Notizie Valute e materie prime Euro/dollaro potrebbe rivedere 1,20$ nel breve, ma apprezzamento biglietto verde dietro l’angolo  

Euro/dollaro potrebbe rivedere 1,20$ nel breve, ma apprezzamento biglietto verde dietro l’angolo  

8 Giugno 2018 09:27

Settimana prossima i mercati si preparano al doppio appuntamento Federal Reserve (Fed) prima e Banca centrale europea (Bce) dopo. E proprio in vista dei meeting dei due istituti centrali, si sono accese nelle ultime giornate le discussioni sulle future mosse. L’attenzione si è concentrata soprattutto sulla Bce, dopo le indiscrezioni di Bloomberg e le dichiarazioni di alcuni membri del consiglio direttivo, secondo cui nella riunione del 14 giugno Draghi discuterà dei modi e dei tempi che  porteranno alla fine del piano di acquisto asset, il cosiddetto Quantitative easing (Qe). L’alternativa sarebbe quella di rinviare la decisione alla riunione del 26 luglio, ossia l’ultima con conferenza stampa prima del mese di scadenza del QE.

Apparentemente la scelta tra giugno e luglio per rendere nota l’evoluzione futura del QE (che appare essere indirizzata verso l’ipotesi di ultimo round di acquisti in forma più smorzata nell’ultimo trimestre del 2018, per evitare un’interruzione brusca a settembre) potrebbe sembrare sostanzialmente irrilevante, vista la distanza di solo un mese”, afferma Antonio Cesarano, chief global strategist di Intermonte Sim. In realtà, spiega Cesarano, per gli operatori nel breve termine riveste un ruolo importante in quanto serve a comunicare la fretta della Bce a terminare il piano e di conseguenza anche dove potrebbe collocarsi il primo ritocco del tasso sui depositi, attualmente a -0,40%.

Ma come si traduce questo scenario nel cambio euro/dollaro? 

Secondo Cesarano, in ottica euro-dollaro, nel breve termine, la valuta unica potrebbe proseguire il suo recupero favorita da una serie di questioni. A cominciare dalle politiche monetarie, con le due opposte percezioni degli istituti centrali: una Bce con un po’ più di fretta a fuoriuscire dal QE e una Fed invece molto morbida e graduale. Sempre a favore dell’euro potrebbero giocare i timori sul commercio (e quindi sulla crescita) mondiale derivanti dalla minacciata guerra commerciale da parte di Trump (con negoziati in corso anche con la Cina oltre che con Canada, Messico e Ue).

“Una crescita in rallentamento indurrebbe a maggior ragione ad ipotizzare una Fed molto morbida nel processo di rialzo dei tassi le possibili prese di profitto dopo una fase di apprezzamento del dollaro che va avanti in modo quasi ininterrotto da metà aprile”, sintetizza Cesarano.

Il risultato potrebbe sostanziarsi in un recupero dell’euro nell’arco delle prossime settimane, con l’Euro/dollaro che potrebbe spingersi almeno fino ad area 1,20. Ma, spiega l’esperto, non si tratterebbe però del trend primario dal momento che nella seconda parte dell’anno altri fattori potrebbero far riprendere il sentiero di apprezzamento del dollaro.

Intanto, questa mattina, l’euro torna a indebolirsi nei confronti del dollaro, scivolando sotto la soglia di 1,18. Il primo cambio a livello mondiale cede lo 0,20% a 1,777. Nell’ultima settimana il cross euro/biglietto verde ha guadagnato circa l’1%, dopo il saldo negativo di maggio (-3,8%) che ha visto un recupero solo nell’ultima seduta del mese passato.

 

Analisi tecnica di Michele Fanigliulo

L’Euro/dollaro dopo aver raggiunto il minimo Ytd il 29 maggio a 1,151 ha avviato una fase di rimbalzo che per il momento non sembra destinata ad andare troppo lontana.

Positiva è senz’altro la rottura della trend line ribassista di breve periodo descritta sui massimi del 19 aprile e 15 maggio. Possibile pensare ad apprezzamenti dell’Euro in grado di riportare magari i corsi fino a 1,2, ma qui il cambio incontrerà non poche difficoltà. 1,2 infatti rappresenta una resistenza statica importante e vi passa anche la media mobile 200 periodi.

Inoltre da una veloce analisi dell’RSI si nota che i due minimi del 9 maggio e 29 maggio sui prezzi non hanno dato alcuna divergenza sull’oscillatore, ma anzi segnano due minimi decrescenti, ad indicare che il colpo il cambio lo ha sentito, rafforzando così la possibilità di un ulteriore tentativo di ribasso che andrà poi studiato.

cambio euro/dollaro