Euro giù dopo deboli Pmi: la crescita rallenta, dubbi su ripresa nel secondo trimestre
Un inizio del secondo trimestre decisamente poco brillante per l’Eurozona. I dati preliminari dell’indice Pmi (Purchasing Managers Index) mostrano ad aprile, e per il secondo mese consecutivo, un rallentamento della crescita economica. Il settore manifatturiero rimane in una fase di contrazione e l’espansione del terziario è diminuita. In questo quadro, l’euro si indebolisce nei confronti delle altre principali valute. Se prima della diffusione dei Pmi il cambio euro/dollaro viaggiava in area 1,13, subito dopo è scivolato a 1,124. La moneta unica deve fare i conti con un contesto economico più debole del previsto, ma anche nuovi fattori di incertezza. In primis la crescente incertezza politica, legata alle elezioni politiche del parlamento europeo a maggio, ma anche la Brexit. E poi la guerra commerciale, le misure protezionistiche e ancora una volta la debolezza del settore automobilistico.
Dall’analisi dei dati preliminari, l’Indice IHS Markit PMI Composito dell’Eurozona è sceso a 51,3 punti dai 51,6 di marzo. Si tratta del terzo valore più basso da novembre 2014, attestandosi solo leggermente al di sopra i recenti valori minimi di dicembre e gennaio. Il settore manifatturiero rimane in fase di contrazione a 47,8 punti (sotto la soglia di demarcazione dei 50 punti). Allo stesso tempo la crescita del settore dei servizi è diminuita a 52,5 punti dai 53,3 punti di marzo.
“L’economia dell’Eurozona – ha commentato Chris Williamson, Chief Business Economist presso IHS Markit – ha iniziato il secondo trimestre col piede sbagliato, con il Pmi flash in diminuzione a uno dei tassi più bassi osservati dal 2014″. Secondo l’esperto, l’allungarsi della debolezza solleva interrogativi sull’abilità dell’economia di crescere ad un tasso superiore all’1% durante il 2019.
Analizzando le singole nazioni, la Francia ancora una volta pesa sull’intera performance dell’Eurozona. La leggera espansione dell’attività del settore dei servizi va a compensare il moderato deterioramento di quello manifatturiero. La stagnazione generale di aprile mostra un miglioramento rispetto al declino osservato a marzo ma rappresenta comunque una delle peggiori prestazioni da metà 2016. In Germania, motore dell’economia europea, la produzione manifatturiera è crollata notevolmente per il terzo mese consecutivo, anche se con un tasso di declino più lento.