Nyse arriva l’upgrade di Bank of America
Giornata negativa per il titolo FCA che fa una brusca pausa dopo i rally delle ultime settimane. La flessione si spiega principalmente con l’avversione al rischio presente sui mercati dovuta al lancio di un nuovo missile da parte della Corea del Nord. Fuga dall’azionario, il Ftse Mib scivola dell’1,5%, gli investitori vanno a caccia degli asset rifugio. Sul Ftse Mib, il titolo FCA perde il 2%, rimanendo saldo sopra la soglia dei 12 euro, a 12,8 euro.
Le prospettive per il titolo rimangono positive tanto che, dopo Jefferiers, che lo scorso 23 agosto, ha alzato il target price da $14 a $19, intravedendo un potenziale di rialzo – rispetto al prezzo di chiusura della sessione del 22 agosto – pari a +41%, nelle ultime ore è arrivato il giudizio di Bank of America Merrill Lynch, che ha alzato il rating sull’azione scambiata al Nyse da “underperform” a “neutral”, con un target price di $18 (rispetto alla precedente chiusura del titolo sul Nyse, a $14,85).
Tra i 13 analisti che coprono il titolo scambiato sul Nyse con il ticker FCAU, cinque hanno un rating “buy”, quattro un rating “sell” e quattro un rating “Hold”. Di conseguenza, il 38% del consensus è positivo. Il target price massimo dato al titolo è di $19, mentre quello più basso è pari a $14.
Intanto, su possibili operazioni di M&A che vedrebbero protagonista FCA, Automotive News ha fatto notare come a battersi per FCA e soprattutto per il marchio Jeep sarebbe l’America First di Donald Trump.
Tra l’altro, la procedura richiede che una qualsiasi eventuale acquisizione di asset americani da parte di un qualsiasi investitore straniero debba prima di tutto superare un importante test: quello del Committee on Foreign Investment in the United States, che opera sotto il controllo del dipartimento del Tesoro.
E che in ogni momento può decidere di bocciare o frenare un eventuale accordo: soprattutto se si tratta, come in questo caso, di Fiat Chrysler e/o dei suoi brand made in Usa. E soprattutto se il potenziale aggressore è cinese.
Intanto oggi il Sole 24 Ore fa il punto della situazione del “tesoro privato” dell’AD Sergio Marchionne che, oltre a essere il numero uno di Fiat Chrysler, è anche socio privato con un pacchetto azionario di 14,6 milioni. Che ora vale 181 milioni di euro.
Ma Marchionne, continua l’articolo, non si è limitato certo a puntare solo su FCA e detiene pacchetti azionari di tutto rispetto anche in Cnh Industrial e Ferrari.
Pacchetti il cui valore è salito al punto da portare il tesoro privato del ceo a valere mezzo miliardo di euro.