Eni: stime sul 2Q e ultimi sviluppi di business
La stagione di trimestrali di Piazza Affari entra sempre più nel vivo. Venerdì 28 luglio, prima dell’apertura dei mercati, verranno diffusi i risultati al 30 giugno 2023 di Eni, uno dei titoli più apprezzati dagli investitori. Vediamo le principali stime degli analisti sui risultati e i temi caldi di questo periodo per il colosso italiano del settore Oil & Gas.
Le stime sul secondo trimestre 2023 di Eni
La mediana delle stime degli analisti, raccolte da Bloomberg, per i ricavi del secondo trimestre 2023 di Eni indica un valore pari a 27,26 miliardi di euro, in calo del 13,6% rispetto al corrispondente periodo del 2022.
Il margine lordo è atteso al 30%, mentre l’Ebitda è previsto in peggioramento del 40% a 4,45 miliardi e l’Ebit in calo del 53% a 2,71 miliardi.
L’utile netto rettificato è stimato a 1,626 miliardi, in diminuzione del 57% rispetto al secondo trimestre 2022.
Di seguito, le previsioni raccolte dalla stessa Eni per il periodo aprile-giugno 2023:
Le proiezioni per l’esercizio 2023
Per il full year 2023 le stime indicano ricavi per 100,95 miliardi (-24%), un margine lordo del 37,77%, un Ebitda di 20,98 miliardi (-24%), un Ebit di 13,47 miliardi (-34%) e un utile netto adjusted di 8,07 miliardi (39%).
Ricordiamo che dopo il primo trimestre Eni ha confermato le previsioni per il 2023, che stimano un Ebit adjusted e un flusso di cassa attesi rispettivamente a 12 miliardi e a oltre 16 miliardi.
Per quanto riguarda Plenitude, l’amministratore delegato della unit Stefano Goberti ha dichiarato che si trova sulla buona strada per raggiungere l’obiettivo di un Ebitda adjusted superiore a 0,7 miliardi, rispetto a 670 milioni del 2022.
I conti di Var Energi e le implicazioni per Eni secondo Equita
Nel frattempo, sono stati resi noti i risultati di Var Energi, joint venture controllata al 63% da Eni. I ricavi totali si attestano a 1,436 miliardi di dollari, in calo del 41% su base annua. L’Ebitda è diminuito del 46% a 1,1 miliardi e l’Ebit del 55% a 778 milioni, rispetto al consensus di 910 milioni. L’utile netto si attesta a 98 milioni, in diminuzione del 44% tendenziale. Il flusso di cassa operativo (CFFO) è sceso dell’85% a 231 milioni.
“Il trading update del 13 luglio, indicava un lieve calo dei volumi produttivi (- 3% a/a) abbinato ad una forte discesa dei prezzi realizzati (-34%)”, afferma Equita Sim. “Il calo del CFFO più forte rispetto ai KPIs reddituali è legato al pagamento di imposte per $1,1 miliardi nel periodo relative all’esercizio precedente.”
Var Energi, aggiungono gli analisti, “ha confermato l’outlook 2023 sulla produzione (210-230 mila barili al giorno) ed ha annunciato un dividendo di 270 milioni di dollari per il terzo trimestre 2023, stabile rispetto a quello del 2Q23. Il dividendo atteso complessivo per il 2023 è pari al 30% del CFFO after tax”.
Con riferimento all’impatto sulla società del cane a sei zampe, “riteniamo che l’Ebit sotto le attese di Var Energi possa avere implicazioni marginalmente negative per Eni, che comunque beneficia della conferma del dividendo da 270 milioni”.
Eni acquisisce gli asset di Chevron in Indonesia
In attesa dei conti Eni, ha annunciato l’acquisizione delle partecipazioni (inclusa l’Operatorship) di Chevron nei blocchi Ganal PSC (Chevron 62%), Rapak PSC (Chevron 62%) e Makassar Straits PSC (Chevron 72%), nel bacino di Kutei, East Kalimantan, nell’offshore dell’Indonesia. Eni possiede già una quota del 20% come non operatore nei blocchi Ganal e Rapak.
L’acquisizione permetterà di accelerare lo sviluppo del progetto a gas di Gendalo e Gandang, parte dell’Indonesia Deepwater Development (IDD) nel Ganal PSC, vicino alla FPU di Jangkrik, con riserve di gas stimate in circa 2TCF. A ciò si aggiungono il giacimento a gas in produzione di Bangka, le scoperte di Gehem e Ranggas e il significativo potenziale esplorativo compreso anche nella parte settentrionale dell’asset, che rappresentano quindi un importante, ulteriore consolidamento delle attività di Eni nell’area dell’East Kalimantan.
Il posizionamento in Indonesia
Con questa operazione, Eni si rafforzerà dunque in Indonesia, dove vanta già un solido track record di successi nello sviluppo del gas. Questa acquisizione è inoltre pienamente in linea con la strategia di transizione energetica della società, della quale il gas e il GNL rappresentano pilastri fondamentali, per aumentare la quota di produzione di gas naturale al 60% entro il 2030, contestualmente con la domanda mondiale di energia accessibile, a basse emissioni di carbonio e conveniente.
Ricordiamo che Eni ha recentemente raggiunto un altro accordo per l’acquisizione di Neptune Energy, la quale ha – tra le altre cose – una presenza significativa in Indonesia e un’ottima integrazione con le operazioni di Eni nel Kalimantan orientale.
Il primo accordo esplorativo di Eni in Indonesia risale al 1968; l’azienda è tornata nel paese nel 2001 con attività di esplorazione e produzione. L’attuale produzione netta è di circa 80 mila boe/giorno.