Enel, il nuovo piano piace al mercato: investimenti per oltre 27 mld con focus su rinnovabili. Migliorano i margini
Investimenti superiori a 27 miliardi di euro, destinatI soprattutto alle rinnovabili che restano il motore della crescita, con i target sulla redditività rivisti al rialzo e una politica dei dividendi in miglioramento. Questa le tendenze principali (in estrema sintesi) contenute nel nuovo piano strategico 2019/2021 di Enel, che rimane focalizzato sui principi del piano precedente di creazione di valore sostenibile e di lungo termine. Accoglienza positiva da parte del mercato con Enel che si posiziona tra i migliori titoli del Ftse Mib, mostrando un rialzo di oltre il 2% a 4,66 euro per azione.
Nel dettaglio, la società energetica guidata da Francesco Starace indica che il percorso di crescita evidenzia un’ulteriore accelerazione al 2021, con un obiettivo di Ebitda ordinario di gruppo a 19,4 miliardi di euro, dai 16,2 miliardi attesi per il 2018 (+20%, pari a 3,2 miliardi di euro). L’utile netto ordinario è invece visto a quota a 5,6 miliardi a fine piano dai 4,1 miliardi nel 2018. Si prevede che l’indebitamento finanziario netto rimanga sostanzialmente stabile lungo l’intero arco di piano, raggiungendo circa 41,8 miliardi di euro nel 2021 e mantenendo solide metriche ai fini del rating, con un rapporto tra flussi di cassa operativi e indebitamento finanziario netto (FFO/Net debt ratio) in crescita dal 26,5% atteso nel 2018 fino al 31,1% nel 2021.
Il nuovo business plan, presentato oggi, prevede investimenti lordi totali pari a circa 27,5 miliardi di euro tra il 2019 e il 2021, in aumento del 12% rispetto al piano precedente. “Tale incremento è principalmente riconducibile all’asset development e ai clienti”, spiega la società in una nota aggiungendo che “su un totale pari a circa 16,5 miliardi di investimenti complessivi in asset development, circa 10,6 miliardi verranno destinati alle rinnovabili, ancora una volta motore della crescita del gruppo”. Le energie rinnovabili hanno rappresentato il motore della crescita industriale del Gruppo, un risultato perfettamente riflesso nel mix di generazione di Enel che, a fine 2018, sarà composto per circa il 50% da tecnologie a zero emissioni, con un impatto positivo sulla riduzione delle emissioni di Co2. Nei prossimi tre anni, Enel rafforzerà il focus sui mercati in cui ha una presenza integrata, come Italia, Spagna, Cile e Brasile.
La decarbonizzazione, in particolare, apre la strada alla creazione di valore, con le rinnovabili che dovrebbero generare un incremento cumulato dell’Ebitda di 1 miliardo di euro tra il 2018 e il 2021; la focalizzazione degli investimenti nei mercati in cui Enel ha una presenza integrata e nelle economie mature, consentirà al Gruppo di aumentare la redditività e conseguire gli obiettivi di decarbonizzazione. Nel 2021 si prevede che il 62% dell’energia generata dal Gruppo Enel sia a zero emissioni, rispetto al 48% stimato nel 2018.
La politica dei dividendi basata su un pay-out del 70% dell’utile netto ordinario di gruppo è stata confermata fino al 2021, con l’estensione, per la prima volta, di un dividendo minimo per azione per l’intero periodo 2019-2021. Enel prevede di corrispondere, sui risultati dell’esercizio 2019, il maggiore fra: un dividendo per azione basato sul pay-out del 70% e un dividendo minimo per azione di 0,32 euro. Per il 2020 il dividendo minimo è stato fissato a 0,34 euro e per il 2021 a 0,36 euro (dividendo già annunciato per il 2018 è di 0,28 euro).
“Dal 2015 abbiamo centrato tutti gli obiettivi che ci eravamo prefissati tramite un miglioramento significativo della generazione dei flussi di cassa che, unito a un’accelerazione della crescita, ci ha consentito di migliorare la remunerazione dei nostri azionisti, incrementando il dividendo per azione da 0,16 a 0,28 euro nel 2018, e di aumentare il pay-out che si prevede rimanga stabile al 70% lungo tutto l’arco di piano”, commenta Francesco Starace, a.d. di Enel, sottolineando che “una solida crescita industriale e i programmi di efficientamento realizzati sino ad oggi, ci hanno consentito di incrementare progressivamente l’Ebitda ordinario fino a 16,2 miliardi di euro a fine 2018, un livello che fin dal 2015 ci eravamo prefissati di raggiungere e che abbiamo costantemente confermato”.
“La solidità del piano 2019-2021 ci consente di migliorare i nostri target di Ebitda ordinario per il 2019 e 2020 e di introdurre nuovi e più ambiziosi obiettivi per il 2021 – aggiunge il manager -. La validità di questa strategia si tradurrà, per la prima volta, in un dividendo per azione minimo lungo tutta la durata di piano. Siamo fiduciosi e motivati nel proseguire il nostro percorso di crescita nel futuro”.