Euro-dollaro sbanda con dati lavoro Usa. Ma per Commerzbank Italia ormai fattore negativo permanente per moneta unica
Euro-dollaro sotto osservazione, sia per le preoccupazioni sul futuro dell’Italia e sullo scontro quasi certo con l’Unione europea in merito alla legge di bilancio, sia per i dati macro Usa, che in giornata hanno visto protagonista la pubblicazione del report occupazionale di settembre. Proprio tale dato ha provocato scossoni nel rapporto eur-usd, facendo risalire la moneta unica dai minimi testati nelle ultime ore quando aveva bucato con decisione la soglia di $1,15 nei confronti del biglietto verde, capitolando fino al minimo delle ultime sei settimane, a $1,1463.
Il report occupazionale degli Stati Uniti ha messo in evidenza un quadro contrastato, condizionato comunque anche e soprattutto dall’effetto del passaggio dell’uragano Florence.
Afronte di un tasso di disoccupazione che è scivolato al minimo dal 1969, dunque degli ultimi 48 anni, ovvero al 3,7%, il dato ha segnalato una creazione di posti di lavoro pari a +134.000 unità, al valore più basso degli ultimi 12 mesi, e chiaramente inferiore alla media recente.
Gli analisti avevano previsto un aumento dell’occupazione compreso tra +168.000 a +185.000 unità. Da segnalare tuttavia la forte revisione al rialzo dei numeri di agosto.
Poco convincente la dinamica dei salari, visto che su base oraria la crescita è stata in media dello 0,3% a $27,24. Su base annua il rialzo è stato del 2,8%, meno del 2,9% precedente.
Detto questo, gli analisti sono fiduciosi sul fatto che l’incremento su base annua riuscirà a superare la soglia del 3%, e anche abbastanza presto, a causa della crescente competizione nel mercato del lavoro.
Gli indicatori non proprio bullish hanno messo sotto pressione le quotazioni del dollaro, a favore dell’euro che, a seguito della comunicazione del report americano, si è rafforzando attestandosi stabilmente al di sopra della soglia di $1,15.
Tuttavia, le prospettive della moneta unica non sono particolarmente rosee, e in gran parte proprio per le preoccupazioni che riguardano l’Italia.
In particolare, gli analisti di Commerzbank hanno diffuso nella notte una nota sul rapporto euro-dollaro, affermando che il trend del biglietto verde sarà sostenuto dall’aumento dei rendimenti Usa e da “dati macroeconomici” incredibili, mentre l’euro sconterà il fattore Italia.
Nella nota si legge chiaramente che l’Italia si sta trasformando in un fattore “negativo permanente” per l’euro.
Focus anche sul rapporto euro-yen, che per ora sta trovando un supporto nella media mobile degli ultimi 200 giorni, a JPY 130,96. Al momento, il rapporto è quasi piatto a JPY 131,22.
Così Commerzbank sull’euro:
“L’assenza di fiducia del mercato nelle promesse fatte dal governo M5S-Lega, secondo cui il rapporto deficit-Pil inizierà a scendere a partire dal 2020 e che anche il debito-Pil scenderà”, continuerà secondo Commerzbank a ripercuotersi sulle quotazioni dell’euro-dollaro. In generale, gli analisti scrivono che “le preoccupazioni sulla disciplina di bilancio rimangono il tallone di Achille dell’euro“.
Con “l’Italia che diventa un fattore negativo permanente per l’euro, diventa sempre più incerto anche il processo di normalizzazione dei tassi da parte della Bce”, a discapito dunque dell’appetibilità della moneta unica.