Enel: la scelta del nuovo Ad entra nel vivo, ecco i possibili candidati
Nei prossimi mesi si procederà al rinnovo degli Organi amministrativi, scaduti il 31 dicembre 2022, di 105 Società del Ministero dell’Economia e delle Finanze – 19 a controllo diretto e 86 a controllo indiretto. Tra queste, figura ovviamente Enel, nella quale il MEF detiene una partecipazione pari al 23,6% del capitale sociale. L’assemblea di Enel è in programma il 10 maggio, mentre il termine per la presentazione delle liste è fissato per il 17 aprile.
Si va verso sostituzione Starace
Il governo Meloni, secondo quanto riportato da Reuters, sarebbe intenzionato a sostituire l’attuale amministratore delegato Francesco Starace, in carica dal 2014. Il Ceo sarebbe finito nel mirino dell’esecutivo di centrodestra perché considerato troppo indipendente, ma anche a causa dell’elevato indebitamento del gruppo.
Al 31 dicembre 2022, la posizione finanziaria netta consolidata evidenzia un debito netto di 60,1 miliardi, in aumento rispetto ai 51,7 miliardi di fine 2021 e ai 45,5 miliardi del 31/12/2020. L’incremento nell’ultimo esercizio, in linea con la guidance, è stato giustificato dagli investimenti e dall’impatto sul capitale circolante dei provvedimenti governativi per ridurre le bollette e proteggere i consumatori.
Gli investitori vogliono un esperto nelle rinnovabili
Gli investitori temono che la svolta del governo possa determinare un brusco cambio di strategia, in particolare una drastica riduzione dell’esposizione internazionale del gruppo. Viceversa, gli azionisti preferirebbero un amministratore delegato vocato all’internazionalizzazione, nonché dotato di grandi competenze nell’ambito delle energie rinnovabili, nelle quali Enel è uno dei maggiori player mondiali.
Secondo fonti a conoscenza della questione, gli head hunter ingaggiati dal Tesoro starebbero faticando a selezionare proporre potenziali successori con la preparazione necessaria a guidare una delle maggiori utility europee.
I candidati Ceo di Enel
Il novero dei possibili candidati alla guida di Enel per il post Starace comprende Stefano Donnarumma, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Terna dal 2020. Dal 2017 al 2020 Donnarumma ha guidato anche il Gruppo Acea, multiutility che gestisce infrastrutture di servizi pubblici a livello nazionale, mentre nei due anni precedenti ha ricoperto l’incarico di Direttore delle Reti del Gruppo A2A.
Tra i potenziali successori di Starace c’è anche Luigi Ferraris, attualmente Amministratore Delegato di Ferrovie dello Stato Italiane. Il manager, Ad e DG di Terna dal 2017 al 2020, ha trascorso oltre 15 anni in Enel (da ottobre 1999 a gennaio 2015), ricoprendo diverse cariche di prestigio, tra cui quella di Chief Financial Officer del Gruppo (dal 2009 al 2014) e Presidente di Enel Green Power, della quale ha curato il processo di quotazione.
Al vaglio anche Francesco Venturini, Ceo di Enel X, la divisione del gruppo specializzata in tecnologia e transizione energetica, mentre Flavio Cattaneo, vicepresidente di Italo, ha fatto sapere di non essere interessato all’incarico.
La strategia di Enel sulle rinnovabili
Nel 2022 Enel ha conseguito un ulteriore record di nuova capacità rinnovabile installata, raggiungendo circa 59 GW complessivi di capacità gestita e proseguendo in tal modo il processo di decarbonizzazione.
Entro il 2025, il Gruppo punta ad aggiungere circa 21 GW di capacità rinnovabile installata (di cui circa 19 GW nei Paesi “core”), ben posizionandosi verso il raggiungimento dei propri obiettivi di decarbonizzazione, in linea con l’Accordo di Parigi. Enel mira dunque a velocizzare l’uscita dal gas e a diventare carbon free nel 2040.
In particolare, il Piano 2023-2025 prevede investimenti per 37 miliardi di euro per accelerare ulteriormente verso un’elettrificazione sostenibile, soddisfacendo circa il 90% delle vendite a prezzo fisso con elettricità carbon-free nel 2025. La generazione da fonti rinnovabili salirà a fine piano a circa il 75% del totale. È prevista anche la digitalizzazione dell’80% circa dei clienti di rete.
Il piano, che è valso a Starace l’apprezzamento degli investitori, prevede anche una marcata riduzione del debito, grazie a dismissioni per 21 miliardi di euro, concentrandosi su sei mercati principali: Italia, Spagna, Stati Uniti, Brasile, Cile e Colombia.
Opportunità negli Usa con sussidi energia verde
Gli azionisti ritengono che il Gruppo non debba sacrificare l’esposizione del gruppo nel Nord America. Innanzitutto, perché la presenza internazionale comporta una maggiore attrattività nei confronti degli investitori esteri. In secondo luogo, il Gruppo può beneficiare del pacchetto di sussidi per la transizione verde approvato dall’amministrazione Biden, che potrebbe garantire rendimenti a doppia cifra negli Usa rispetto a quelli single-digit in Europa, con ripercussioni positive per la politica dei dividendi del gruppo.
Ricordiamo che il 15 agosto 2022 gli Stati Uniti hanno introdotto l’Inflation Reduction Act (IRA), una misura che mira a ridurre le emissioni di carbonio attraverso incentivi e crediti d’imposta per le industrie coinvolte nel cambiamento climatico tra il 2023 e il 2031. L’obiettivo è una riduzione del 40% delle emissioni di gas serra (GHG) entro il 2030.