Fca: brusco calo delle vendite negli Usa. Elkann rassicura: “Non cambia il nostro impegno”
Cosa Exor voglia fare con Fca lo dice chiaramente John Elkann in una lettera agli azionisti. “Noi e Fca siamo determinati ad avere un ruolo attivo e ambizioso in questa nuova ed entusiasmante era” scrive il presidente di Exor e di Fiat Chrysler Automobiles. Exor è la holding della famiglia Agnelli che, con una partecipazione del 29% e con il 42% dei diritti di voto, è il maggiore azionista del produttore automobilistico italo-americano.
John Elkann: “Immutato impegno per Fca”
“Resta immutato – scrive Elkann – il nostro impegno per Fca e nel partecipare al suo futuro coraggioso e redditizio”. “Nei prossimi vent’anni – sottolinea il presidente di Fca – per l’industria automobilistica ci sarà un livello di cambiamenti molto più grande rispetto agli ultimi cent’anni”. “La nostra permanenza nel capitale di Fca ha dato al management che si è susseguito nel tempo la libertà di pianificare lo sviluppo a lungo termine, piuttosto che dover reagire alle pressioni quotidiane”, spiega Elkann. “Questo approccio e questa mentalità rimangono per noi rilevanti oggi come sempre, così come sono invariati anche il nostro impegno nei confronti di FCA e la nostra volontà di essere parte del suo futuro coraggioso e redditizio” conclude.
Il rampollo della famiglia Agnelli negli ultimi anni ha ripetutamente cercato di arginare le speculazioni in merito alla possibilità che Exor possa vendere, in tutto o in parte, la Fiat Chrysler ad un’altra casa automobilistica, dall’indiana Tata, ai cinesi di Geely al colosso di Detroit General Motors. Negli ultimi tempi si era parlato anche di colloqui intercorsi tra Fiat Chrysler e il suo omologo francese PSA dopo che quest’ultimo aveva manifestato il suo interesse ad una partnership con il gruppo italo-americano. Notizia smentita direttamente da John Elkann ma ora, come riporta Bloomberg, pare che tra Fca e Psa i colloqui ci siano e per quanto riguarda non una fusione bensì lo sviluppo di una nuova piattaforma per la mobilità elettrica e per lo sviluppo di tecnologie dedicate alla connettività e alla guida autonoma.
L’impegno sull’elettrificazione
Le case automobilistiche di tutto il mondo stanno cercando di aggregarsi per far fronte alla crescente competizione, all’aumento delle auto elettriche e alla minaccia di una guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina. Fiat Chrysler è in ritardo rispetto ai competitor globali quando si tratta di investire nell’elettrificazione, anche se il piano strategico quinquennale fino al 2022 prevede l’offerta di motori ibridi gas-elettrici nei suoi modelli Jeep e Ram più venduti, e la realizzazione di versioni completamente elettriche di alcune Fiat, Jeep e Maserati. La casa automobilistica si è classificata all’ultimo posto tra le 13 case automobilistiche sia per il risparmio di carburante che per le emissioni di carbonio nella valutazione dell’Environmental Protection Agency statunitense dei veicoli dell’anno 2016. In tema di alleanze, secondo recenti indiscrezioni di Reuters, la francese Renault vorrebbe riavviare i negoziati con la giapponese Nissan per valutare una fusione nell’arco di un anno e successivamente potrebbe essere interessata a fare un’offerta per Fiat.
Vendite in calo negli Usa
A Piazza Affari il titolo Fca viaggia al rialzo e si avvia a chiudere la seduta odierna attorno allo 0,80% nonostante il suo business negli Stati Uniti rallenta. Lo dimostrano gli ultimi dati relativi alle immatricolazioni del mese di marzo che registrano una flessione del 7%, facendo peggio delle previsioni che avevano stimato un calo più contenuto a – 6,4%. Analizzando nel dettaglio i diversi brand che fanno riferimento al gruppo Fca, a marzo 2019 segna un record Ram, le cui vendite sono aumentate del 15% a 51.822 vetture, così vanno bene anche le vendite di Jeep Grand Cherokee, aumentate del 26% a 24.655 veicoli. Perde invece l’11% il marchio Jeep, scendendo da 98.382 a 87.328 vetture, con Renegade (-24%) e Cherokee (-23%) che hanno segnato pesanti ribassi. Guardando ai marchi storici marchi della casa automobilistica di Torino, Fiat ha perso il 45% in termini di vendite (solo 847 modelli immatricolati) e Alfa Romeo il 31% con un saldo passato dalle 2.576 vetture di febbraio alle 1.774 di marzo.