Notizie Notizie Italia EssilorLuxottica: Del Vecchio insiste contro i francesi, richiesto arbitrato

EssilorLuxottica: Del Vecchio insiste contro i francesi, richiesto arbitrato

28 Marzo 2019 10:43

È guerra aperta tra Leonardo Del Vecchio e i soci francesi in EssilorLuxottica, società nata dalla fusione che ha portato lo scorso ottobre alla nascita del più grande gruppo al mondo nel mercato della produzione di lenti e occhiali da vista e da sole.

Dopo le accuse verbali circolate nelle scorse settimane, con la minaccia di procedere anche per vie legali, adesso Del Vecchio, presidente esecutivo e primo azionista con una quota del 32,5% di EssilorLuxottica (anche se i diritti di voto sono bloccati al 31% del capitale) ha deciso di passare alle vie di fatto.

Così ieri la Delfin, holding di Leonardo del Vecchio, ha fatto domanda di arbitrato presso la Camera di Commercio Internazionale per accertare le presunte violazioni dell’accordo di integrazione fra Luxottica ed Essilor che sarebbero state commesse dal vicepresidente esecutivo di EssilorLuxottica, Huiber Sagnieres, e ottenere così un’ingiunzione a rispettare i patti fino alla scadenza.

In base agli accordi di fusione, Del Vecchio e Sagnières hanno pari poteri sia all’interno di EssilorLuxottica sia all’interno del consiglio di amministrazione (nominato per metà da Delfin e per metà da Essilor). Questa governance paritetica tra i due gruppi sarebbe dovuta durare fino all’approvazione del bilancio 2020.

Le accuse di Del Vecchio nei confronti dei francesi

Del Vecchio sostiene che Sagnières abbia violato gli accordi di fusione e per questo ha chiesto un arbitrato. In particolare, le accuse mosse dall’imprenditore italiano al socio francese consisterebbero nel “mancato rispetto dei doveri di leale cooperazione e buona fede previsti dall’accordo del 2017 tra Essilor e Delfin, la quale è stata privata del potere di gestione paritetico che le pertiene ai sensi dell’accordo”.

L’accordo annunciato nel gennaio 2017 prevedeva che Essilor e Luxottica si sarebbero fuse, ma per realizzare le sinergie (stimate pari a 400-600 milioni di euro nel primo triennio) era prevista la creazione di una holding sopra le due società operative che avrebbe costituito un nuovo team di manager selezionati all’esterno e all’interno dei due gruppi per favorire l’integrazione.

Ma qualcosa è andato storto. In un’intervista al quotidiano francese Le Figaro, Del Vecchio ha spiegato che “a partire da gennaio 2018, Sagnieres ha nominato quattro manager chiave, tutti di Essilor, con i quali cerca di gestire EssilorLuxottica da solo. Tutti questi manager sono stati assunti con contratti a tempo indeterminato con aumento di stipendio e paracadute d’oro. Né il consiglio di amministrazione, che ha la competenza di nominare i leader chiave, né io stesso, che avrei dovuto decidere con Sagnieres, siamo stati informati”.

Per questo motivo, constatando lo stallo creatosi all’interno del cda e come questo ostacoli l’implementazione del processo di integrazione e delle relative sinergie, Delfin ha ritenuto che il ricorso alla Camera di Commercio Internazionale fosse “una soluzione necessaria e la più appropriata al fine di preservare gli investimenti di tutti gli azionisti”. Del Vecchio, in buona sostanza, “non chiede altro che il rispetto rigoroso degli accordi e in particolar modo delle regole di governance congiunta e paritaria che da parte sua intende continuare a osservare”.

I francesi passano al contrattacco

I francesi di Essilor si aspettavano la mossa legale di Del Vecchio e, dopo aver etichettato come “gravi e menzognere” le accuse mosse da Delfin, Sagnières, con una lettera aperta al quotidiano Le Figaro, ha replicato che l’arbitrato sia un’operazione di Del Vecchio per prendere il controllo della società.

“Sebbene Delfin e i suoi rappresentanti lo neghino, è chiaro che Del Vecchio vuole assumere il controllo di EssilorLuxottica senza pagare un premio agli azionisti” ha puntualizzato il manager francese. Del Vecchio, inoltre, vorrebbe che Francesco Milleri, attuale amministratore non indipendente di EssilorLuxottica, diventasse amministratore delegato del gruppo. Milleri avrebbe così “il potere di imporre il proprio stile manageriale e la propria visione, in questo modo infrangendo l’accordo che abbiamo collettivamente deciso e adottato”. Il gruppo è infatti ancora alla ricerca di un nuovo amministratore delegato per lo stallo creatosi tra italiani e francesi.

Tutto ciò non piace agli investitori. Oggi il titolo EssilorLuxottica, appesantito dalle faide nell’azionariato, cede oltre il 2% a quota 96,54 euro alla Borsa di Parigi, tornando sui minimi di fine 2016.