Eni: trimestrale vista in frenata, pesa questione petrolio
Domani mattina prima dell’apertura del mercato Eni pubblicherà i conti del secondo trimestre 2019.
Nel complesso gli analisti si attendono conti in leggero peggioramento rispetto al pari periodo 2018, dovuto principalmente al calo delle quotazioni del petrolio trimetre su trimestre. Infatti, nel secondo trimestre 2019 il Brent mediamente si è attestato a 68,5 dollari (-8,5% a/a), contro i 75,9 dollari del secondo quarter 2018.
Il consensus infatti stima Ebit adjusted a 2,36 miliardi, in calo del 8% a/a. L’utile netto adjusted dovrebbe invece crescere circa del 24% a 950 milioni. La produzione di idrocarburi invece è stimata a 1.810 kboe/g, in linea con il pari periodo 2018. Gli analisti stimano poi l’Ebit adjusted della divisione E&P a 2,39 miliardi (-13% a/a), quella della divisione G&P a 60 milioni (-44% a/a) e della divisione R&M in calo a 50 milioni.
Ricordiamo che nel complesso su Eni prevalgono i buy degli analisti. Di 32 analisti che seguono il titolo (Bloomberg) 23 raccomandano il buy e 7 l’hold. Solo 2 analisti consigliano di vendere. Il target price medio è a 17,86 euro, con un rendimento potenziale del 23,5%. Se guardiamo allo storico delle raccomandazioni, notiamo che la situazione rimane pressappoco invariata da luglio 2018.
Analisi Tecnica: titolo avvia un rimbalzo poco convinto in attesa dei conti
Mercato in attesa dei conti trimestrali. I prezzi infatti, dopo aver testato il supporto statico a 14,22 euro, hanno avviato il rimbalzo. Movimento però che manca di volumi e volatilità e con RSI ancora sotto il livello del 50. Struttura grafica comprensibile poiché il mercato attende la pubblicazione dei conti per prendere posizione.
In caso di rottura dei 14,22 euro, Eni avvierebbe un calo verso 14 euro e 13,76 euro. Al rialzo invece rimane quella dei 15 euro la resistenza da infrangere per dare una spinta ai prezzi in direzione di 15,35 e 16 euro.