Europa: troppe banche, necessario consolidare
Quella attuale è probabilmente una fra le fasi più sfidanti per il settore bancario del Vecchio Continente. Nonostante sembri che la crisi degli attivi deteriorati sia ormai alle spalle il settore creditizio soffre ancora di una sovrabbondanza di istituti.
E’ il pensiero in sommi capi espresso da Andrea Enria, il banchiere italiano a capo dell’Eba (l‘authority bancaria europea), e Danièle Nouy, responsabile del sistema di vigilanza unica della Bce. Il fuoco incrociato da parte di queste istituzioni sul fronte bancario riguarda in sostanza il rilancio della redditività degli istituti.
“La grande sfida del consolidamento dapprima a livello locale e solo in seguito cercare sinergie di costo anche a livello cross-border”, ha detto Enria nel corso del Reuters Financial Regulation Summit in corso a Londra dal 25 settembre.
Per Enria nel settore creditizio del Vecchio Continente “c’è troppa frammentazione” che andrebbe contrastata attraverso un obiettivo preciso. “Potrebbe essere ragionevole che la prima fase di consolidamento sia tra banche che hanno reti distributive sovrapposte e dunque a livello locale – ha chiosato il numero uno dell’Eba – perché in questo modo è possibile realizzare sinergie di costo e aumentare l‘efficienza”. “Solo successivamente si potrebbe poi aprire la strada a fusioni cross border”.
Problema che secondo la responsabile del sistema di vigilanza unica della Bce, Danièle Nouy, andrebbe affrontato “attraverso fusioni o fallimenti per snellire il settore”. “Ci sono troppe banche – ha detto la Nouy – e molte di esse non guadagnano abbastanza per ripagare il costo del capitale”.