Eni: conti in uscita il 24 aprile, le previsioni degli analisti
Gli utili delle banche americane hanno aperto la earning season di Wall Street, mentre la stagione di trimestrali di Piazza Affari è pronta a prendere il via nei prossimi giorni. Tra le prime società del Ftse Mib a pubblicare i dati del primo trimestre 2024 ci sarà Eni. Il colosso dell’oil & gas riunirà il Cda il 23 aprile e diffonderà i risultati alla comunità finanziaria il 24 aprile, prima dell’apertura dei mercati. Ecco le attese su ricavi, Ebit e utili, le stime di Equita e una view di Barclays sul settore energetico europeo.
Le stime sui conti del 1Q 2024 di Eni
Gli analisti prevedono per Eni un lieve calo del fatturato e una flessione degli utili nel primo trimestre di quest’anno rispetto al corrispondente periodo del 2023.
Nel dettaglio, il consensus di Bloomberg indica ricavi per 26,49 miliardi (-2,6% su base annua), un Ebit di 2,86 miliardi (-38%) e un adjusted Eps di 0,54 euro (-37%).
A livello di profitto operativo, spacchettato sulle singole business unit di Eni, gli esperti stimano un risultato di 2,42 miliardi (-9%) nella divisione Exploration & Production, con una produzione attesa di 1,687 milioni di boe/d, in aumento del 3% su base annua.
Per quanto riguarda gli altri segmenti, è atteso un utile operativo di 298 milioni (-48%) nel Global Gas & LNG Portfolio, di 135 milioni (-61%) per Enilive, Refining e Chimica e di 191 milioni per Plenitude & Power.
Utili attesi in calo e meno generazione di cassa
Equita stima una riduzione sequenziale dell’utile netto pari all’11%. A frenare il risultato dovrebbero contribuire diversi elementi: su tutti il deterioramento del prezzo del gas hub europeo (TTF -13€/MWh), ma anche il lieve calo del prezzo del Brent (-1$/bbl t/t), la contrazione dei profitti nella divisione GGP (-€387 milioni t/t) e la protratta debolezza del business di Versalis (petrolchimica).
“A livello di generazione di cassa”, affermano gli esperti della Sim milanese, “calcoliamo che la performance operativa (CFFO adjusted) sia in calo dell’8% rispetto al 4Q 2023 e sia stata più che compensata dall’incremento del capitale circolante netto (circa €2 miliardi), dagli investimenti (capex €2,3 miliardi e net M&A -€1,4 mld) e dalla remunerazione degli azionisti (€1,1 miliardi).”
Occhio alla guidance 2024
Ciononostante, per Equita, Eni può “confermare le guidance di gruppo FY24”, che prevedono una produzione di 1,69-1,71 milioni boe/d, un Ebit proforma adjusted di 13 miliardi, un CFFO adjusted di 13,5 miliardi, net capex di 7-8 miliardi e un FCF adjusted pari a 5,5-6,5 miliardi.
In ogni caso, spiegano gli analisti, “non riteniamo che il trimestre rappresenti un catalyst significativo per il titolo. Sulle nostre stime FY24 ($80/bbl Brent), il titolo tratta a multipli eccessivamente compressi sia in assoluto sia rispetto alle medie di settore (tra il 10% e il 20% di sconto sulle metriche di valutazione)”.
Equita ha ribadito la raccomandazione Buy e il prezzo obiettivo di 19,5 euro sul titolo. Nel complesso, secondo il consensus di Bloomberg, i giudizi su Eni si ripartiscono tra 16 raccomandazioni d’acquisto, 9 hold e 1 sell, con un target price medio di 16,94 euro.
Barclays positiva su Eni malgrado i cali dei prezzi nel settore
Barclays segue Eni con una raccomandazione ‘overweight’ (equivalente a un buy) e un prezzo obiettivo di 19 euro. In un recente report sul settore energetico europeo, la banca d’affari britannica pone l’accento sulla crescita del business upstream più rapida rispetto ai concorrenti a grande capitalizzazione, una divisione gas notevolmente migliorata e un business in espansione nel campo dei biocarburanti, che sfrutta materie prime vantaggiose provenienti dall’Africa.
“Riteniamo che il potenziale di miglioramento dell’EPS sia maggiore rispetto ai concorrenti”, così come una possibile “rivalutazione del dividendo”.
Per quanto riguarda l’intero settore, gli analisti prevedono un calo degli utili pari a circa l’8% nel primo trimestre, anche se gli Eps dovrebbero ridursi meno, del 6% su base annua, vista la diminuzione delle azioni in circolazione a seguito dei piani di buyback del 2023.
La flessione attesa è legata prevalentemente al prezzo del gas naturale più basso nel primo trimestre. “Sebbene il prezzo del Brent sia stato in media di 82 dollari al barile, sostanzialmente invariato su base trimestrale, i prezzi del gas di riferimento europei e statunitensi sono scesi del 35% e di circa il 17% t/t, rispettivamente a causa della minore domanda durante l’inverno mite e dei livelli di scorte più elevati. Il margine di raffinazione nell’Europa nordoccidentale è diminuito di circa 0,5$/bl su base sequenziale, riflettendo in parte la resilienza della domanda e le preoccupazioni sull’offerta a causa degli attacchi alle navi nel Mar Rosso.”
In agenda l’Ipo di Plenitude
Dalla trimestrale di Eni gli investitori sperano di ottenere anche qualche indicazione sull’Ipo di Plenitude, la controllata di Eni attiva nella produzione e nella vendita di energia proveniente da rinnovabili.
Nel 2023, i tassi di interesse elevati e l’incertezza sul percorso della politica monetaria hanno frenato le nuove quotazioni e penalizzato le valorizzazioni delle società che hanno deciso di sbarcare in borsa.
Per questo motivo, molte aziende hanno rimandato i loro piani di approdo sul mercato dei capitali. Ora che la situazione sembra prossima ad una normalizzazione, la situazione potrebbe cambiare e chissà che non sia la volta buona anche per l’Ipo di Plenitude, una delle più attese dal mercato. Eni ha confermato l’intenzione di quotare la controllata, ma solo quando le condizioni lo consentiranno.