Notizie Notizie Italia Fca: nozze con Renault le migliori possibili? Analisti dicono sì ma con riserva

Fca: nozze con Renault le migliori possibili? Analisti dicono sì ma con riserva

27 Maggio 2019 15:02

Calda accoglienza del mercato alla proposta di fusione tra pari avanzata da FCA verso Renault. Un colpo di scena anche se già due mesi fa si era iniziato a parlare di un possibile avvicinamento tra i due gruppi, ma solo successivamente a una fusione tra i francesi e l’alleato storico Nissan.

Il titolo Fca è arrivato a guadagnare oltre il 19% oggi in Borsa per poi rallentare sotto quota 13 euro con un balzo dell’11% circa. Meglio fa Renault a Parigi con un rally del 15%. Il cda di Renault ha valutato come amichevole la proposta di Fca e “studierà con interesse l’opportunità di una tale combinazione aziendale”. 

“5 miliardi di sinergie sono molte – rimarca Roberto Russo, amministratore delegato di Assiteca Sim – non ci sono sovrapposizioni e quindi un enorme vantaggio in termini di quote di mercato in tutto il mondo. Fortissimi investimenti sull’auto elettrica, protagonisti su tutte le fasce di mercato; quindi operazione potenzialmente straordinaria, ma bisogna vedere i dettagli e ci vorrà almeno un anno perché poi nella pratica si possa raggiungere un’operazione del genere”.

“5 miliardi di sinergie sono molte – rimarca Roberto Russo, amministratore delegato di Assiteca Sim – non ci sono sovrapposizioni e quindi un enorme vantaggio in termini di quote di mercato in tutto il mondo. Fortissimi investimenti sull’auto elettrica, protagonisti su tutte le fasce di mercato; quindi operazione potenzialmente straordinaria, ma bisogna vedere i dettagli e ci vorrà almeno un anno perché poi nella pratica si possa raggiungere un’operazione del genere”.

La view di Mediobanca e Banca IMI

Gli analisti soppesano i pro e i contro dell’operazione.  Il beneficio principale, rimarca Mediobanca Securities, è la condivisione degli investimenti in relazione alle nuove piattaforme per il lancio di soluzioni ibride / elettriche complete. Nel 2018 Renault ha investito 5,2 miliardi di euro in ricerca e sviluppo, 3,5 miliardi di euro nel caso di FCA. Inoltre, Fca potrebbe ridurre i costi di compliance per 1,8 miliardi grazie all’utilizzo delle soluzioni elettriche/ibride di Renault.  In relazione a Renault, gli analisti di piazzetta Cuccia elencano tre principali benefici: avere accesso alla rete di distribuzione di FCA nell’area NAFTA; acquistare i marchi premium Alfa, Maserati e Jeep e infine diluire il peso di Nissan in una futura fusione che coinvolge i 3 player. In caso di fusione, FCA potrebbe aumentare la sua penetrazione in Russia, così come nei mercati Apac.

I tre player insieme, supponendo che anche Nissan partecipi all’operazione, venderebbero più di 15 milioni di unità all’anno con chiare economie di scala.

Tra i potenziali ostacoli che potrebbero impedire un eventuale accordo tra FCA e Renault, gli analisti indicano le forti sovrapposizioni in termini di capacità produttiva in Europa (Renault ha 20 stabilimenti in UE, circa 14 in Francia vs 40 impianti FCA, 27 in Italia). “Il risparmio sui costi potrebbe influire su alcune chiusure di impianti che potrebbero essere difficili da raggiungere”. Inoltre, il governo francese ha una quota del 15% in Renault e potrebbe opporsi a una potenziale fusione anche se le prime indicazioni vedono l’appoggio dell’esecutivo transalpino alla creazione di un gigante auto europeo. Non va dimenticato poi il contesto di guerra commerciale con Trump che potrebbe vedere malvolentieri un accordo che porti lo Stato francese a diventare azionista rilevante di un gruppo che include il terzo produttore di auto Usa.

Vediamo alcuni pro e dei contro in una fusione tra Renault e FCA”, rimarca Banca IMI che ha alzato il rating su Fca a Buy con target price a 15,1 euro. Ai forti risparmi a livello di costi in Europa e nelle spese in ricerca e sviluppo, si contrappongono i rischi di una sovra-capacità produttiva in Europa, con un ‘elevato rischio di esecuzione sul raggiungimento delle sinergie di costo, che potrebbero essere inferiori a quelle annunciate. 

L’aggregazione, stando a quanto annunciato da Fca, permetterà oltre 5 miliardi di euro di sinergie l’anno a regime dopo costi di implementazione (stimati in 3-4 miliardi di euro) e senza chiusure di impianti. Il valore attualizzato delle sinergie è pari a circa 30 miliardi di euro. 

Nissan che farà? 
Altro punto delicato è l’eventuale mancata estensione dell’alleanza a Nissan. In tal caso, argomenta Banca IMI, Fca non riuscirebbe a risolvere i problemi in Asia e i vantaggi della fusione sarebbero significativamente ridotti”. Infine, Banca IMI non esclude questioni sul lato della governance data la presenza del governo in Renault e ulteriori problemi di governance potrebbero sorgere se e quando l’alleanza verrà estesa a Nissan.

La giapponese Nissan, alleata da oltre 20 anni con il gruppo Renault, non ha partecipato alle trattative iniziali tra Fca e la casa transalpina, e non vede l’affare come particolarmente vantaggioso, scrive oggi l’agenzia Bloomberg. Renault detiene il 43% del capitale di Nissan che a sua volta detiene una partecipazione del 15% in Renault. “Supponiamo che Nissan possa opporsi all’intesa”, avvisa Mediobanca Securities, in virtù del fatto che una fusione andrebbe a ridurre la sua partecipazione nel nuovo gruppo.