Eni: arriva un doppio piano per un futuro più green (in tutte le attività)
Un doppio piano (uno Strategico di lungo termine al 2050 e uno d’Azione 2020 – 2023) per dare vita a una vera svolta green per Eni. “Abbiamo disegnato l’evoluzione di Eni nei prossimi 30 anni coniugando gli obiettivi di continuo sviluppo in un mercato dell’energia in forte evoluzione con una significativa riduzione dell’impronta carbonica del portafoglio”, sottolinea l’amministratore delegato del gruppo Claudio Descalzi, che promette: “L’Eni del futuro sarà quindi ancor più sostenibile. Sarà rinforzata nel suo ruolo di attore globale nel mondo dell’energia, arricchita da business quali le rinnovabili e l’economia circolare”.
Il tutto si traduce in una evoluzione del portafoglio di business per ridurre l’impronta carbonica. Nel dettaglio, il gruppo prevede una crescita della produzione upstream a un tasso annuo del 3,5% fino al 2025 e un successivo flessibile declino principalmente nella componente olio. La produzione gas al 2050 costituirà circa l’85% della produzione totale. Contemporaneamente le rinnovabili aumenteranno a oltre 55 GW al 2050, attraverso lo sviluppo in prevalenza nei paesi Ocse per la fornitura di energia elettrica ai clienti, previsti nel mercato retail in aumento oltre i 20 milioni al 2050.
Il piano di investimenti quadriennale
È stato inoltre sviluppato piano di investimenti quadriennale, focalizzato su progetti ad alto valore e rapido ritorno, che prevede investimenti di circa 32 miliardi di euro al 2023 ed è caratterizzato da un elevato livello di flessibilità con circa il 60% di investimenti non ancora contrattualizzati nel 2022-23. Il piano di investimenti per l’upstream, che rappresenta il 74% del totale, è ben diversificato in termini geografici grazie agli sviluppi in Medio Oriente, Africa, Norvegia e Messico. Il programma di investimenti di Eni, spiega ancora società in una nota, è di “alto valore e resiliente anche in uno scenario sfidante”. L’attuale portafoglio di progetti upstream in esecuzione ha un prezzo di breakeven pari a $23 al barile (25 $/bl nel precedente piano) e un IRR complessivo di circa il 25%.
In coerenza con gli obiettivi di medio e lungo termine e per alimentare il processo di decarbonizzazione della società, Eni pianifica dunque investimenti in fonti rinnovabili, di efficienza energetica, economia circolare e abbattimento del flaring per circa 4 miliardi, con un incremento del 33% rispetto al precedente piano. L’incidenza di tali investimenti sul totale manovra del 2023 è pari al 20%.
Complessivamente il free cash flow cumulato nell’orizzonte di piano sarà pari a 23 miliardi e assumendo uno scenario costante (Brent a $60 al barile e gas all’hub italiano a 150 €/kmc), il gruppo guidato da Claudio Descalzi prevede una generazione di cassa in forte crescita per i prossimi quattro anni. In particolare, al 2023, il flusso di cassa operativo crescerà rispetto al 2019 di oltre 3 miliardi grazie al solido contributo di tutti i business. Sulla base dei risultati raggiunti nel 2019 e delle azioni previste nell’orizzonte di piano, Eni conferma la politica di remunerazione degli azionisti e per il 2020 prevede un dividendo pari a 0,89 euro per azione in crescita del 3,5% e una manovra di buyback di 400 milioni.
Capitolo conti 2019
Sempre oggi Eni ha comunicato al mercato anche i risultati finanziari per il 2019. Il gruppo di San Donato Milanese ha registrato un utile netto di 0,15 miliardi di euro, con una perdita netta di 1,89 miliardi nell’ultimo scorcio dell’anno. L’utile netto rettificato ha mostrato una flessione del 37% a 2,88 miliardi nell’anno (-35% escludendo gli effetti IFRS 16) e un risultato rettificato trimestrale che è sceso del 62% a 546 milioni (-61% escludendo gli effetti IFRS 16), deludendo il consensus Bloomberg pari a 718 milioni. Eni conferma la sua politica di remunerazione degli azionisti e per il 2020 prevede un dividendo pari a 0,89 euro per azione.