Euro boom con Draghi fino a $1,2060 dopo frase QE. Ma poi i trader tornano alla realtà. Focus su commento bolle
Il Consiglio direttivo della Bce ha avviato discussioni preliminari sul piano di acquisti degli asset Quantitative easing e un annuncio su gran parte delle decisioni arriverà a ottobre. Finalmente Mario Draghi, numero uno della Bce, è uscito dal silenzio in cui si è trincerato per tutta l’estate, e ha dato qualche risposta ai mercati.
E’ bastata questa frase, insieme al rifiuto di rilasciare commenti sul recente apprezzamento dell’euro, a far rimbalzare la moneta unica che, nel corso della conferenza stampa indetta dal banchier, è volata fino a $1,2059, salendo di oltre 1 punto percentuale nei confronti del dollaro.
L’euro ha poi frenato la sua corsa, oscillando attorno alla soglia psicologica di $1,20, una volta smorzata l’euforia dei trader, colti di sorpresa dalle frasi sul QE di Draghi.
Passata la sorpresa, una realtà è parsa chiara a tutti, investitori, trader ed economisti: la Bce, come spiega un articolo del Guardian, è pronta a lanciare il tapering del suo bazooka monetario Quantitative easing, ma non ha fretta. Inoltre, anche se ha parlato, Draghi ha cercato di essere il più vago possibile.
“Annunceremo che siamo pronti. Credo che saremo pronti a dire la maggior parte di quanto avremo deciso a ottobre…e se non sarà allora, rimanderemo”.
I trader hanno interpretato la frase come un segnale dell’intenzione della Banca centrale europea di iniziare a ridurre il valore degli acquisti di asset dai 60 miliardi attuali al mese, a partire dal gennaio del 2018. Ma una eventuale decisione in tal senso non è certo reputata urgente, visto che rimane il nodo dell’inflazione, che rimane fonte di “diffusa insoddisfazione”, come ha detto lo stesso Draghi.
Tra le novità emerse oggi, c’è stata inoltre anche quella relativa alla revisione al ribasso dell’inflazione, anche se l’outlook sul Pil del 2017 è stato rivisto al rialzo.
Infine, interpellato da Annette Weisbach, giornalista di CNBC, sul rischio di formazione di bolle speculative sui mercati – diverse le critiche arrivate dai banchieri su come una politica monetaria eccessivamente accomodante abbia già creato bolle – Mario Draghi ha risposto infine che le bolle sono un pericolo, ma ha anche affermato che al momento non intravede alcun rischio sistemico legato a esse.
Tuttavia il banchiere ha riconosciuto anche che qualche segnale che merita attenzione al riguardo è presente sul mercato immobiliare.