Fca a un soffio da 13 euro su spinta risiko auto: stavolta è Elkann ad aprire a una grande alleanza
Il tema del risiko dell’auto è tornato in primo piano, con il nome di Fca sulla bocca di tutti. I primi segnali sono arrivati dal Salone dell’auto di Ginevra di inizio marzo, da lì sono state numerose le indiscrezioni di un potenziale merger tra il gruppo italo-americano e i francesi di Psa (Peugeot). E adesso ci sarebbe anche l’apertura a una grande alleanza nel mondo delle quattro ruote da parte di John Elkann, presidente di Fca.
Questo almeno quanto riporta “The Financial Times“, secondo il quale Elkann avrebbe avuto contatti non solo con i francesi di Peugeot, ma anche con altre case automobilistiche coreane e cinesi. Le fonti vicine al dossier, citate dal quotidiano finanziario londinese, sottolineano che non c’è nulla di imminente e che sul tavolo ci sarebbe l’opzione di diluire la partecipazione della famiglia Agnelli nel gruppo automobilistico. Nuove indiscrezioni che sostengono Fca sul Ftse Mib. Il titolo, i migliori del principale listino di Piazza Affari, avanza dell’1,52% a 12,97 euro.
Ma cosa spingerebbe Elkann a guardare con interesse a un grande deal nel mondo dell’auto? Il rampollo della famiglia Agnelli, 43 anni il prossimo primo aprile, starebbe portando avanti alcune valutazioni di mercato. In particolare, il quotidiano londinese scrive: “Elkann e Marchionne, prima della sua prematura scomparsa la scorsa estate, avevano più volte mostrato la loro apertura a una fusione in un mercato alle prese con la forte pressione derivante dalla tecnologica (tech disruption) e dalla saturazione dei consumatori nei mercati “.
Negli ultimi anni Fca, con Marchionne che era considerato un vero e proprio dealmarker si era mossa su diversi fronti, aveva esplorato diverse opzioni che però non erano andati a buon fine. Il Financial Times ricorda il potenziale deal con gli americani General Motors (GM) nel 2015, respinto dall’a.d. di Gm, Mary Barra. Inoltre dieci anni fa le famiglie Peugeot e Agnelli erano già entrate in contatto, ma poi Fiat aveva perseguito la strada di Chrysler dopo che la famiglia Peugeot aveva detto no alla riduzione della sua quota.
Il mercato si era acceso la scorsa settimana, quando era sceso in campo Robert Peugeot. L’esponente della famiglia che ha fondato il marchio automobilistico francese aveva espresso dalle pagine di “Les Echos” la volontà dei Peugeot ad appoggiare le mire di acquisizione di PSA, attraverso il veicolo di investimenti FFP, di cui è responsabile. In particolare, sarebbe disposto a effettuare un investimento in proporzioni ragionevoli, qualora PSA, produttore dei veicoli Peugeot e Citroen, raggiungesse un accordo con un altro gruppo del settore. Finora – ha precisato – non è arrivata ancora nessuna proposta ma, alla domanda sulla possibilità di un investimento in FCA, la risposta è stata: “Con loro, così come con altri, i pianeti potrebbero essere allineati”.
Le mire di acquisizione dell’azienda erano diventate evidenti all’inizio di questo mese, meno di un anno dopo l’integrazione di PSA con i marchi Opel e Vauxall acquistati da General Motors, quando l’A.d. Carlos Tavares aveva affermato che l’azienda era ormai pronta a individuare nuove opportunità di crescita.