Fca: analisti si interrogano su difficili prospettive dopo Toyota-Suzuki
Fca non si lascia prendere dall’euforia di Piazza Affari che festeggia l’intesa raggiunta ieri sera tra M5S e Pd per formare un nuovo esecutivo con alla guida il premier dimissionario Giuseppe Conte. Il titolo della casa automobilistica segna un rialzo dello 0,4% a 11,68 euro, sottoperformando l’indice Ftse Mib che avanza dell’1,8% in area 21.300 punti.
Ad impensierire il gruppo guidato da Michael Manley è la notizia che le giapponesi Toyota e Suzuki hanno annunciato un accordo per uno scambio di capitale volto a rafforzare un’alleanza di lungo termine. L’obiettivo è quello di promuovere la ricerca e lo sviluppo sul fronte hi-tech, puntando anche sulle auto a guida autonoma. In base all’accordo, Toyota acquisterà 24 milioni di titoli azionari Suzuki, pari al 4,9% del capitale azionario, per 96 miliardi di yen. Suzuki acquisterà direttamente sul mercato azioni Toyota per un valore pari a 48 miliardi di yen (circa 820 milioni di euro). Le acquisizioni avverranno dopo l’ok delle autorità competenti.
“Dopo l’accordo tra Toyota e Suzuki, il numero di possibili partner per Fca si sta progressivamente ridimensionando; un accordo con Renault rimane la prospettiva più interessante e realistica sul tavolo in questo momento”, affermano gli analisti di Banca Akros. L’alleanza tra le due case automobilistiche giapponesi potrebbe anche imprimere una accelerazione ai dossier sui tavoli dei diretti concorrenti impegnati a mettere a punto complessi accordi commerciali e azionari. “Si tratta di un’ulteriore dimostrazione della necessità di aggregazioni o collaborazioni nel settore auto”, dicono gli analisti di Equita.
Un esempio è quello che sta succedendo tra Fca, Renault e Nissan, che stanno ancora cercando un modo per dar vita a un maxi-polo del settore auto. Secondo un articolo del Sole 24 Ore della scorsa settimana i colloqui tra Fca e Renault non sarebbero mai stati interrotti, nonostante il flop delle trattative. Lo scorso 27 maggio il gruppo italo-americano aveva infatti proposto alla casa automobilista francese una fusione paritetica al 50% poi naufragata anche per le prese di posizione del Governo francese, socio al 15% di Renault.
Il ruolo chiave di Nissan nella partita con Fca e Renault
Anche Nissan, partner dell’alleanza a tre con Renault e Mitsubishi, ha avuto un ruolo chiave nel fallimento delle trattative e, trovandosi alle prese con un drastico crollo dei profitti, ha aperto in estate un tavolo con Renault per rivedere i termini dell’accordo industriale e azionario alla base dell’alleanza. Secondo le ultime indiscrezioni riportate dal Sole 24 Ore, la priorità sarebbe quella di rivedere i termini e i pesi dell’alleanza tra Nissan e Renault, legate tra loro da partecipazioni incrociate: la casa francese detiene il 43% di Nissan e quella giapponese il 15% di Renault senza diritto di voto. Nissan vorrebbe che i francesi riducessero la quota al 20-25%, mentre Renault sarebbe intenzionata a mantenere il 30-35%.
In questo modo, il quotidiano di Confindustria riporta che la vendita da parte di Renault di una fetta della partecipazione detenuta in Nissan potrebbe tradursi in una distribuzione di dividendi sia ai soci francesi che agli stessi giapponesi. Il ridimensionamento della stessa Renault nel capitale di Nissan rappresenterebbe quindi la chiave per il via libera alla fusione tra Renault e Fca. Il dialogo tra francesi e giapponesi è ancora in corso e punta a raggiungere un compromesso in tempi stretti, mettendo così le basi per arrivare a un grande accordo che coinvolga anche Fca, ancora convinta delle potenzialità del progetto di fusione. La partita è in pieno svolgimento e l’obiettivo sarebbe quello di trovare un punto di equilibrio tra le varie parti in causa, in modo da arrivare a un accordo “blindato”, che non riservi sorprese dell’ultimo minuto.