Notizie Notizie Italia Eni: dividendo 2019 a 0,86 euro, buyback e crescita del 3,5% della produzione

Eni: dividendo 2019 a 0,86 euro, buyback e crescita del 3,5% della produzione

15 Marzo 2019 16:39

Oggi si è svolta la presentazione del Piano strategico 2019-2022 dove il management di Eni ha dichiarato aspettative e strategie per il prossimo quadriennio.

Grande novità il dividendo per il 2019 da 0,86 euro, in crescita del 3,6% rispetto a quello 2018 (0,83 euro) e con un dividend yield di tutto rispetto pari al 5,5%. Inoltre, annunciato il piano di buyback azionario per 400 milioni quest’anno e 400 mln nel 2020-2022 con uno scenario del Brent a 60-65 dollari o 800 mln con scenario superiore a 65 dollari al barile.

Piace molto anche la conferma della svolta green del gruppo del cane a sei zampe che, come ha spiegato Descalzi, considera “la decarbonizzazione strutturalmente presente in tutta la nostra strategia e parte preponderante delle nostre ambizioni per il futuro”. Dichiarazione che, come ha fatto notare qualcuno, giunge nel giorno stesso della giornata mondiale del clima. Eni infatti intende raggiungere l’obiettivo di zero emissioni nette nel settore Upstream entro il 2030. Non solo perché, tra i progetti sostenibili di Eni, verranno dedicati ben 1 miliardo all’economia circolare entro il 2022.

 

Upstream: cash neutrality a 50 dollari e produzione +3,5% nel periodo di Piano

Quanto invece al core business, nell’Upstream Eni intende conferma l’impegno nella crescita sostenibile. Percorso tracciato dall’Ad del gruppo fin dalla sua nomina. Obiettivo principale quello di migliorare ulteriormente la cash neutrality prevista a 50 dollari al barile a fine Piano. Inoltre, il break even dei nuovi progetti upstream sarà con Brent a 25 usd/barile.

Nell’esplorazione il management prevede di spendere nel periodo 2019-2022 circa 3,5 miliardi con l’obiettivo di scoprire 2,5 miliardi di barili di nuove risorse a un costo unitario inferiore a 2 dollari, perforando circa 40 pozzi all’anno in un’estensione totale di oltre 460.000 km2. La produzione di idrocarburi è prevista in crescita del 3,5% all’anno nel periodo 2019-2022, grazie al ramp-up e all’avvio di nuovi progetti che contribuiranno per circa 660.000 barili di olio equivalente al giorno nel 2022 e alle attività di espansione dei campi esistenti che contribuiranno per circa 290.000 barili di olio equivalente al giorno entro il 2022. Inoltre, nel periodo del Piano saranno realizzati 18 importanti avvii di produzione.

 

Mid-downstream: Ebit a 2 miliardi al 2022 e break even a 1,5 dollari dal 2023

Per quanto riguarda la raffinazione, Eni intende portare l’Ebit della divisione a 2 miliardi al 2022, ovvero più che raddoppiando i valori del 2018. Target che beneficerà dell’acquisizione del 20% della raffineria di Ruwais negli Emirati Arabi Uniti, impianto top-class a livello mondiale. Acquisizione che consentirà di aumentare la capacità globale di raffinazione del 35%, e del 40% nel 2023, portando il breakeven del margine di raffinazione a 1,5 dollari al barile. Il GNL giocherà un ruolo cruciale nella crescita futura del cane a sei zampe e ci aspettiamo di raggiungere 14 milioni di tonnellate all’anno (MTPA) di volumi contrattualizzati entro il 2022 e 16 MTPA entro il 2025, segnando un aumento rispetto alle indicazioni del piano precedente.

 

Analisi Tecnica: titolo inserito in un canale ascendente

Da un punto di vista grafico Eni rimane inserito in un canale rialzista avviato a fine dicembre, che sta sostenendo bene i corsi.

Per ora dunque il trend rimane rialzista con target la resistenza statica dei 16 euro. In ogni caso la presenza stessa del canale rende più facile seguire il titolo. A rialzo il break dei 16 euro potrebbe portare verso i 16,5 e 17 euro, mentre una rottura della parte bassa del canale combinata con il superamento al ribasso dei 15 euro darebbe un segnale negativo e di cambio di sentiment con target a 14,6 e 14 euro.